I latinismi sono elementi linguistici attinti dal latino (parole e significati di parole, elementi grafici o fonetici, costrutti sintattici) e giunti in italiano in momenti diversi della sua storia. Occorre [...] 74). Nella prosa letteraria più sostenuta, per es. nelle parti introduttive del Decameron di ➔ Giovanni Boccaccio, il modello stilistico-sintattico degli storiografi latini si ripercuote sulla struttura della frase (complemento oggetto anticipato a ...
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Il concetto di standard in linguistica identifica una ➔ varietà di lingua soggetta a codificazione normativa (➔ norma linguistica), e che vale come modello di riferimento per l’uso corretto della lingua [...] Trecento, che grazie al prestigio letterario delle cosiddette tre corone fiorentine (➔ Dante, ➔ Francesco Petrarca e ➔ Giovanni Boccaccio) e alla supremazia economica e culturale raggiunta in quell’epoca da Firenze, e incrementata nel Quattrocento ...
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FORTUNIO, Giovanni Francesco
Gino Pistilli
Nacque probabilmente a Pordenone nel decennio 1460-70.
Il luogo di nascita non è sicuro, perché se in documenti d'archivio di area triestina è chiaramente [...] stato giustamente rilevato, l'opera del F. è una grammatica della lingua scritta dei Toscani del Trecento (Dante, Petrarca, Boccaccio) per la lingua scritta dei dotti del Cinquecento. Questo assunto è alla base del tentativo del F. di "regolarizzare ...
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FALCUCCI, Francesco Domenico
Guido Fagioli Vercellone
Nacque il 4 ott. 1835 a Magna Soprana, casale presso Rogliano (Capo Corso), all'estremo Nord della Corsica, in una famiglia benestante di antica [...] illustrati dei dialetti corsi, nel volume I parlari italiani in Certaldo alla festa del V centenario di messer G. Boccaccio (Livorno 1875, pp. 571-603), consistente nella traduzione della novella I, 9 del Decamerone nei dialetti di Rogliano, Bastia ...
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Italia mediana è l’appellativo, suggerito da Bruno Migliorini negli anni Cinquanta (Migliorini 1963: 177; e cfr. Pellegrini 1977: 30-31), per il territorio che comprende tutta l’area orientale e centro-meridionale [...] , 28 maggio-1° giugno 1967), Gubbio, Centro di studi umbri.
La Dama di Guascogna e il re di Cipro. Novella di Giovanni Boccaccio (Dec. I, 9) tradotta nei parlari del Lazio (1930), in I dialetti di Roma e del Lazio. Studi e documenti pubblicati in ...
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L’aspetto è una categoria grammaticale dei ➔ verbi che esprime diversi modi di vedere la scansione temporale interna a una situazione. Bertinetto (1986: 76) descrive come segue le proprietà aspettuali [...] romore,
e ’l ciel più ner cominciò a parere;
il teatro tremò, e ogni porta cigolò forte ne’ cardini storta
(Boccaccio, Teseida, libro 9).
Bertinetto, Pier Marco (1986), Tempo, aspetto e azione nel verbo italiano. Il sistema dell’indicativo, Firenze ...
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Il melodramma è un genere teatrale nato in Italia a cavallo tra Cinquecento e Seicento che, sulla base della riflessione teorica sulla musica (e sul suo rapporto con la poesia) svolta nel tardo Rinascimento, [...] crociata, Luisa Miller, Un ballo in maschera, Goldoni, Manzoni, ecc.); «vago sembiante» (Oberto, Otello, già a partire da Boccaccio e fino a Goldoni e Leopardi); «vile seduttore» (Giovanna d’Arco, Simon Boccanegra, La forza del destino, La battaglia ...
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In ambito linguistico e letterario, con purismo si intende ogni dottrina e atteggiamento critico-normativo, a carattere tradizionalista, che rifiuta e condanna con intransigenza ➔ neologismi, tecnicismi, [...] sì che […] solo la lingua toscana avesse degli scrittori che la rendettero chiara ed illustre […], e furono Dante, e il Boccaccio e il Petrarca. […] Ora io dico: essere quello appunto l’aureo secolo della lingua toscana, dal quale è bisogno ritrarre ...
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L’alfabeto italiano è l’insieme dei segni grafici o ➔ grafemi (o in termini usuali, lettere) che servono a trascrivere la lingua italiana. L’alfabeto italiano prosegue l’alfabeto della lingua latina, che [...] , che si ebbe una pressoché definitiva stabilizzazione dell’alfabeto. Individuato nel fiorentino di Dante, Petrarca e Boccaccio il modello di riferimento, i diversi volgari italiani iniziarono un lento e mai concluso processo di approssimazione ...
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La Campania non è un’area uniforme dal punto di vista linguistico (Radtke 1997; De Blasi 2006a), poiché nessun dialetto (nemmeno il napoletano, parlato a Napoli e nei dintorni) ha mai raggiunto lo status [...] le voci che, in ogni parte della regione, rimandano ad aspetti della realtà e della cultura materiale come boccaccio «recipiente di vetro per conservare alimenti», buatta «scatoletta di latta (usata in particolare per i pomodori pelati)», ceneriera ...
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boccaccia
boccàccia s. f. [pegg. di bocca] (pl. -ce). – 1. Bocca grande e sgraziata o sformata; si usa soprattutto come espressione di spregio o riferito a persona maldicente o sboccata: chiudi questa b.; non dar retta a quella boccaccia....