Sassofonista statunitense (Woodville, Mississippi, 1909 - New York 1959). Dedicatosi dapprima alla batteria e al sassofono contralto, fece parte di numerose orchestre (tra cui quella di C. Basie, 1936-40), [...] sonorità e dallo stile originalissimi, anticipatore di una scuola moderna del sassofono, esercitò profonda influenza sugli sviluppi del jazz (be-bop, cool jazz), fornendo un modello a C. Parker. La sua figura è stata rievocata nel film Round midnight ...
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Sassofonista statunitense (St. Joseph, Missouri, 1904 - New York 1969). Protagonista del jazz degli anni Venti e Trenta, si affermò in varie orchestre, fra cui quella di F. Henderson, come principale inventore [...] la poetica delle improvvisazioni solitarie al sassofono. Fu inoltre uno dei pochi grandi jazzisti classici ad aver fatta propria la lezione del bebop; delle sue piccole formazioni fecero infatti parte D. Gillespie, Th. Monk, F. Navarro e M. Roach. ...
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Nome d'arte del batterista Kenneth Spearman Clarke (Pittsburgh 1914 - Montreuil-sous-Bois, Parigi, 1985). In attività fin dagli anni Trenta, nei primi anni del decennio successivo contribuì (con D. Gillespie, [...] Ch. Parker, Th. Monk, ecc.) alla nascita del be-bop, i cui stilemi applicò alla batteria, modificando così radicalmente il sistema d'accompagnamento ritmico precedentemente in uso nel jazz. Dotato di straordinaria musicalità e di spiccata personalità ...
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Pianista afroamericano (New York 1924 - ivi 1966). Partecipò al Minton's di New York alle sperimentazioni che diedero origine al bebop, affermandosi nell'orchestra di C. Williams (1942-44), quindi in [...] importanti formazioni, fra cui quella di D. Gillespie; l'esordio discografico come leader avvenne nel 1947. Assieme a Th. Monk è considerato il fondatore dello stile pianistico del jazz moderno; la sua ...
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Nome d'arte del trombettista Robert Chudnik (Filadelfia 1927 - New York 1994). Considerato uno dei migliori solisti bianchi del be-bop, debuttò a 15 anni e si esibì con le più importanti orchestre jazz, [...] tra cui quella di J. Dorsey, T. Pastor, W. Herman. Suonò anche con Ch. Parker (1949-53). Il suo stile, inizialmente influenzato da D. Gillespie, si è avvicinato in seguito a quello di M. Davis ...
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Vibrafonista afroamericano (Detroit 1923 - New York 1999). Trasferitosi a New York nel 1945 dietro invito di D. Gillespie, fu da questi iniziato alla temperie creativa del be-bop, di cui J. tradusse il [...] lessico sul proprio strumento. Il suo stile, personalizzato da un incisivo senso del blues, fu complementare fin dal 1952 alla sensibilità classica di J. Lewis nella sintesi musicale proposta dal Modern ...
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Termine utilizzato nel jazz dopo il 1950 per indicare uno stile basato su convenzioni comunemente accettate, in cui confluiscono contributi di quasi tutte le varie scuole.
Modern m. Maniera jazzistica [...] ricavata da lessico e sintassi del jazz moderno, tra il bebop e le tendenze modali. ...
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Musica
Alvise Vidolin
Serena Facci
Vincenzo Perna
Giovanni Giurati
Serena Facci
Giovanni Giuriati
(XXIV, p. 124; App. II, ii, p. 372; III, ii, p. 186; IV, ii, p. 541; V, iii, p. 597)
L'evoluzione [...] technischen Reproduzierbarkeit, 1936 (trad. it. Torino 1967⁶).
L. Feather, Inside jazz, New York 1949, rist. col titolo Inside be-bop, New York 1977.
R. Waterman, African influences on the music of the Americas, in Acculturation in the Americas, ed ...
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GILLESPIE, John Birks, detto Dizzy
Antonio Lanza
Trombettista, cantante, compositore e direttore d'orchestra statunitense, nato a Cheraw (Carolina del Sud) il 21 ottobre 1917.
Adolescente, iniziò a [...] , Jazz masters of the 50's, New York 19832; A. Shaw, 52nd Street: the street of jazz, ivi 1983; R. Horricks, D. Gillespie and the be-bop revolution, Tunbridge Wells e New York 1984; I. Gitler, Jazz masters of the 40's, New York 1984; Id., Swing to ...
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Batterista statunitense di jazz, nato in North Carolina nel gennaio 1925. Dopo aver iniziato a suonare il flicorno, passò a studiare la batteria e si diplomò in percussioni al conservatorio di Manhattan [...] , con cui (1945-49) registrò i più alti esempi del bebop. Quindi, sempre nel 1949, partecipò alle sedute d'incisione della Messengers di Art Blakey, rappresenta il miglior gruppo dell'hard bop. Nel giugno Brown e il pianista Powell perivano in un ...
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be-bop
‹bi bòp› (o re-bop; anche bop) s. ingl., usato in ital. al masch. – Particolare stile jazzistico caratterizzato da impiego sistematico di accordi dissonanti, tendenza al linguaggio politonale, libertà degli strumenti ritmici maggiore...
hard bop
〈hàad bòp〉 locuz. ingl. [tratto da be-bop, con sostituzione di hard «duro» a be], usata in ital. come s. m. – Stile jazzistico, nato intorno agli anni ’50 del Novecento come reazione al manierismo estetizzante del cool jazz e che...