Storico dell'arte (Vienna 1908 - Londra 1975). Studiò all'univ. di Vienna con J. Schlosser. Direttore della biblioteca dell'istituto Warburg a Londra (1944-65), dal 1965 ha insegnato all'univ. di Londra [...] nel Vicino Oriente. Uomo di profonda cultura e vasti interessi, K. ha studiato in particolare l'arte italiana del periodo barocco e il problema dei rapporti culturali fra Oriente e Occidente nel Medioevo e nell'età moderna. Negli ultimi anni ha ...
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Scrittore italiano (Napoli 1902 - ivi 1963). Collaborò a varî periodici e giornali, fra cui il Corriere della sera. I suoi volumi di narrativa, per lo più racconti napoletani di ispirazione anche se l'ambiente [...] è sempre tale, hanno un'intonazione fra malinconica e caricaturale che si traduce, nei momenti più felici, in una sorta di umorismo barocco (L'oro di Napoli, 1947; San Gennaro non dice mai no, 1948; A Milano non fa freddo, 1949; Pietre e nuvole, 1950 ...
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Critico letterario (Rieti 1902 - ivi 1931); uno dei più noti studiosi della scuola di C. De Lollis; particolarmente notevoli i saggi su Parini e su Carducci nei quali le intuizioni critiche del maestro [...] a personalissimi risultati in un'indagine che accorda sempre felicemente i dati culturali con quelli stilistici. Tutti i suoi scritti sono raccolti in Dal barocco al decadentismo: studi di letteratura italiana (2 voll., 1957, a cura di V. Santoli). ...
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Pittore (Camerano 1625 - Roma 1713). Allievo di A. Sacchi; si formò studiando soprattutto le opere di Raffaello e dei Carracci. In stretto contatto con G. P. Bellori, che talvolta ne ispirò le composizioni, [...] con la Natività (Roma, S. Giuseppe dei Falegnami) che attesta la sua adesione alla tendenza classicheggiante del tardo barocco romano. Protetto da Alessandro VII, lavorò prevalentemente a Roma dipingendo, con eleganza formale, grandi quadri d'altare ...
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Architetto (Parigi 1656 - Passy 1735). Allievo e collaboratore di J. Hardouin-Mansard e poi suo successore nella carica di primo architetto reale (1708), il de C. fu coinvolto nelle maggiori imprese del [...] .) e a Parigi (sistemazione di Place Vendôme, coro di Notre-Dame, ecc.). Esemplare esponente del momento di passaggio dal barocco al rococò, progettò numerosi hotel a Parigi e fornì disegni per mobili, lavori in metallo e arazzi. Attivo anche fuori ...
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Architetto (Bologna 1670 circa - ivi 1759); lavorò sempre a Bologna, dove costruì, sfruttando scenograficamente la struttura naturale del Colle della Guardia, la chiesa della Madonna di San Luca (a pianta [...] tenaglia e alta cupola), sua opera principale, l'arco del Meloncello, il palazzo Bosdari, e rinnovò l'interno della chiesa di S. Domenico. È il più significativo architetto barocco bolognese; adottò, in modo personale, forme e temi dell'architettura ...
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Pittore (Königsberg 1630 - Leubus, Slesia, 1706). Allievo di J. de Backers, subì l'influsso di A. Van Dyck e di Rembrandt. Dipinse pale d'altare per i conventi di Leubus e di Grüssau (a Leubus si era stabilito [...] nel 1660-61), vaste composizioni di carattere religioso e storico-allegorico, una serie di paesaggi con soggetti biblici, tra i più notevoli del barocco tedesco che prelude al rococò. ...
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Flautista italiano (Roccasecca 1919 - Cassino 1992). A lungo primo flauto nell'orchestra sinfonica della RAI di Roma, ha diretto numerosi corsi di perfezionamento in flauto presso istituzioni italiane [...] , tra l'altro al conservatorio di Santa Cecilia di Roma, svolgendo, al contempo, un'intensa attività concertistica. Particolarmente impegnato nell'esecuzione della musica contemporanea, si è poi indirizzato anche al repertorio barocco e classico. ...
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Musicista (Crema 1602 - Venezia 1676). Studiò dapprima col proprio padre G. B. Caletti, poi (per cura del suo protettore F. Cavalli) in S. Marco, con C. Monteverdi. Qui C. (che aveva preso il nome del [...] una ventina d'anni e dal Monteverdi trasse fecondi esempî di drammatismo musicale, in lui destinati a uno sviluppo barocco in senso "rappresentativo", "scenico". Dopo vent'anni d'esercizio polifonistico in cappella, fece rappresentare nel 1639, nel ...
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Musicista (Marino 1605 - Roma 1674). Nel 1623 cantore al duomo di Tivoli, nel 1625 organista; dal 1628 al 1629 maestro di cappella a S. Rufino di Assisi, dal 1629 in poi a Roma, maestro di cappella a S. [...] presso il romano Collegio germanico-ungarico. Tra le sue composizioni rimaste, si trovano messe e mottetti, in stile polifonico barocco, cantate sacre, sia monodiche sia polifoniche, e cantate da camera e canzonette, tendenti al virtuosismo canoro e ...
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barocco2
baròcco2 s. m. e agg. [prob. incrocio del fr. baroque (dal port. barroco «perla scaramazza») e di baroco, nome scolastico d’un tipo di sillogismo] (pl. m. -chi). – 1. a. Termine che, usato dapprima (fin dal sec. 16°) per significare...
barocchio
baròcchio (o baròcco o baròccolo) s. m. [forse der. di baro], ant. – Usura, dissimulata col vendere una cosa facendosi dare o promettere per corrispettivo un prezzo esagerato: l’inverso di scrocchio.