emorragia
Massimo Breccia
Claudio Cartoni
Fuoriuscita del sangue dai vasi o dal cuore. Si può avere e. interna o esterna a seconda che il sangue si riversi all’interno o all’esterno del corpo. Può [...] che causa la discontinuità del tessuto; incisione, per lesioni provocate da armi da taglio; lacerazione, per ferite con oggetti puntuti, contusioni e ferite daarmadafuoco.
Zone interessate ai fenomeni emorragici
Le e. si possono classificare ...
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Chirurgo (Bourget-Hersent, Mayenne, 1510 circa - Parigi 1590). È considerato il fondatore della chirurgia francese. P. fu un grandissimo chirurgo e un maestro insigne anche nel campo dell'ostetricia, della [...] che introdusse o che contribuì a introdurre nella tecnica chirurgica: ottenne buoni risultati sostituendo, nel trattamento delle ferite daarmadafuoco, l'applicazione di olio bollente di sambuco, secondo la tecnica di cauterizzazione sostenuta ...
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Chirurgo (Bologna 1477 - ivi 1552). Insegnò ed esercitò la chirurgia a Bologna; fu quindi chiamato a Roma da Giulio III e come chirurgo militare delle truppe pontificie partecipò all'assedio di Parma e [...] (pubblicato postumo dal fratello, a Bologna) riguarda la chirurgia di guerra; in esso trattò diffusamente delle ferite d'armadafuoco, descrivendo anche un tipo di pinze per l'estrazione dei proiettili e un metodo di fasciatura solida per le ...
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Chirurgo (Padova 1589 - ivi 1673). Fu professore di chirurgia e di anatomia nell'università di Padova. È ricordato per aver curato felicemente l'ascesso epatico e per aver descritto i sequestri ossei tardivi [...] consecutivi a ferite d'armadafuoco; ma soprattutto gli si attribuisce il merito di aver curato alcuni casi di epilessia post-traumatica mediante interventi di trapanazione del cranio. ...
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Miscela di idrocarburi paraffinici (➔ alcani) saturi e non saturi, a catena lineare o ramificata, contenenti in genere da 20 a 40 atomi di carbonio circa; presente in quantità variabile nei petroli grezzi, [...] sottoposta dalla polizia la persona indiziata di avere sparato, per accertare se ha effettivamente fatto uso di un’armadafuoco; consiste nell’applicare sulle mani dell’indiziato uno strato di p. atto a trattenere e rivelare, attraverso successive ...
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tappo Manufatto di materiale vario (legno, gomma, plastica, metallo, vetro, vetro smerigliato ecc.), usato per chiudere più o meno ermeticamente la bocca di recipienti vari. Nell’uso tecnico, è nome di [...] artiglieria, t. di volata, chiusura della bocca di un’armadafuoco per protezione dell’anima dagli agenti atmosferici; t. falsa spoletta chiusura voluta; frequentemente esso è conformato in modo da poter introdurre o estrarre acqua o aria nel tratto ...
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Dispositivo ottico destinato a facilitare la determinazione della linea di mira, in particolare la piastrina metallica disposta sull’estremità terminale della canna di un’armadafuoco portatile, di forma [...] tacca di mira (o alla diottra), costituisce la linea di mira. Nel congegno di puntamento di certe armi dafuoco il m. è costituito da un cannocchiale (m. a cannocchiale) e la linea di mira è individuata dall’asse del cannocchiale.
Negli apparecchi ...
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stub Nella tecnica delle linee di trasmissione, tronco di linea, posto generalmente in parallelo al carico, che ha la funzione di adattatore di impedenza.
Tubetto di metallo o di plastica chiuso alle estremità [...] , che viene utilizzato nella prova dello s., cui viene sottoposta dalla polizia la persona indiziata di avere azionato un’armadafuoco: l’adesivo applicato sulle mani (in particolare, nell’incavo tra pollice e indice), ne asporta gli eventuali ...
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In medicina, interruzione improvvisa e circoscritta della continuità di un organo, o di formazioni anatomiche sovrapposte, per varie cause. Particolare importanza e interesse clinico hanno le p. degli [...] intestino) connesse a eventi traumatici (ferite da punta, colpi d’armadafuoco ecc.) o a lesioni patologiche preesistenti ( vomito. Tale complesso sintomatologico caratterizza la cosiddetta sindrome da p., cui si aggiungono, dopo qualche ora, ...
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Anatomista (n. Asti 1530 - m. 1587). Seguì, a Pavia, le lezioni di anatomia di G. Falloppio. Esercitò la chirurgia a Parigi, tornando però spesso in Italia. Fu medico di Elisabetta d'Austria, di Carlo [...] curandis vulneribus sclopettorum (1560) negò, così come aveva fatto pochi anni prima A. Paré, che le ferite daarmadafuoco fossero venefiche, come allora si sosteneva, e scrisse sulla trapanazione del cranio; escluse (Luis venereae curandae ratio ...
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arma
(ant. e letter. arme) s. f. [lat. arma, neutro pl., nel lat. tardo femm. sing.] (pl. armi e ant. arme). – 1. a. Qualsiasi oggetto che può essere usato come mezzo materiale di offesa o di difesa; in senso stretto, ogni oggetto appositamente...
tiro2
tiro2 s. m. [der. di tirare]. – 1. a. L’azione di tirare, cioè di applicare una forza a un oggetto, per muoverlo: in questo senso si usa soltanto per indicare l’esercizio ginnico-sportivo del tiro della (o alla) fune (v. fune), e con...