Ogni concezione che identifica il contenuto della conoscenza con stati mentali. In questo senso nel 20° sec. è stata considerata una forma di m. la gnoseologia di J. Locke, G. Berkeley e D. Hume, e così [...] anche la filosofia di J.S. Mill e l’atomismo logico di G.E. Moore e di B. Russell. L’etichetta di m. è stata abitualmente usata in senso critico per riferirsi alle teorie psicologiche che fanno ricorso ...
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Studioso inglese di filosofia e di economia (Sheffield 1791 - Cheltenham 1870); seguace dell'empirismo nella teoria della conoscenza e dell'utilitarismo in etica, fu noto soprattutto per la sua critica [...] alla teoria della visione di Berkeley (Review of Berkeley's theory of vision, 1842) e per A critical dissertation on the nature, measure and causes of value (1825, rist. 1931), che con acume e originalità mise in luce punti deboli della teoria ...
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Filosofo inglese (Langford Magna, Wiltshire, 1680 - ivi 1732). La sua opera principale è la Clavis universalis (1713), che ha come sottotitolo "dimostrazione della non esistenza o impossibilità di un mondo [...] esterno", e in cui sia il metodo sia le conclusioni sono analoghe a quelle di G. Berkeley. È certo tuttavia che un primo abbozzo della sua dottrina è del 1708, e quindi del tutto indipendente dal Berkeley. ...
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Filosofa e studiosa di teoria della politica (Hannover 1906 - New York 1975). Allieva di E. Husserl, K. Jaspers e M. Heidegger, fu costretta a emigrare per motivi razziali dapprima in Francia, poi negli [...] USA, dove ha insegnato nelle università di Berkeley, Princeton, Chicago (dal 1963) e alla New School for Social Research di New York (dal 1967). Con The origins of totalitarianism (1951, trad. it. 1967) la A. ha dato una delle prime e più ...
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In filosofia, nome generico di ogni concezione che tende a risolvere la realtà nel pensiero.
Il termine i. si cominciò a usare tra la fine del 17° sec. e il principio del 18°, per designare l’atteggiamento [...] speculativo di chi, come G. Berkeley, riduceva a «idea» (nel senso di contenuto soggettivo della coscienza ➔ idea) ogni realtà oggettiva; tale i. fu poi combattuto specialmente da I. Kant come i. soggettivo, cui egli contrapponeva il suo i. ...
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Filosofo britannico (Westcliff, Essex, 1929 - Roma 2003). Considerato uno tra i più influenti filosofi morali della tradizione analitica, W., segnalatosi alla fine degli anni Cinquanta del Novecento con [...] di Cambridge (1967-79), di cui fu successivamente rettore (1979-87), dal 1988 insegnò alla University of California a Berkeley. Nell'ambito delle questioni etiche, W., mettendo in evidenza i limiti e l'esaurirsi degli orientamenti fondazionali, del ...
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Filosofa statunitense (n. Cleveland, Ohio, 1956). Ultimati gli studi universitari a Yale (1984) si è posta al centro del dibattito post-strutturalista e ha contribuito alle tematiche di genere, identità [...] con numerosi saggi e articoli. Docente presso il dipartimento di Retorica e letterature comparate all’Università della California (Berkeley) e presso la European Graduate School, nel 1990 ha pubblicato Gender trouble, in cui ha messo in discussione ...
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Filosofo serbo naturalizzato statunitense (n. Belgrado 1937). Professore presso la New York University, è conosciuto nel campo dell'epistemologia e della filosofia della mente, ma ha pubblicato lavori [...] , filosofia del diritto).
Vita
Laureatosi presso la Cornell University (1958), è stato prof. presso la University of California a Berkeley (dal 1963), la Princeton University (dal 1966) e la New York University (dal 1980). Allievo di J. Rawls, si ...
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Storico della filosofia e psicologo (Bremervörde 1748 - Marburgo 1803). Professore di lingue antiche al Collegium Carolinum di Kassel (dal 1776), di filosofia e lingua greca a Marburgo (dal 1786), ebbe [...] der stoischen Philosophie, 3 voll., 1776; Griechenlands erste Philosophen, 1780; Geist der speculativen Philosophie von Thales bis Berkeley, 6 voll., 1791-97; Theätet, oder über das menschliche Wissen, ein Beitrag zur Vernunftkritik, 1794). Assai ...
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TAYLOR, Alfred Edward
Filosofo, nato il 22 dicembre 1869 a St Andrews (Scozia). Educato al New College (Oxford) insegnò a Montreal e a Edimburgo, fece parte del Merton College (Oxford), è membro dell'Accademia [...] tutte le distinzioni fra bene e male non fossero per avventura soltanto infondate e soggettive, studiò, in seguito, Berkeley, Platone, Aristotele e Kant, Hegel, i grandi filosofi del seicento, e, dei contemporanei, Green, Bradley, Alxeander, Ward e ...
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blursday (Blursday) s. m. inv. Perdita del senso del tempo, consistente in una squilibrata percezione del flusso e delle normali scansioni temporali. ◆ Quest'anno, invece, [i ricercatori e lessicografi dell'Oxford English Dictionary] si sono...
euroislam
(Euroislam, Euro-Islam), s. m. inv. Il processo di integrazione e compenetrazione della cultura occidentale europea con quella islamica. ◆ «Euro-Islam», Bassam Tibi scandisce la parola che rappresenta il suo concetto chiave, un concetto...