. Termine usato in biologia per indicare il passaggio di una cellula, di un tessuto da una condizione di organizzazione più o meno generale e omogenea ad una più speciale ed eterogenea (E. G. Conklin); [...] .
Durante lo sviluppo di un organismo si ritiene, almeno in una gran parte dei casi, che i blastomeri dell'uovo in segmentazione posseggano in loro insita la capacità al differenziamento autonomo conseguente alla loro particolare organizzazione e ...
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GASTRULA (dal lat. gastrula "piccola coppa")
Pasquale Pasquini
Nome dato da H. Haeckel (1872) a quello stadio di sviluppo che attraversano i Metazoi, successivamente a quello di blastula (v.). Si origina [...] modalità a seconda della quantità e distribuzione dei materiali vitellini nell'uovo e che consiste nella separazione dei blastomeri più o meno indifferenti, costituenti la blastula, in due strati epiteliali o foglietti germinativi, l'ectoderma (v.) e ...
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In biologia animale e vegetale, organismo in via di sviluppo, derivato dall’uovo fecondato, dopo che dalla condizione unicellulare è passato a quella pluricellulare.
In particolare, nell’uomo è detto e. [...] la formazione di un e. difettoso di quegli organi e di quelle strutture che normalmente si sviluppano dal blastomero o dai blastomeri eliminati. Sulle uova di ricci di mare H. Driesch (1892-1900) ottenne invece risultati sorprendenti (fig. 3), che ...
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In biologia, potenza p. (ted. prospektive Potenz): espressione introdotta da H. Driesch per indicare la somma di tutti i possibili destini di una parte dell’uovo o dell’embrione all’inizio dello sviluppo; [...] all’inizio dello sviluppo. Nelle uova regolative la potenza p. supera di gran lunga il significato p. (uno dei due primi blastomeri dell’uovo di riccio di mare, isolato, dà origine a un embrione completo e non alla metà di un embrione come avrebbe ...
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Termine usato comunemente in biologia e in special modo in embriologia sperimentale per indicare quei cambiamenti che si producono durante lo sviluppo nell'uovo, in seguito al sorgere e allo stabilirsi [...] , ad es., l'uovo degli anfibî rappresenterebbe la condizione di transizione fra le due categorie, in quanto la potenza di un blastomero varia a seconda di come si distribuiscono in esso i materiali formativi (O. Schultze; T. H. Morgan).
I fenomeni di ...
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In biologia, e. del soma, espressione usata per indicare il fatto che in molti animali (e in particolare nei Vertebrati) le cellule somatiche non hanno sessualità, ma possono acquistare caratteri maschili [...] a seconda degli ormoni circolanti nell’organismo.
E. dell’uovo Espressione introdotta da H. Driesch, per indicare la capacità di una parte dell’uovo (per es., uno dei primi due o dei primi quattro blastomeri) di dare origine a un embrione intero. ...
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Dal concepimento alla nascita
Claudio Giorlandino
Il concepimento L'uomo, come gli altri animali, garantisce la continuità della sua specie nel tempo e la trasmissione delle sue caratteristiche alle [...] che, invece, daranno luogo all'embrioblasto, o embrione vero e proprio. Quindi, anche se allo stato di morula i blastomeri sembrano uguali, in realtà, sono già destinati a compiti differenti. Lo stadio di morula di norma viene raggiunto al compimento ...
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La seconda rivoluzione scientifica: scienze biologiche e medicina. Dall'embriologia sperimentale alla biologia dello sviluppo
Jane Maienschein
Dall'embriologia sperimentale alla biologia dello sviluppo
L'embriologia [...] era differente da quello delle uova di rana di Roux: non si formavano embrioni a metà ma, piuttosto, ogni blastomero produceva una blastula strutturata normalmente, anche se di grandezza pari alla metà. Il risultato non si confaceva alla teoria dello ...
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Fecondazione assistita
Carlo Flamigni
La storia
L'era dei grandi progressi nel campo della biologia della riproduzione si è aperta negli anni Sessanta del 20° sec., con la messa a punto di metodi utili [...] relativamente complessa ed è eseguita di routine (con ottimi risultati) da pochissimi centri. Sul prelievo di uno o due blastomeri si è molto discusso per vari motivi. Problemi etici a parte, viene criticata la possibilità di errori dovuti al metodo ...
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embriogenesi
Sviluppo dell’embrione dall’uovo fecondato o attivato (detta anche ontogenesi o sviluppo embrionale), che consiste nell’ordinata sequenza dei fenomeni di accrescimento, di differenziamento [...] in una serie di divisioni mitotiche che trasformano l’uovo fecondato in una massa (morula) costituita da 16 cellule (o blastomeri). A questo stadio la morula entra nell’utero. Si chiama blastocisti o blastula lo stadio definitivo raggiunto dalla ...
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blastomero
blastòmero s. m. [comp. di blasto- e -mero]. – In embriologia, ciascuna delle cellule in cui si divide l’uovo durante il processo di segmentazione; i blastomeri possono essere della stessa grandezza, oppure di dimensioni differenti...
totipotente
totipotènte agg. [comp. del lat. totus «intero» e di potente inteso nel suo valore participiale («che può, che ha la capacità di»)]. – 1. In embriologia animale, riferito a certi blastomeri (come quelli delle uova dei ricci di...