Aleramo, Sibilla & Campana, Dino (2000), Un viaggio chiamato amore. Lettere 1916-1918, a cura di B. Conti, Milano, Feltrinelli.
Asor Rosa, Alberto (2002), L’alba di un mondo nuovo, Torino, Einaudi.
Bachelard, [...] o guaste, Firenze, Le Monnier.
Vitale, Maurizio (2002), La riscrittura del Decameron: i mutamenti linguistici, in Il capolavoro del Boccaccio e due diverse redazioni, a cura di V. Branca & Id., Venezia, Istituto veneto di scienze lettere ed arti ...
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Sebbene con italiano si alluda qui alla lingua, non a chi la parla, la diffusione della lingua italiana fuori d’Italia può spesso essere desunta solo dal contatto con la civiltà italiana. Questa considerazione [...] italiana le prime opere percepite fuori d’Italia, verso il 1400, fossero quelle scritte in latino, per es. di ➔ Boccaccio e ➔ Petrarca. A volte anche le opere in volgare circolavano prima in traduzione latina, e la prima traduzione francese del ...
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La norma linguistica può essere definita «come un insieme di regole, che riguardano tutti i livelli della lingua (fonologia, morfologia, sintassi, lessico, testualità), accettato da una comunità di parlanti [...] due secoli: il fiorentino trecentesco nell’elaborazione letteraria di Dante e, soprattutto, del Petrarca del Canzoniere e del Boccaccio del Decameron. Questo, se impedì una netta frattura con la fase medievale (come avvenne, per es., in francese ...
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PASQUALI, Giorgio
Antonio La Penna
PASQUALI, Giorgio. – Nacque a Roma il 29 aprile 1885 da Gustavo e da Anna (Marianna) Lasagni.
Il padre, esperto di diritto internazionale e professionista ben noto, [...] a lui e a Vitelli dedica la sua opera monumentale. La ricerca sulle varianti d’autore si estende a Petrarca e a Boccaccio; nell’area della letteratura italiana il grande pioniere era stato Michele Barbi, verso cui Pasquali nutrì alta stima e affetto ...
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Si intendono per volgari medievali d’Italia le varietà linguistiche diverse dal latino scritte in Italia nel medioevo e nel primo Rinascimento prima dell’imporsi del fiorentino, chiamato ben presto toscano [...] Bembo, che appoggiava la lingua letteraria all’uso degli autori fiorentini del Trecento, soprattutto ➔ Francesco Petrarca e ➔ Giovanni Boccaccio, spezza il filo che le lingue cortigiane mantenevano con la lingua parlata, e dunque anche con i volgari ...
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L’enigma (dal gr. áinigma «discorso coperto») è una forma letteraria tradizionale nella quale un testo, normalmente in versi, fa allusione in modo più o meno criptico a un tema nascosto che il destinatario [...] della parola indovinello sia riferita a questa variante licenziosa del gioco. Si tratta di un cenno che ➔ Giovanni Boccaccio fa, nel Corbaccio, alla trecentesca Canzone (o Novella) dello Indovinello, dove indovinello sta per il membro maschile ...
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Si chiama dislocazione (cioè «spostamento») un tipo di costruzione tipica della lingua parlata (ma riscontrabile, fin dall’italiano antico, anche in alcune varietà di quella scritta: vedi oltre; ➔ lingue [...] tradizione letteraria, le dislocazioni possono essere tratti stilistici consapevolmente utilizzati. È il caso, per citare l’esempio più noto, di ➔ Boccaccio:
(78) Dio il sa, che dolore io sento (Dec. V, 10)
(79) Vedi, Lusca, tutte le cose che tu mi ...
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Il Settecento fu un secolo decisivo per le sorti della lingua italiana, investita dalle grandi innovazioni culturali del periodo, che mettono in moto il processo destinato a modernizzarne le strutture, [...] per qualche tempo a Firenze ad imparar dalle balie e dalle fantesche ciò che altrove si mendica dal Bembo, dal Boccaccio o dalla Crusca medesima»; invece Vittorio Alfieri stabilisce la sua residenza a Firenze nell’intento di impossessarsi di «quella ...
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Le interrogative dirette sono frasi indipendenti (come negli esempi 1 e 2) o principali (es. 3) che contengono una domanda:
(1) hai dormito bene?
(2) quando vieni?
(3) pensi che Carlo abbia ragione?
Nella [...] mi conviene nodricare? Vo’ tu che io li abandoni? (Novellino LXXII)
(44) reputianci noi men care che tutte l’altre? (Boccaccio, Dec. I, Introduzione)
(45) Sapete voi qual è la più bella storia che sia nella Bibbia? (Franco Sacchetti, Trecentonovelle ...
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L’opera in volgare di Francesco Petrarca (Arezzo 1304 - Arquà 1374) si esaurisce nelle 366 liriche d’amore che compongono i Rerum vulgarium fragmenta (indicato più comunemente, a partire dal Quattrocento, [...] , Domenico (1997), Memoriale petrarchesco, Roma, Bulzoni.
Manni, Paola (2003), Il Trecento toscano. La lingua di Dante, Petrarca, Boccaccio, in Storia della lingua italiana, a cura di F. Bruni, Bologna, il Mulino.
Praloran, Marco (2003), Figure ...
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boccaccia
boccàccia s. f. [pegg. di bocca] (pl. -ce). – 1. Bocca grande e sgraziata o sformata; si usa soprattutto come espressione di spregio o riferito a persona maldicente o sboccata: chiudi questa b.; non dar retta a quella boccaccia....