fallace
Guido Favati
Indica ciò che non mantiene le sue premesse (il Cavalcanti [La forte e nova 22] parla di " speranza ch'è stata fallace "), e si dice anche di quel che non costituisce un bene di [...] è pertanto detto fallace in contrapposizione all'eterno ben del Paradiso, nella cui contemplazione gode / l'anima santa di Boezio; quanto fallaci siano le cose terrene anche quando sono perfette come le belle membra di Beatrice, l'ha dimostrato a ...
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Fu monaco benedettino a Fulda, dove studiò con Rabano Mauro; poi verso l'845 a Ellwangen, con carica di abate; poi a Reichenau, poi a San Gallo, dove era nell'854; morì, vescovo di Passau, il 26 dicembre [...] anglosassone Svalo, e poi una vita di Ariolfo, vescovo di Langres, con un dialogo introduttivo, ispirato per il pensiero a Boezio. Il suo scritto più interessante è la lettera a Grimaldo, abate di San Gallo e suo protettore, dove son trattate in ...
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corollario
Alfonso Maierù
Il termine c. è usato due volte da D. (Pg XXVIII 136 e Pd VIII 138) e vale " aggiunta conclusiva ricavata da ciò che è stato dimostrato ". La forma latina (corollarium), diminutivo [...] oltre il dovuto ", " premio del vincitore " (cfr. Varrone Ling. lat. 5 178; Isidoro Etym. XIX XXX 1 De Ornamentis) è passata con Boezio a rendere il termine matematico greco πόρισμα (cfr. Cons. phil. III pr. 10 e IV pr. 3): " conseguenza dedotta da ...
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Uomo politico, cronista e poeta spagnolo (Vitoria 1332 - Calahorra 1407). Di famiglia nobile e potente, fu introdotto dal padre a corte, dove svolse con alterne vicende incarichi di prestigio, pur nell'avvicendarsi [...] ambasciatore, congiunse una notevole attività letteraria.
Opere
Tradusse in castigliano, ma dal francese, Tito Livio, il De consolatione di Boezio, i Moralia di s. Gregorio, ecc. Notevoli più di ogni altra fra le sue opere, le Crónicas, riguardanti ...
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Letterato fiorentino (m. dopo il 1292); fu giudice ed è ricordato in numerosi documenti d'archivio dopo il 1261. È tra i migliori volgarizzatori: tradusse l'Arte della guerra di Vegezio e le Storie di [...] e delle Virtudi (più noto come Introduzione alle Virtù), scritto probabilmente poco dopo il 1274, la cui cornice deriva da Boezio e il nucleo fondamentale dalla Bibbia e da s. Gregorio Magno. Nell'opera di G. confluiscono la corrente trattatistica, a ...
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Timeo
Marta Cristiani
Dialogo di Platone, il più familiare alla cultura medievale, l'unico tradotto in latino fino al sec. XII; D. lo cita solo due volte, in Cv III V 6 e in Pd IV 49, senza tuttavia [...] contenuto di quest'ultimo passo a Pd XIX 86-90, affermando che, se D. ha in comune una parola con il verso di Boezio, con la versione di Calcidio ha in comune un contesto. Con ogni evidenza il problema è però d'importanza ridotta, tenuto conto della ...
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prosillogismus
Occorre solo in Mn I XI 9 (Iste prosillogismus currit per secundam figuram cum negatione intrinseca), ed è il sillogismo mediante il quale si dimostra la verità di una delle premesse di [...] premessa da dimostrare.
Il termine προσυλλογισμός è in Arist. An. pr. I 25, 42b 5 e 28, 44a 22, che Boezio rende con ‛ antesyllogismus ' nel primo luogo e traslittera in ‛ prosyllogismus ' nel secondo. D. vuole dimostrare la validità della premessa ...
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SIMONE di Tournai
Guido CALOGERO
Teologo, insegnò all'università di Parigi tra la fine del sec. XII e il principlo del sec. XIII.
Fra i suoi scritti sono da ricordare: Expositio Symboli S. Athanasii [...] et negationis. In essi si manifesta soprattutto l'influsso della tradizione del neoplatonismo cristiano (attraverso Boezio, lo pseudo Dionigi Areopagita, Giovanni Scoto Eriugena) e insieme dell'agostinismo anselmiano (così si caratterizza ...
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FORTUNA
F. Pomarici
Dea pagana (gr. Týche) che gli scrittori cristiani, in primo luogo Agostino, condannarono decisamente come cieca dispensatrice di felicità terrena, fino a considerarla uno strumento [...] rivela comunque una relazione stretta con le fonti letterarie nel cui contesto è discusso l'eventuale ruolo del testo di Boezio (Courcelle, 1967, p. 141ss.; Kitzinger, 1973, p. 362ss.).Grazie a un resoconto del vescovo Balderico di Dol circa una sua ...
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eternità La durata senza fine del tempo.
I Greci la intesero come infinita estensione nel tempo, che non ha avuto inizio e non avrà termine; ma già secondo Parmenide e poi secondo i neoplatonici, l’e. [...] serie di secoli; ma attribuita a Dio esclude principio e fine e successione; e in tal senso passa in Agostino e in Boezio. Quest’ultimo distingue così l’aeternitas del nunc stans dalla sempiternitas del nunc in tempore, e dà dell’aeternitas la famosa ...
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retòrica (ant. o raro rettòrica) s. f. [dal lat. rhetorica (ars), gr. ῥητορική (τέχνη)]. – 1. a. L’arte del parlare e dello scrivere in modo ornato ed efficace; sorta nella Grecia antica con i sofisti, con finalità prevalentemente pragmatiche,...
adastare
(o adastiare) v. tr. [dal provenz. adastar, cfr. fr. ant. haster (mod. hâter), con gli stessi sign., der. di haste «fretta», dal franco haifst «violenza»], ant. – Affrettare, e anche stimolare, incitare, incalzare: la vita non me...