La Campania non è un’area uniforme dal punto di vista linguistico (Radtke 1997; De Blasi 2006a), poiché nessun dialetto (nemmeno il napoletano, parlato a Napoli e nei dintorni) ha mai raggiunto lo status [...] [le mie parole] per «vogliono che io traduca»: De Caprio & Milella 2008: 267). Diffuso è l’uso dell’aggettivo per avverbio (va buono «va bene», pare brutto «non è opportuno», fa bello «migliora l’aspetto»), anche in coppia con un altro aggettivo ...
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riguardare (reguardare; riguarde, in rima, indic. pres. II singol.)
Fernando Salsano
Vale " rivolgere nuovamente lo sguardo ", in If III 52 io, che riguardai, vidi una 'nsegna: dopo l'orrore della prima [...] riguardai / per conoscer lo loco, e ‛ fisamente ', in Pd XX 33 or fisamente riguardar si vole (dove l'avverbio potrebbe significare, oltre che l'intensità dell'attenzione, anche la fissità della direzione dello sguardo, che prima abbracciava tutta la ...
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La comparazione esprime una relazione di confronto tra due termini rispetto a una stessa qualità oppure tra due qualità in riferimento allo stesso termine. In campo linguistico, la comparazione (dal lat. [...] termine di paragone è preceduto da di quando corrisponde a un nome o a un pronome senza preposizione (2), oppure a un avverbio (4); da che, quando corrisponde a un nome o a un pronome retti da preposizione (5), quando vengono messe a confronto due ...
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tardi (tardo)
Federigo Tollemache
Come il latino tarde, ‛ tardi ' vale anzitutto " lentamente ": Cv III II 3 Amore... non è altro che unimento spirituale de l'anima e de la cosa amata; nel quale unimento [...] , invece, ‛ tardi ' significa " dopo il tempo conveniente e opportuno ". Siffatta sfumatura si palesa ora per la presenza di un altro avverbio, come in Rime LXXV 8 'l fuggire el mal boccone / sarebbe oramai tardi a ricomprarne, ora per il fatto che t ...
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oc (oco)
Pier Vincenzo Mengaldo.
È in D. che si trovano le prime attestazioni compatte, non solo italiane, di ‛ lingua d'oc ' e simili (oc deriva da hoc è vale in prov. antico " sì ") nel senso di " [...] Yspanos qui poetati sunt in vulgari oc (v. ISPANI).
Tali denominazioni, certo connesse all'importanza massima che D. dava all'avverbio di affermazione, trovano deboli riscontri coevi in Italia e fuori. Se si prescinde da un passo poco probante di un ...
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trarre (traere; trare; indic. pres. II singol. traggi, III singol. tra' e tragge [Parodi, Lingua 257-258]; III plur. ind. imperf. traean; II singol. cong. pres. tragghe. Notevoli anche le forme con enclisi [...] Donati, che D. immagina sia stato trascinato a coda di cavallo sino all'Inferno); e così in XXXII 50 e 158. Seguito dall'avverbio o da un complemento indicanti la direzione del moto: Rime LXIII 8 a l'ambasciata tua procedi, / ma fa che 'l tragghe ...
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UGOLINO di Prete Ilario
Raffaele Caracciolo
UGOLINO di Prete Ilario. – Di Ugolino, poliedrica figura di pittore, mosaicista e vetratista attestata ripetutamente nel vivace cantiere della cattedrale [...] 1384, lasciando i propri beni all’Opera del duomo e rendendone usufruttuaria la moglie, il patronimico è preceduto dall’avverbio «quondam».
Il pittore, che risiedeva nella parrocchia di S. Angelo in Posterula, era ancora vivo nel novembre del 1403 ...
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lombardismi
Ghino Ghinassi
Prescindendo qui dalle relazioni di D. con i territori ‛ lombardi ', e dal suo giudizio sulle parlate di essi, per cui v. LOMBARDIA, diremo che una certa conoscenza dei volgari [...] interpretazione della frase ‛ lombarda ', attribuita a Virgilio, sono variamente discusse; pare assodato comunque che almeno il primo avverbio, istra, " ora ", sia una schietta forma settentrionale: si ricordi, fra l'altro, l'" insta " del Serventese ...
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anzi
Aldo Duro
. 1. Come preposizione, ha due soli esempi di significato locativo, " davanti ", " in presenza di ": Rime dubbie VII 4 quella / ... per che tu, parlando anzi lei, palpi, e Pg XXXI 30 [...] XXXIII 2, XL 4, .Pg X 92, XXVII 93, Pd XIV 66, XXV 57, XXIX 39, Fiore CLV 14.
2. Come avverbio (" prima ", "piuttosto "), per esprimere preferenza rispetto ad altro fatto, introdotto questo solitamente da ‛ che ' comparativo: Cv IV XVII 11 perché non ...
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guisa
Andrea Mariani
Il termine (derivato dal tedesco wisa attraverso il francese guise), raramente usato come sostantivo, nel significato di " modo ", " forma ", ricorre assai spesso in locuzioni con [...] in cui la locuzione avverbiale è autonoma, e quelli in cui mette in relazione due termini, due concetti; nel primo caso l'avverbio è di modo, e vale " così "; nel secondo caso è di paragone, e significa " come ".
‛ In questa g. ', ‛ in tal g. ', per ...
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avverbio
avvèrbio s. m. [dal lat. adverbium, comp. di ad- «accanto a» e verbum «parola, verbo»]. – Parte invariabile del discorso che determina il verbo (per es., dorme saporitamente) e anche l’aggettivo o un altro avverbio (molto buono, troppo...
modo
mòdo s. m. [lat. mŏdus «misura», e quindi anche «norma, regola, modo»]. – 1. La forma particolare di essere, di presentarsi di una cosa, o di operare, procedere e sim. In questo sign. generico (e in qualche altro), è sinon. di maniera,...