GIOVANNI XXII, papa
Christian Trottmann
Jacques Duèse (Jacme Duesa), figlio di Arnaud, nacque a Cahors nel Sudovest della Francia, intorno al 1244 da una famiglia molto abbiente della borghesia cittadina.
Minuto [...] cui espressione più nota è il Defensor pacis di Marsilio da Padova, il cui pensiero politico, influenzato dall'averroismo politico, esaltava l'indipendenza del potere temporale nei confronti della Chiesa. Da questo principio si deducevano il dominio ...
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Francesco Petrarca: Prose - Introduzione
Guido Martellotti
Sul finire del secolo XVIII il signor Jean-Baptiste Lefebvre de Villebrune, filologo avventato e caparbio, in un codice miscellaneo della biblioteca [...] all'umanista spiacevano invece l'interesse per le questioni naturali e le sottigliezze di logica formale. Dall'opposizione all'averroismo, attraverso la lettura di traduzioni latine di Platone, ma più per influsso di sant'Agostino, il Petrarca giunse ...
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forma
Alfonso Maierù
I valori del termine sono molteplici nell'uso dantesco: " aspetto esteriore ", " figura di un corpo ", " composizione e struttura di una realtà " e, nella terminologia filosofica, [...] Busnelli, pp. 344-348; ma vanno tenute presenti le osservazioni di É. Gilson sul valore della presenza in D. di un certo averroismo, in D. et la philosophie, pp. 298-300). Infine, la Quaestio (§ 47) precisa che omnes formae materiales generabilium et ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Luigi Catalani
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Circa il problema della conoscenza, il pensiero medievale ha elaborato vari modelli [...] Tempier nel 1270 e nel 1277. Già fra le 13 tesi sconfessate nel 1270, tre almeno rivelano una chiara ispirazione averroista: si tratta delle teorie proibite dal primo, dal secondo e dal settimo articolo, che insegnano rispettivamente l’unicità dell ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Scienze (2013)
La scienza islamica nella cultura medioevale
Piero Morpurgo
Per scienza islamica medioevale s’intende il corpus di testi, commenti e analisi di autori appartenenti all’islam, che tradussero e interpretarono, [...] il danese Boezio di Dacia (Boethius Dacii; 1240/1245 ca.-1280/1290 ca.) – cioè i massimi rappresentanti dei cosiddetti averroisti latini –, ma anche l’esponente della cultura cortese francese André le Chapelain (noto in Italia come Andrea Cappellano ...
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intelletto
Cesare Vasoli
D. usa questa parola in sensi diversi, sempre però legati al lessico filologico e teologico scolastico e al suo particolare carattere dottrinale e speculativo. Talvolta, infatti, [...] 'indagine dei testi danteschi) l'Introduzione di B. Nardi a s. Tommaso D'aquino, Trattato sull'unità dell'i, contro gli averroisti, traduz., commento e introduz. di B. Narri, Firenze 1938. Si veda inoltre, sempre di B. Narri, Soggetto e oggetto del ...
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MEDIOEVO
Giorgio FALCO
Angelo MONTEVERDI
. Il concetto di Medioevo, cioè di un periodo storico compreso fra l'antichità e l'età contemporanea, nasce tra il Quattro e il Cinquecento nelle grandi [...] , così com'era stata condotta a perfezione dal maggiore e più recente commentatore, Averroè; e si ebbe l'averroismo: rappresentante principale Sigieri di Brabante. Vi fu chi tentò invece, con uno studio indipendente e con una interpretazione ...
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La cultura: contenuti e forme
Gino Benzoni
Un'identità culturalmente rilanciata
Drasticamente ridimensionata sul piano dei rapporti di forza in un quadro generale che non recepisce più i suoi medievali [...] . Ma in realtà Rocco è un libertino, è un seguace dell'intus ut lubet cremoniniano. È sì aristotelico, ma averroista e per di più autore dell'Alcibiade fanciullo a scuola (5), uno dei testi più scollacciati della letteratura seicentesca italiana ...
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Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio
Gennaro Sasso
Genesi dell’opera
I Discorsi sono l’opera più importante di M., quella che, raccogliendo insieme tutti i temi del suo pensiero politico, storiografico [...] tradizioni di pensiero. Non sarebbe infatti se non una semplificazione inutile parlarne come di un aristotelico, di un averroista o, in modo indeterminato, di un materialista, oppure di un libertino avant la lettre esercitante la libera critica ...
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Virgilio Marone, Publio
Domenico Consoli
Alessandro Ronconi
Il poeta latino è il massimo auctor della cultura e della formazione letteraria di D., e uno dei maggiori protagonisti della Commedia, figura [...] 'inizio riconosce la propria limitata potestà e si dichiara messo e araldo di Beatrice: con la Commedia, così, all'averroismo dantesco si sostituirebbe il tomismo.
La formula gentiliana-nardiana secondo la quale, lo ripetiamo, V. nella Monarchia non ...
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averroismo
s. m. [der. di Averroè, adattam. occidentale del nome arabo (Abū l-Walīd Muḥammad) Ibn Rushd]. – La dottrina del filosofo e scienziato arabo di Spagna Averroè (1126-1198) e dei suoi seguaci. Più in partic., corrente della filosofia...
averroista
s. m. (pl. -i). – Seguace del filosofo arabo Averroè (v. averroismo); in partic., denominazione degli scolastici rappresentanti dell’averroismo latino.