Critico statunitense di origine canadese (Peterborough, Ontario, 1923 - Athens, Georgia, 2003). Prof. nell'univ. di Santa Barbara, California. La funzione della critica fu per K. innanzi tutto elucidazione: [...] si concentrò quasi interamente su questo periodo, studiando autori quali E. Pound, W. Lewis, J. Joyce, T. S. Eliot e S. Beckett. Tra le sue opere più importanti: The poetry of Ezra Pound (1951), seguito nel 1972 dall'ampio The Pound era; Wyndham ...
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Lo Cascio, Luigi. − Attore italiano (n. Palermo 1967). Ha iniziato la carriera di attore in teatro, dove ha esordito nel 1988 con una piccola parte in Aspettando Godot di S. Beckett, per la regia di F. [...] Tiezzi. Nel 1992, diplomatosi all’Accademia nazionale d’arte drammatica, ha lavorato ancora in teatro con G. Patroni Griffi e C. Checchi. Il successo cinematografico gli è giunto subito, con il suo film ...
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Attore e regista teatrale (Neuilly-sur-Seine 1907 - Parigi 1984); esordì nel 1935 come attore e aiuto regista in Les Cenci di A. Artaud. Presto riconosciuto come uno dei più significativi interpreti dell'avanguardia [...] fu nel 1953 che si affermò allestendo con grande successo la prima di En attendant Godot di S. Beckett. In seguito ha diretto altre novità di Beckett (Fin de partie, 1957; La dernière bande, 1960; Oh! Les beaux jours, 1963); di H. Pinter (Le gardien ...
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Scrittore statunitense (Cambridge, Maryland, 1930 - Bonita Springs, Florida, 2024); professore alla Johns Hopkins University. La sua vena di narratore arguto, fantasioso, paradossale, intesa all'interiorità [...] rigore formale, traduce una visione ironicamente nichilistica della vita, con le ascendenze più disparate (Boccaccio, Rabelais, Borges, Beckett, Nabokov). Nelle sue opere B. tenta la via di nuove soluzioni tecniche, in cui alla pagina scritta si ...
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Regista e scenografo (Genova 1921 - ivi 1989). Esordì come mimo con A. Fersen, quindi fu nella compagnia "Il carrozzone" di F. Piccoli, come attore, scenografo e costumista (1947-53). Dopo alcune esperienze [...] La borsa d'Arlecchino, piccolo teatro d'avanguardia che si impose soprattutto per l'attenzione alla drammaturgia dell'assurdo (Ionesco, Beckett, Adamov). Con il suo gusto del grottesco e la sua capacità di smitizzare i testi, T. si affermò come uno ...
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Attore, mimo e regista teatrale statunitense (New York 1925 - Newton, Massachusetts, 2018). Formatosi in Francia alla scuola di É. Decroux e di M. Marceau, seguì la compagnia Decroux a Parigi e in Israele [...] estrema versatilità. Interprete di rara intelligenza e preparazione si è cimentato con lo stesso successo in opere classiche e moderne (Aspettando Godot di Beckett, 1956; Sogno d'una notte di mezza estate di Shakespeare, 1956; Finale di partita di ...
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Commediografo statunitense (Chicago 1932 - New York 2003). Esordì con The connection (1960; trad. it. 1963), che ha rappresentato un evento significativo nel teatro americano, grazie anche alla messa in [...] 'esperienza della droga, pur nella sua indiscutibile originalità, risente degli influssi di autori quali M. Gor´kij, L. Pirandello e S. Beckett. L'attività di G. è rimasta legata a quella del Liv ing Theatre: The apple (1961; trad. it. 1963); On ice ...
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Attrice britannica (Croydon 1907 - Londra 1991). Esordì nel 1926 con il Birmingham repertory theatre; prima attrice all'Old Vic Theatre, fu una memorabile Giulietta (1935, diretta da J. Gielgud) e un'apprezzatissima [...] , di cui fu fondatrice e dal 1968 direttrice). Attrice versatile, valida interprete anche di testi moderni (Ibsen, Brecht, Pinter, Beckett), da ultimo lavorò per la televisione (The jewel in the crown, 1984) e il cinema (A passage to India, 1985 ...
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Attrice (Parigi 1903 - Neuilly-sur-Seine 1994). Entrata giovanissima alla Comédie-Française, si impose subito per la sensibilità e per la finezza nell'interpretare un repertorio vastissimo che andava dai [...] più versatile e moderna della scena francese. Fra le sue interpretazioni, da ricordare Oh! les beaux jours di S. Beckett (1963). Anche nel cinema, fin dal muto (Ventdebout, 1922), diede prove del suo talento: La maternelle (1933); Maria Chapdelaine ...
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Attrice italiana (n. Milano 1934). Interprete sensibile di personaggi fragili e sentimentali, è diventata popolare attraverso due sceneggiati televisivi, Il mulino del Po (1963) e I miserabili (1965). [...] (1968); Il giardino dei ciliegi di A. Čechov (1974); Minnie la candida di M. Bontempelli (1979); Giorni felici di S. Beckett (1982); L'intervista di N. Ginzburg (1989); Morte di un commesso viaggiatore (1997) ed Erano tutti miei figli (2002) di ...
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translinguismo s. m. Negli studi letterari e traduttologici, il fenomeno riguardante autrici e autori che scrivono in più d'una lingua o in una lingua diversa da quella materna. ♦ Cos’è il translinguismo? Forse un attraversamento tra i linguaggi...
translingue agg. Negli studi letterari e traduttologici, detto di autrici e autori che scrivono in più d'una lingua o in una lingua diversa da quella materna; per estensione, si riferisce anche alle opere scritte e al genere letterario cui esse...