Pittore (Bologna 1685 - Brescia 1768). Allievo a Modena di S. Caule, completò la propria formazione a Bologna con G. G. Dal Sole, maturando uno stile personale sensibile ai moduli tardo barocchi e alle [...] diffuse luminosità di tradizione veneta (Pentecoste, 1713, Bologna, S. Prospero). Autore delle figure in una serie di tele allegoriche per il duca di Richmond (Glorificazione del duca di Argyll, 1726, ...
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Terrazzo coperto rialzato a guisa di torretta al disopra dei tetti. In forme semplicemente strutturali si trova già nella casa del Rinascimento, ma acquista valore di caratteristico elemento architettonico [...] nei palazzi barocchi dell’Italia centrale e specialmente di Roma, dove si presenta sotto forma di loggiato, appariscente per lo sviluppo di dimensioni e per eleganza di architettura. ...
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BUONARROTI, Michelangelo
Luitpold Dussler
Enzo Noè Girardi
Nacque il 6 marzo 1475 a Caprese (od. Caprese Michelangelo) da Ludovico di Leonardo Buonarroti Simoni e da Francesca di Neri di Miniato del [...] il compimento dell'opera si sia protratto sino al 1505 (Vasari, I, pp. 13-15, 23 s.: per la datazione del quadro vedi Barocchi, ibid., II, p. 240).
Nel 1505 si verificò nella vita del B. una svolta decisiva, quando, nel marzo, Giulio II gli propose ...
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Architetto (Venezia 1660 circa - Monselice 1737). In gioventù tagliapietre e muratore, si formò in maniera autonoma tra i tardi seguaci di B. Longhena, animando i partiti classici delle sue architetture [...] con motivi barocchi. Viceproto ai Magistrati delle acque nel 1688, proto nel 1694, ebbe un peso decisivo sull'edilizia veneziana. Fece parte dei circoli illuminati della città, in particolare di quello dei Duodo. Costruì a Venezia il ponte dei tre ...
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Pittore (Monaco di Baviera 1688 - ivi 1749). Allievo del padre, Kaspar Gottfried (1651-1724), a Roma, con C. D. Asam (1712-14), subì l'influsso di Pietro da Cortona. Fu uno dei maggiori decoratori barocchi [...] bavaresi (decorazioni nella residenza di Monaco, nei castelli di Schleissheim e di Nymphenburg; dipinti in chiese di Monaco e Würzburg) ...
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Pittore statunitense (Hingham, Massachusetts, 1856 - Parigi 1937). Visse e lavorò in prevalenza in Francia, ove, allievo di L. Bonnat, fu poi influenzato dagli impressionisti. Si specializzò negli interni, [...] soprattutto degli antichi castelli reali francesi, barocchi e rococò. Fra i suoi dipinti migliori sono anche interni di antiche case della Nuova Inghilterra. ...
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Pittore (Napoli 1629 - ivi 1693), tra i maggiori specialisti di nature morte del periodo a Napoli. La sua opera, inizialmente improntata a un naturalismo di matrice tardo-caravaggesca, rivela dagli anni [...] 1665-70 un'adesione ai modi barocchi, in una pittura di grande ricchezza cromatica e compositiva. Opere a Napoli, Museo nazionale di Capodimonte e Museo di S. Martino; Oxford, Ashmolean Museum, ecc. ...
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Architetto e illustratore ungherese (Kiskorpád, Somogy, 1884 - Budapest 1948). Autore di illustrazioni ed ex libris (tavole per Találkozás hamupipökével di B. Révész, 1909), progettò anche mobili, ispirandosi [...] dapprima all'arte popolare ungherese e appropriandosi poi di stilemi barocchi. Dal 1913 prof. nella scuola di disegno industriale di Budapest, fondò il Laboratorio di Budapest (Budapesti műhely). La sua attività si sviluppò poi verso una ricerca di ...
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Architetto (m. Amburgo 1743); si formò in Italia. È il più importante architetto attivo in Amburgo al principio del sec. 18º. Il suo capolavoro è il municipio di quella città (1709-11; in parte rifatto), [...] ispirato a palazzi barocchi italiani. ...
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Poeta (Palermo 1903 - Capo d'Orlando 1969); di nobile famiglia, cugino di G. Tomasi di Lampedusa, visse appartato, ma in ideale comunione con la poesia e le poetiche del decadentismo europeo, alle quali [...] s'ispirò nel rendere in versi, sotto ogni aspetto rari (Canti barocchi, 1956; Gioco a nascondere e Canti barocchi e altre liriche, in unico vol., 1960; Plumelia, 1967), la metafisica immedesimazione di suoi stati d'animo con il paesaggio siciliano. ...
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barocchio
baròcchio (o baròcco o baròccolo) s. m. [forse der. di baro], ant. – Usura, dissimulata col vendere una cosa facendosi dare o promettere per corrispettivo un prezzo esagerato: l’inverso di scrocchio.
barocchismo
s. m. [der. di barocco2]. – Tendenza al barocco, gusto del barocco, come precorrimento (per es., il b. di Ovidio) o come ripresa (per es., il b. di D’Annunzio) di ciò che fu caratteristico dell’arte e della letteratura barocca...