Pratica e forma di sapere esoterico e iniziatico che si presenta come capace di controllare le forze della natura; è stata oggetto, in varie culture e nei diversi periodi storici, di valutazioni opposte, [...] degli dei o dei defunti. Della essenziale connessione tra m. e religione offre esempi anche l’antica religione babilonese, dove le pratiche magiche dell’esorcismo erano affidate a una particolare categoria di sacerdoti pubblici (ashipu).
Nell’antica ...
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(gr. Χαλδαῖοι)
Storia
Società aramaiche dell’Asia anteriore, forse originarie dell’Arabia orientale, che verso l’11° sec. a.C. entrarono da S nella Mesopotamia, stanziandosi tra la Babilonia e il Golfo [...] Persico. Negli scrittori classici e nella terminologia scientifica fino alla metà circa del 19° sec. il nome fu usato per indicare i Babilonesi in genere, così come Caldea fu usato come sinonimo di Babilonia.
In realtà i C. furono fino al 625 a.C. ( ...
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Nella storia delle religioni, pluralità di occhi, caratteristica di numerose figure divine e mitiche appartenenti a mondi culturali diversi. La p., implicita nelle figurazioni di divinità policefale (➔ [...] quando è attribuita a figure non policefale: esempio classico è, nella mitologia greca, Argo. In questo quadro si collocano il babilonese Marduk, a cui sono attribuiti 4 occhi, il dio solare egiziano Amon-Ra, il fenicio El, Bes panteo, rappresentato ...
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Profeta ebraico, ottavo dei profeti minori dell'Antico Testamento; ci ha lasciato una profezia di 56 versetti in tre capitoli. Nei capp. I e II è un dialogo tra Dio e A., nel quale il profeta, con stile [...] dell'ingiustizia nel mondo; segue (cap. III) un "cantico", che annuncia gioiosamente la teofania. Gli accenni alla conquista babilonese e allo stato della società giudaica porrebbero la data della composizione alla fine del 7º sec. a. C.; non pare ...
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sinagoga Nel giudaismo postesilico, luogo di riunione per la preghiera e la lettura sacra. Con riferimento a epoche più recenti, adunanza religiosa di appartenenti alla religione ebraica e il tempio stesso [...] (più propriamente in ebraico bēt kĕneset «casa dell’assemblea»).
È probabile che l’istituto della s. risalga al periodo dell’esilio babilonese (586-38 a.C.) e che si sia mantenuto anche dopo il ritorno a Gerusalemme; distrutto il Tempio (70 d.C ...
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MICHELE Arcangelo, santo
E. Federico
Arcangelo il cui nome, che in ebraico significa 'chi come Dio?' (Mīkā'el), è più volte esplicitamente citato nei libri vetero e neotestamentari e nei testi apocrifi [...] uno degli arcangeli riconosciuti dalla Chiesa, i cui nomi ebbero origine, secondo la tradizione rabbinica, durante la cattività babilonese, nonostante la credenza in simili entità fosse precedente al contatto con l'impero di Babilonia (Bussagli, 1991 ...
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(ebr. ῾Ēlām) Nell’Antico Testamento nome della regione situata a O del corso inferiore del Tigri, sede di una delle grandi civiltà dell’Asia antica. I Babilonesi e gli Assiri la chiamavano Elamtu. Suo [...] in epoca anteriore a Sargon di Akkad (2637-2582 a.C.). Questo combatté gli Elamiti e suo figlio Narām-Sin li sottomise al domino babilonese, dal quale gli Elamiti si liberarono presto. Shulgi di Ur (2276-31) invase di nuovo l’E. ma i suoi successori ...
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Secondo la tradizione giudaica e cristiana spirito del male, nemico di Dio e degli uomini, che tenta per indurli a peccare. Nella letteratura apocalittica e nel Nuovo Testamento il d., o Satana, è il [...] tra Dio e l’uomo, chiamati angeli, è piuttosto tarda. All’affermarsi della credenza contribuirono la religiosità popolare, l’influenza babilonese e, più tardi, la religiosità ellenistica: è così che nella Sapienza il serpente del Genesi diviene il d ...
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(ebr. Mal’ākī) Titolo dell’ultimo libro dei Profeti minori nell’Antico Testamento. Si tratta di un libro anonimo, essendo M. un appellativo comune (in ebraico «il mio messo»), tratto da una frase del [...] intorno al 430, tra le due missioni di Neemia, sta nel suo contenuto documentario riguardo all’epoca del ritorno dalla cattività babilonese e nella dottrina circa il culto e l’esigenza che la comunità resti unita e incontaminata tra le genti. ...
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teoforo, nome In onomastica (anche assolutamente teoforo), nome di persona che contiene un nome divino. Lo scopo dell’uso è di assicurare la protezione della divinità all’individuo che già nel suo nome [...] sumerico Ur Nanshe «servitore [letteralmente cane] della dea Nanshe») a intere sentenze che esaltano la divinità (per es., babilonese Nabū-Kudurri-uṣur [Nabucodonosor] «il dio Nabū protegga il confine»). Nel monoteismo ebraico vari nomi o epiteti di ...
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babilonese
babilonése agg. – Della regione storica di Babilonia: civiltà, cultura, letteratura, arte b.; lingua b. (o, come s. m., il b.), lingua semitica, uno dei due rami, insieme con l’assiro, dell’accadico; anche, della città di Babilonia:...
assiro-babilonese
assiro-babilonése agg. – Dell’Assiria e della Babilonia, considerate come unità linguistica, storica e culturale: religione, cultura a.-b.; lingua a.-b., v. accado.