Mswati II
Re dello Swaziland (n. 1820 ca.-m. 1868). Salito al potere dopo la morte nel 1840 del padre e fondatore del regno, Sobhuza I, inaugurò una politica di espansione attraverso l’integrazione di [...] genti sotho (➔ Lesotho) e altri nguni. Campione dell’indipendenza dello Swazi contro l’espansionismo degli , riformò l’esercito e si alleò con inglesi e del Transvaal, portando il regno al suo apogeo ...
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Aziru
Re di Amurru, in Siria (regno ca. 1350-1335 a.C.). Ereditò dal padre Abdi-Ashirta un regno montano, di origine tribale, poco coeso. Suddito formale dell’Egitto, riuscì ad ampliare il territorio [...] ai danni delle città costiere e della valle dell’Oronte. All’avanzare degli ittiti passò dalla loro parte, strinse un trattato di vassallaggio con Shuppiluliuma e trasmise il regno ai suoi discendenti ...
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Bello, Alhaji Ahmadu
Politico nigeriano (Sokoto 1909 ca.-Kaduna 1966). Membro della dinastia di Sokoto, non ebbe il trono, ma il titolo di sardauna (sultano). Fondò (1951) il Northern peoples congress [...] (NPC) e vinse le elezioni del 1959. Più interessato alla politica del Nord, affidò a Balewa il primo governo federale dell’indipendenza (1960). Attivo in ambito islamico internazionale, fu ucciso nel golpe ...
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Callistene di Olinto
Storico greco (n. 370 ca.-m. 327 a.C.). Visse presso Aristotele, di cui era parente, ad Atarneo e poi a Pella. Accompagnò Alessandro Magno come storiografo ufficiale nella spedizione [...] asiatica. Caduto in disgrazia, fu coinvolto nel cosiddetto processo dei paggi (327) e messo a morte. Rimangono solo pochi frammenti delle sue opere. Fra le maggiori erano le Elleniche, contenenti in 10 ...
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Leone I
Imperatore d’Oriente (n. 411 ca.-m. 474). Successore di Marciano, fu elevato al trono (457) con l’appoggio del patrizio Flavio Ardabur Aspar. Nei rapporti con l’Occidente si ispirò al principio [...] di mantenere l’unità formale dell’impero, assumendo alla morte di Libio Severo (465) la dignità imperiale anche per l’Occidente (lasciò il governo al patrizio Ricimero), benché elevasse poi (467) al trono ...
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Ottone di Frisinga
Cronista medievale (n. 1114 ca.-m. Morimond, Haute-Marne, 1158). Figlio di Liutpoldo d’Austria e di una figlia di Enrico IV imperatore, fu abate del monastero di Morimond e vescovo [...] di Frisinga (1138), partecipò alla crociata con Corrado III (1147-49) e accompagnò Federico Barbarossa, di cui era zio, nelle discese in Italia. Di lui si ricordano il Chronicon seu liber de duabus civitatibus ...
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Pretestato, Vettio Agorio
Politico romano (n. 310 ca.-m. 384). Proconsole d’Acaia sotto l’imperatore Giuliano (362-364), poi praefectus urbi (367-368). Fu uno dei più tenaci difensori del paganesimo; [...] amico di Simmaco, pontefice di Vesta e del Sole, iniziato ai misteri, fu detto princeps religiosorum, e iniziò ai misteri anche la moglie Paolina. Rappresentante del tardo sincretismo misticizzante, quale ...
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Eschine
Politico e oratore greco (Atene 390 ca.-Rodi dopo il 330 a.C.). Inviato con una missione nel Peloponneso (348) per costituire una lega contro la Macedonia, dopo il fallimento di questo tentativo [...] E. passò al partito filomacedone e si convertì all’idea di un accordo con Filippo. Accusato da Demostene di corruzione, dimostrò la propria innocenza ma dovette lasciargli la guida della vita pubblica. ...
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Compagni, Dino
Politico e scrittore (Firenze 1246 ca.-ivi 1324). Guelfo bianco, partecipò all’amministrazione del Comune fiorentino; priore nel 1289 e nel 1301, fu anche console nell’Arte della seta, [...] capitano di Orsanmichele e gonfaloniere di giustizia (1293). Ha legato il suo nome alla Cronica delle cose occorrenti ne’ tempi suoi, che narra la storia di Firenze dal 1280 al 1312, significativa per ...
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Procopio il Grande
Hussita boemo (n. 1380 ca.-m. Lipany, Boemia centrale, 1434). Capo degli hussiti e comandante (dal 1426) degli eserciti taboriti (hussiti radicali). Sconfisse i crociati a Tachov (1427) [...] e a Domažlice (1431). Fu a capo dell’ambasciata boema che prese parte al Concilio di Basilea (1431) e in seguito continuò a trattare con i legati del concilio a Praga finché, soddisfatte le richieste degli ...
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ca
cong. [lat. quam e quia], ant. – Che, perché: Lo padre mio mi fa stare pensosa, Ca di servire a Cristo mi distorna (Compiuta Donzella). La forma è tuttora in uso in qualche dialetto (per es., nel napoletano).
ca'
ca’ (o cà o ca) s. f. – Antico troncamento di casa: E reducemi a ca per questo calle (Dante); anche per indicare le casate nobili: madonna Lisetta da ca’ Quirino (Boccaccio). Rimane vivo e d’uso comune in denominazioni di palazzi storici...