Der amerikanische Freund
Fabrizio Colamartino
(RFT/Francia 1976, 1977, L'amico americano, colore, 123m); regia: Wim Wenders; produzione: Road Movies/ Les Films du Losange/Wim Wenders/Westdeutscher Rundfunk; [...] Ray, esponenti di quella tendenza del cinema statunitense caratterizzata dall'essenzialità espressiva o, al contrario, dall'eccesso barocco, due aspetti che connotano le rare scene d'azione presenti nel film. Il confronto tra Europa e America ...
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De Concini, Ennio
Serafino Murri
Sceneggiatore, regista cinematografico, commediografo e giornalista, nato a Roma il 9 dicembre 1923. Autore versatile e prolifico, ha ideato storie di robusta e articolata [...] numerose commedie, aveva lavorato spesso in film atipici: il curioso Gli eroi della domenica (1952) di ambientazione calcistica e il barocco La bella mugnaia (1955), entrambi di Camerini, e quest'ultimo remake di Il cappello a tre punte (1935) che lo ...
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Scarfiotti, Ferdinando
Alessandro Cappabianca
Scenografo teatrale e cinematografico, nato a Potenza Picena (Macerata) il 6 marzo 1941 e morto a Los Angeles il 3 aprile 1994. Stretto collaboratore di [...] di un universo italiano fine Ottocento visto con occhi americani in Daisy Miller (1974) e con André Téchiné in Barocco (1976), S. avviò un'altra collaborazione importante, quella con Schrader: fu proprio Schrader a considerare fondamentale il lavoro ...
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Chenal, Pierre
Flavio De Bernardinis
Nome d'arte di Pierre Cohen, regista cinematografico francese, di famiglia ebrea, nato a Bruxelles il 5 dicembre 1904 e morto a Parigi il 23 dicembre 1990. L'abilità [...] gotiche e sinistre in cui la mano del regista e la prova d'attore riuscirono ad amalgamarsi in un effetto barocco fascinoso e delirante. Ancora bizzarro, ma nel senso del grottesco, fu il successivo Clochemerle (1948), in cui l'insolito protagonista ...
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Bava, Mario
Alberto Pezzotta
Direttore della fotografia e regista cinematografico, nato a San Remo il 31 luglio 1914 e morto a Roma il 26 aprile 1980. Operatore e direttore della fotografia dalla fine [...] che il suo cinema esula dal semplice artigianato popolare, un'interpretazione limitativa ha visto in lui un formalista barocco, cinicamente disinteressato alle vicende che racconta; altri lo hanno invece elevato a poeta del nulla e della vanità ...
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Faenza, Roberto
Federica De Paolis
Regista e sceneggiatore cinematografico e televisivo, nato a Torino il 21 febbraio 1943. Nella sua attività si possono individuare due fasi: la prima fortemente caratterizzata [...] muta sullo sfondo della Sicilia del Settecento, di cui viene rievocata la bellezza decadente, l'opera assume un andamento barocco, sovraccarico e sontuoso. Nel drammatico L'amante perduto (1999), dal romanzo di A.B. Yehoshua, l'incrociarsi delle ...
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Oates, Warren
Valerio Caprara
Attore cinematografico statunitense, nato a Depoy (Kentucky) il 5 luglio 1928 e morto a Los Angeles il 3 aprile 1982. Affermato caratterista di western e di film noir e [...] sua figlia. Registrato l'insuccesso del film ‒ che fu stroncato dai critici nonostante le sue eccezionali qualità di poema barocco, mortuario e ossessivo ‒ O. rinsaldò l'amicizia con il regista, con cui condivise ogni genere di esperienza, in un ...
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Architettura
Alessandro Cappabianca
Il rapporto tra architettura e cinema
Spazialità del cinema e spazio dell'architettura
Il rapporto tra a. e cinema, ricco di implicazioni, scambi e sfumature, non [...] finché il genere stesso non venne investito da fremiti di ambiguità, cioè negli anni Cinquanta, quando si poté vedere il saloon barocco di Vienna in Johnny Guitar (1954) di Nicholas Ray, anche se questo film è in realtà un western fiammeggiante, una ...
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Melodramma
Massimo Marchelli
Genere non omogeneo ma consolidato nella tradizione culturale ‒ teatrale, musicale e letteraria ‒, il m. si è imposto anche sullo schermo da quando il cinema ha cominciato [...] del cinema con una serie di film che restano un punto di riferimento nel genere melodrammatico. Tensione narrativa ed enfasi barocca, partecipazione d'autore e sguardo critico da intellettuale contrassegnano i suoi m., che sono stati oggetto di molte ...
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Storaro, Vittorio
Stefano Masi
Autore della fotografia, nato a Roma il 24 giugno 1940. È il maggior rappresentante di una scuola di pensiero che reclama dignità autoriale per il direttore della fotografia, [...] dell'eroe che si confronta con l'ignoto; il risultato ‒ frutto di una lavorazione faticosa e talvolta drammatica ‒ fu un film barocco e inquietante, nel quale il lavoro sulla luce risulta in primo piano e che rivelò il talento di S. a Hollywood. Con ...
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barocco2
baròcco2 s. m. e agg. [prob. incrocio del fr. baroque (dal port. barroco «perla scaramazza») e di baroco, nome scolastico d’un tipo di sillogismo] (pl. m. -chi). – 1. a. Termine che, usato dapprima (fin dal sec. 16°) per significare...
barocchio
baròcchio (o baròcco o baròccolo) s. m. [forse der. di baro], ant. – Usura, dissimulata col vendere una cosa facendosi dare o promettere per corrispettivo un prezzo esagerato: l’inverso di scrocchio.