CASOTTI, Mario
Franco Cambi
Nato a Roma il 10 giugno 1896 da Enrico e da.Virginia Sciello, dal 1913 studiò filosofia a Pisa, dove seguì le lezioni di Giovanni Amendola prima, di Giovanni Gentile poi. [...] quali il neoconvertito criticava la concezione filosofica dell'idealismo, cui contrapponeva l'"eterna vitalità della perennis philosophia" aristotelico-tomistica e la concezione della vita di cui è interprete la Chiesa cattolica "nella fede, nei ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Pietro Corsi
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Nel XIII secolo nascono le università in Europa. All’interno di alcune di esse vanno diffondendosi [...] gli sfugga e per confutarli nella misura in cui sono falsi e magici.
Mentre a Parigi si analizza minuziosamente l’opera di Aristotele (384 a.C. - 322 a.C.), a Oxford prende piede un sempre più marcato interesse per le scienze matematiche, fisiche e ...
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TRAPOLINO, Pietro
Coralba Colomba
TRAPOLINO (Trapolin), Pietro. – Nacque alla fine di giugno del 1451 a Vigodarzere, vicino Padova, dal nobile cavaliere Francesco. Le fonti non riportano l’identità [...] anche a Bologna e a Pavia) con la diffusione del commento di Averroè ai libri naturali e alla Metafisica di Aristotele. Nicoletto Vernia e i suoi discepoli, tra cui il nostro Trapolino, ma anche Pietro Pomponazzi e Agostino Nifo, avevano contribuito ...
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Busnelli, Giovanni
, Gesuita, studioso di D. (Cassina Ferrara, Saronno, 1866 - Roma 1944), fu collaboratore fra i più quotati de " La civiltà Cattolica ". Si occupò di critica letteraria e di filosofia, [...] i vari passi dell'opera di D., fondando il suo zelo sulla convinzione che in ogni caso D. avesse conosciuto le dottrine aristoteliche attraverso l'intermediario dei commenti dell'Aquinate e ad essi si fosse ispirato. Qui invero la sua opera di dotto ...
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Academici
Giorgio Stabile
Usato come sostantivo (dal latino academicus, greco ἀκαδημικός), indica i filosofi appartenenti all'Accademia platonica e, in genere, tutti quelli che ne professarono la dottrina. [...] loro dottrina morale - che in effetti fu una delle caratteristiche dei primi A. - ma presentata con un linguaggio marcatamente aristotelico (cfr. Aristotele Eth. II 5-6, 1106b 20 ss.).
Ma sulla ‛ medietà ' della virtù secondo gli A. aveva parlato lo ...
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abito/abitudine
I due termini abito e abitudine sono concettualmente distinti, ma spesso, nella sfera pratica, sono stati messi in stretta relazione. Abito deriva dal latino habĭtus, che si riconnette [...] ) che si ha’, una ‘disposizione’ ad agire, a comportarsi in un determinato modo. Questo è il significato che assume in Aristotele, per il quale l’abito (gr. ἕξις «attitudine», da ἔχω «ho») è una disposizione consapevolmente adottata dal soggetto, in ...
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comune
Andrea Mariani
. L'aggettivo compare ventun volte nell'opera dantesca; la ventiduesima occorrenza (Cv IV XV 11) è stata eliminata nell'ediz. del '21, che legge co[n] un[o] vocabulo (così anche [...] , ad l., e Introduzione 32); si tratta, in questi luoghi, di un uso tecnico tratto dal linguaggio filosofico, dell'aristotelico " χοινὸν αἰσθητόν " (An. II 6, 418a 7-25) tradotto con sensibile commune o sensibilia communia. Spiega Tommaso (Comm. ad ...
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Filosofo (Figline Valdarno 1433 - Careggi 1499). Autore di un ampio lavoro di traduzione e di commento dell'opera di Platone, di Plotino e degli scritti ermetici, fece conoscere alla cultura europea un [...] sua opera più personale è la Teologia platonica (1469-74), in cui, contro gli sviluppi naturalistici e irreligiosi dell'aristotelismo, propose la ripresa del pensiero platonico e ne mostrò l'affinità con il cristianesimo.
Vita
Si ritiene che facesse ...
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Contro la sofistica soggettività del conoscere, Socrate aveva messo in evidenza la imprescindibile universalità dei concetti. Platone dà rilievo alla scoperta di Socrate e vede l'assolutezza di questi [...] in quanto pensiero (Berkeley). Tra questi estremi rimaneva perciò salda, pur nella dualità in cui si dibatteva la posizione aristotelico-scolastica. L'idea chiara e distinta di Cartesio era in certo modo un tentativo per togliere l'astrattezza dall ...
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Biologo e filosofo, nato il 28 ottobre 1867 a Kreuznach. Studiò ad Amburgo, Friburgo, Jena, ove si laureò in scienze naturali nel 1889. Fu discepolo di E. Haeckel, dalla cui scuola poi si allontanò per [...] in genere, era quello di ammettere un principio immateriale immanente nel germe, principio da lui chiamato, con un termine aristotelico, entelechia. La concezione vitalistica del D., che non si confà con i principî della moderna ricerca biologica, è ...
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aristotelico
aristotèlico agg. (pl. m. -ci). – Del filosofo greco Aristotele (384 o 383 - 322 a. C.), che si riferisce alla filosofia di Aristotele: le opere a.; la dottrina a.; l’etica, la politica a.; seguace della filosofia di Aristotele:...
aristotelia
aristotèlia s. f. [lat. scient. Aristotelia, dal nome del filosofo Aristotele]. – Genere di piante della famiglia eleocarpacee, con una decina di specie dell’emisfero australe. La specie Aristotelia macqui, arbusto del Cile, dà...