Filosofo (Dysert, Irlanda, 1685 - Oxford 1753). Studiò a Dublino presso il Trinity College, dove fu anche lettore (dal 1707 al 1724), insegnando di volta in volta greco, ebraico e teologia. Ministro della chiesa anglicana (1710), nel 1734 fu nominato vescovo di Cloyne, in Irlanda. B. trascorse lunghi periodi della sua vita a Londra e a Oxford; frequenti furono i suoi viaggi in Europa e tra il 1716 ...
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Filosofo statunitense (Springfield 1917 - Berkeley, California, 2003), fu prof. di filosofia nelle univ. di Stanford, di Princeton e di California. Influenzato da W. V. Quine, si occupò di problemi semantici, [...] segnalandosi per una teoria del significato fondata sulla teoria della verità di A. Tarski. Di grande rilievo e influenza sono stati inoltre i suoi studî sull'interpretazione filosofica e la spiegazione ...
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Filosofo statunitense (Terre Haute, Indiana, 1929 - Berkeley, California, 2017). Interessato alla filosofia europea, in particolare alla tradizione fenomenologico-ermeneutica, di cui è uno dei più autorevoli [...] da alcun programma per calcolatore.
Vita
D. ha insegnato al MIT (1960-68) e, dal 1968, nell'Università della California a Berkeley.
Opere
What computers can't do. The limits of artificial intelligence (1972; trad. it. 1988); Michel Foucault. Beyond ...
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Filosofo austriaco (Vienna 1924 - Genolier 1994), prof. a Berkeley (1961), alla Freie Universität di Berlino (1967-69), alla London University (1967-70), alla Yale University (1969-70) ed infine a Zurigo [...] (1980). F. è l'esponente di punta di una filosofia della scienza centrata sull'impossibilità di una giustificazione puramente razionale delle teorie scientifiche, sull'incommensurabilità di queste e sull'autoritarismo ...
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Filosofo statunitense (n. Denver 1932); dal 1959 prof. nell'univ. della California a Berkeley. Formatosi a Oxford, dove è stato in contatto con i maggiori esponenti della "filosofia del linguaggio ordinario" [...] (J. L. Austin in particolare), S. è noto soprattutto per il suo approccio pragmatico al problema del significato, caratterizzato dalla teoria degli "atti linguistici", per la quale le emissioni verbali ...
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Storico della filosofia (n. Huddersfield, Yorkshire, 1896 - m. 1980), prof. di filosofia nella univ. di Hull (1928-61); socio straniero dei Lincei (1965). Si è occupato soprattutto di G. Berkeley (Bibliography [...] of G. B., 1934, nuova ed. 1974; Berkeley's principles of human knowledge, 1937; G. B. in Italia: il viaggio di un erudito, 1979), alla edizione delle cui opere ha collaborato (1948-57). Notevoli gli scritti di orientamento cristiano (è stato membro ...
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Filosofo (n. Leeds 1923 - m. 1995), prof. a Oxford dal 1949. Uno dei più rappresentativi esponenti della filosofia ossoniense del linguaggio ordinario. Ha unito a interessi storici (Berkeley, 1953, 2a [...] ed. 1969; English philosophy since 1900, 1958, 2a ed. 1969) un impegno teorico con particolare attenzione per i problemi etici (Contemporary moral philosophy, 1967; trad. it. 1974; The object of morality, ...
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Termine filosofico con cui talora fu designata la teoria idealistica risolvente nell’esperienza conoscitiva ogni presupposto di realtà oggettiva e ‘materiale’. Con tale nome fu designata da G. Berkeley [...] la propria dottrina, in quanto negava l’esistenza oggettiva non solo delle ‘qualità secondarie’ (Locke), ma anche delle ‘qualità primarie’ e di ogni loro possibile ‘sostrato materiale’ ...
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Storico della filosofia italiano (Carrara 1902 - Pisa 1990). Dal 1950 ha insegnato negli Stati Uniti, alla Columbia University di New York (1950-60), poi alla University of California di Berkeley, fino [...] al ritorno in Italia, dove è stato dal 1971 prof. di filosofia della storia all'univ. di Roma. Studioso del pensiero hegeliano (La nascita della dialettica hegeliana, 1930; Interpretazione di Hegel, 1943, ...
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Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni [...] la realtà stessa, senza alcun residuo (f. ontologico). I. Kant fu invece un fenomenista gnoseologico, in quanto affermò che possiamo conoscere soltanto i fenomeni, ma ammise l'esistenza della 'cosa in ...
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blursday (Blursday) s. m. inv. Perdita del senso del tempo, consistente in una squilibrata percezione del flusso e delle normali scansioni temporali. ◆ Quest'anno, invece, [i ricercatori e lessicografi dell'Oxford English Dictionary] si sono...
euroislam
(Euroislam, Euro-Islam), s. m. inv. Il processo di integrazione e compenetrazione della cultura occidentale europea con quella islamica. ◆ «Euro-Islam», Bassam Tibi scandisce la parola che rappresenta il suo concetto chiave, un concetto...