Filosofo francese (Namur, Belgio, 1813 - Parigi 1900); dopo avere studiato al Collège Rollin e aver seguito le lezioni di Schelling a Monaco, ebbe nel 1837 il premio dell'Accademia delle scienze di Berlino [...] esperienze speculative. Notevole l'influenza di R.-M. sul pensiero francese, nel ricollegarlo alla tradizione spiritualistica e volontaristica di Maine de Biran e orientarlo verso il contingentismo di É. Boutroux e l'intuizionismo di H. Bergson. ...
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Storico e critico (Aix-en-Provence 1865 - Arthez-d'Asson 1933). Entrato nella Compagnia di Gesù, studiò in Inghilterra, dove subì profondamente l'influsso di Newman (Newman, 1906), orientandosi fin dai [...] modernisti, che egli vide attraverso Tyrrel, e comprese fin tanto che essi sentirono le suggestioni di M. Blondel e H. Bergson e ai quali si tenne vicino umanamente (si pensi all'assoluzione da lui impartita in extremis a Tyrrell) anche quando era ...
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simbolismo Corrente artistica e letteraria sorta in Francia e diffusasi in Europa sullo scorcio del 19° sec. caratterizzata, in opposizione al realismo e al naturalismo, dalla tendenza a non rappresentare [...] .F. Hegel e della filosofia idealistica tedesca, la lettura di A. Schopenhauer e di T. Carlyle, le teorie di H. Bergson, che sostennero autorevolmente l’indirizzo simbolista. Figura influente è quella di C. Baudelaire: alcuni temi delle Fleurs du mal ...
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TOURNIER, Michel
Paola Ricciulli
Scrittore francese, nato a Parigi il 19 dicembre 1924. Dopo aver compiuto studi umanistici e giuridici, ha conseguito il diploma di studi superiori in filosofia, senza [...] Magi); i filosofi che lo aiutano nella sapiente opera di ricostruzione vanno da Aristotele a Platone a Kant, fino a Sartre e Bergson. La sua fama è legata soprattutto a Vendredi ou les limbes du Pacifique (1967; trad. it., 1968), da cui ha tratto una ...
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La fortuna di Croce fuori d’Italia
Giacomo Bottos
Se il pensiero e l’opera di Croce sono spesso associati alla specifica vicenda italiana (in relazione al giudizio di una provincialità spesso imputata [...] è da reperirsi, secondo Carr, nel fatto che lo spirito si trovi «insidiato da un’illusione»: questa illusione è, per Bergson, «che il cangiamento sia condizionato da cose che non cangiano» e, per Croce, «il concetto dell’esistenza di qualcosa di ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Luigi Catalani
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Una lettura originale del vitalismo bergsoniano, di Spinoza e Nietzsche, Gilles Deleuze [...] . Il che equivale a dire che l’Essere si risolve interamente nel divenire – insegnamento che Deleuze ricava dalla filosofia di Bergson.
L’univocità e la ripetizione
Se ha senso parlare di un Essere del divenire è solo a condizione di postulare una ...
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tempo, idea del
Anna Lisa Schino
Come l’uomo concepisce il trascorrere degli eventi
La nozione di tempo costituisce uno degli elementi costanti della riflessione filosofica e scientifica. Tale nozione [...] si mescolano e formano un flusso che continuamente si arricchisce e che viene costituendo la «valanga» della memoria. Bergson contrappone tale dimensione della coscienza come fluire ininterrotto e slancio vitale – che è una dimensione irrazionale o ...
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Benito Mussolini
Massimo L. Salvadori
Il duce del fascismo
Benito Mussolini ha dominato la storia italiana per oltre un ventennio, dal 1922 al 1945. Divenuto, negli anni del suo potere, una delle figure [...] , in maniera composita, del pensiero di Karl Marx, del sindacalista rivoluzionario Georges Sorel, dei filosofi Henri L. Bergson e Friedrich Nietzsche. Egli faceva pubblica affermazione di ateismo e anticlericalismo.
Nel 1911 fu in prima fila nell ...
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durata
La definizione più antica di d. è quella di Aristotele, secondo cui è da intendersi con questo termine il periodo di tempo che una cosa occupa nella sua esistenza, in altre parole il suo ciclo [...] tempo. Nella filosofia contemporanea, particolare fortuna ha goduto il concetto di d. reale o pura nella filosofia di Bergson (➔), in cui, contrapposto al concetto di tempo, suo simbolo spazializzato, designa la forma che assume la successione dei ...
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Scrittore e critico svizzero, nato a La Chaux-de-Fonds il 17 luglio 1901, morto a Roma il 3 maggio 1957. Studiò alla facoltà di lettere di Ginevra; alla Sorbona conseguì la licenza e il dottorato in lettere. [...] -même, 1954). Ha pubblicato inoltre: Le naturalisme de Montaigne et autres essais, in collab. con E. Seillière (1938); H. Bergson, in collab. con P. Thévenaz (1943); La Quête du Graal (1944); Balzac visionnaire (1946); Patience de Ramuz (1949); Les ...
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slancio
slàncio s. m. [der. di slanciare; l’uso fig. è modellato sul fr. élan]. – 1. Atto di slanciarsi, rapido movimento del corpo per balzare in avanti, in alto o in basso: con uno s. saltò sulla moto e partì; con uno s. improvviso il cane...
irrazionalismo
s. m. [der. di irrazionale]. – Atteggiamento di pensiero o dottrina filosofica secondo cui la ragione – intesa come facoltà che procede per distinzioni, definizioni e deduzioni logiche – è incapace di dare una spiegazione esauriente...