Pittore (Torino 1836 - ivi 1910). Studiò a Ginevra con A. Calame (1852-56) e fu fortemente impressionato dalla pittura francese all'esposizione di Parigi del 1855; a Roma (1857-65) fu in rapporto con N. Costa, e a Firenze con i macchiaioli. Studioso di arte antica, riordinò il museo del Bargello (1865), acquistò e restaurò, con A. D'Andrade, il castello d'Issogne (1872), collaborò col D'Andrade alla ...
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AVONDO, Pietro
Umberto Coldagelli
Nacque a Serravalle Sesia il 3 dic. 1760. Dedito sin da giovane al commercio e ai traffici, specie nei territori di Vercelli e del Monferrato iniziò la sua attività [...] ormai l'A. non era più alla testa della sua azienda, che nel 1812 aveva trasmesso, sotto la ragione sociale "Fratelli Avondo", ai figli Giovanni Battista (m. 1848), Francesco (1780-1857) e Antonio (1798-1843). Nel 1838 fu introdotta la prima macchina ...
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Ruffini-Avondo, Edoardo
Edoardo Storico (Torino 1901-Borgofranco d’Ivrea, Torino, 1983). Docente di storia del diritto italiano, nel 1931 rifiutò (come il padre Francesco) di prestare giuramento al [...] regime fascista e fu privato della cattedra; fu reintegrato nell’insegnamento nel 1944. Tra le opere: Il principio maggioritario. Profilo storico (1927) ...
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ALBERTONI, Giovanni
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Scultore, nato a Varallo Sesia il 28 nov. 1806. Iniziò gli studi a Varallo con il pittore G. Avondo, ed in seguito fu a Milano, fino al 1829, frequentando i corsi di Brera, poi [...] all'Albertina a Torino ; infine, vinto il pensionato del Collegio Caccia, andò a Roma, ove fu scolaro del Thorvaldsen. Anche dopo la partenza del maestro, l'A. rimase a Roma, sino al 1848, partecipando ...
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Pittore (Vercelli 1855 - Milano 1936); allievo di E. Gamba, subì poi l'influenza di A. Fontanesi, del quale fu amico e con cui condivise un gusto romantico della natura. In seguito, in contatto con V. [...] Avondo e L. Delleani, si volse a un naturalismo più intensamente luminoso e fluido. Opere nelle gallerie d'arte moderna di Milano, Venezia e Roma. ...
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MARCHESINI, Nella
Francesca Lombardi
Nacque a Marina di Massa il 6 ott. 1901, penultima dei cinque figli di Bice Cristiani e Alessandro, al tempo professore di matematica e fisica al liceo di Massa.
Verso [...] esordio nel 1921 a Torino in una mostra di Bianco e nero (Galleria centrale d'arte), a cui partecipò con Casorati e Avondo, fino al 1930 la M. continuò a condividere con gli altri allievi della scuola l'opportunità di esporre le proprie opere accanto ...
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PARAVIA, Giovanni Battista e Giorgio
Giorgio Chiosso
Capostipite di una importante famiglia di librai, stampatori ed editori attivi a Torino, Giovanni Battista (o Giambattista) Paravia nacque nel capoluogo [...] , in società con i tipografi Giovanni Sebastiano Botta e Francesco Prato, acquistò la settecentesca ditta già di Giacomo Giuseppe Avondo (una tra le più grandi della capitale subauda) di cui, in precedenza, era stato amministratore. Giudicato dai ...
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PASTORIS, Federico
Matteo Piccioni
– Nacque nel maggio del 1837 ad Asti, da Paolo e da Giulia Teresa Micheletti, figlia di Irene Lagrange, nipote del noto matematico. Suo nonno Carlo Luigi Pastoris, [...] sua parabola artistica.
Nel 1865 Pastoris fu a Roma dove ebbe l’opportunità di frequentare Mariano Fortuny – quasi certamente attraverso Avondo, che si trovava con lui, D’Andrade e Scifoni – e i cui echi si risentono nei soggetti di genere neorococò ...
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MALVANO, Ugo
Francesca Lombardi
Nacque a Torino il 24 nov. 1878, quartogenito di Giuseppe, banchiere, e di Eleonora Malvano. Dopo aver frequentato il ginnasio Massimo d'Azeglio, nel 1903, forse per [...] ), che testimoniano un'aderenza completa al clima culturale del paesismo piemontese, con ricordi di G. Fontanesi e V. Avondo.
Sin da queste sue prime prove il M. mostrò una decisa predilezione per il paesaggio, genere che avrebbe coltivato ...
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FROLA, Giuseppe
Gian Savino Pene Vidari
Primogenito di una famiglia dell'alta borghesia, con possedimenti e castello a Montanaro nel Canavese, nacque a Torino il 5 genn. 1883 da Secondo, noto avvocato [...] che attirava l'attenzione di quel cenacolo di intellettuali piemontesi, per lo più imparentati fra loro (G. Giacosa, V. Avondo, L. Albertini), che con A. Boito, A. D'Andrade e altri erano affascinati dalla ricostruzione neogotica del medioevo ...
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