Col termine burocratese si indicano, con accezione negativa, lo stile comunicativo e il linguaggio inutilmente complicato utilizzati da amministrazioni e istituzioni pubbliche nelle comunicazioni (prevalentemente [...] tardano a manifestarsi prese di posizione contro l’incomprensibilità di tali scritture, che, come lamentato già nel 1540 da ➔ BenedettoVarchi (Storia fiorentina XVI, 4), «appariscono ancora più lettere scritte non in cifra, ma in un gergo a uso di ...
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Lionardo Salviati (1539-1589) fu uno dei protagonisti della ➔ questione della lingua del Cinquecento. Appartenente a un’illustre famiglia fiorentina le cui vicende si intrecciano con quelle dei Medici [...] e spazio al verbo. Vale la pena notare che Salviati, seguendo in parte l’insegnamento del suo maestro BenedettoVarchi, rompe gli schemi tradizionali, applicando al verbo un sistema combinatorio, basato su tre parametri: quelli del tempo (passato ...
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Pietro Bembo nacque a Venezia il 20 maggio 1470 da una grande famiglia patrizia. Studiò greco dal 1492 al 1494 a Messina alla scuola di Costantino Lascaris, quindi filosofia a Padova e a Ferrara. A Ferrara [...] poi l’ed. 1538, più simile alle aldine del 1501-1502 (Tavoni 1994), e l’edizione postuma 1549, con introduzione di BenedettoVarchi (cfr. Antonio Sorella, in Morgana, Piotti & Prada 2001), importante dal punto di vista ideologico, perché concilia ...
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Gian Giorgio Trissino, nato a Vicenza nel 1478 e morto a Roma nel 1550, è uno dei letterati di maggior rilievo della prima metà del Cinquecento (➔ Umanesimo e Rinascimento, lingua dell’) e il più importante [...] linguistico-letterario risultò senz’altro perdente rispetto alla linea tosco-fiorentina rappresentata da ➔ Pietro Bembo, ➔ BenedettoVarchi e ➔ Lionardo Salviati. Va detto però che Il Castellano, ristampato più volte secondo l’ortografia tradizionale ...
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Leonardo (Vinci 1452 - Amboise 1519), è una delle figure più note nella storia della civiltà umana: il suo nome è, per antonomasia, sinonimo di genio, non solo in italiano, ma in molte altre lingue del [...] Marinoni (1944-1952: vol. 1°, 74-75) e Altieri Biagi (1998: 79), Leonardo appartiene alla classe culturale che ➔ BenedettoVarchi definì dei «non idioti», vale a dire le persone colte, ma non ‘letterate’ di professione. Leonardo fa parte infatti di ...
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Angelo Ambrogini, detto il Poliziano (Montepulciano 1454 - Firenze 1494), fu uno dei maggiori umanisti e poeti del Quattrocento (➔ Umanesimo e Rinascimento, lingua dell’). Accolto giovanissimo in casa [...] bembiano ormai alle porte. Nonostante infatti l’ammirazione di letterati come ➔ Baldassarre Castiglione, Annibale Caro, ➔ BenedettoVarchi, ➔ Lionardo Salviati (nonché, in parte, dello stesso ➔ Pietro Bembo), e la conseguente inclusione nella lista ...
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DEL PRETE, Leone
Maura ScarlinoRolih
Nacque a Lucca nel 1821 da Lorenzo e da Teresa Fabi. Dopo gli studi liceali compì nella sua città gli studi di giurisprudenza, seguendo le orme del padre.
Lorenzo [...] ; Favole di Esopo in volgare, testo di lingua inedito dal codice Palatino già Guadagni, ibid. 1864, Detti sentenziosi di BenedettoVarchi, ibid. 1869; Due novelle di M. Levanzio da Guidicciolo, ibid. 1869; Nuove lettere di Luigi Pulci a Lorenzo il ...
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lode
lòde (ant. lòda) s. f. [lat. laus laudis]. – 1. a. Parola, frase, discorso (pronunciato o scritto) con cui si manifesta piena approvazione per l’operato, il comportamento di una persona, o se ne riconoscono i meriti, le qualità; anche...
neocomunitarismo
s. m. Riproposizione di un sistema sociale e civile nel quale la storia e gli interessi di una comunità, locale o globale, prevalgono sulle singole individualità. ◆ [tit.] La strada moderata al neocomunitarismo (Giornale,...