ARABIA, Tommaso
Riccardo Capasso
Nato a Monteleone Calabro, da Pasquale e da Maria Teresa Fonzi, nell'aprile 1831, si trasferì giovanissimo (1846) a Napoli, ove lo aveva preceduto e dove lo introdusse [...] , voll., Napoli 1856).
Le opere dell'A. rifuggivano infatti, per lo più, dall'ossequio alle tre unità aristoteliche e, soprattutto nelle parti poetiche, erano vivificate piuttosto dall'autenticità dell'espressione, scaturita dalla passione viva, che ...
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ANGELI (Degli Angeli, Degli Angioli), Nicola
Anna Buiatti
Nato a Montelupone nelle Marche nel 1535 circa, compì i suoi studi di legge a Bologna, dove cominciò a comporre rime amorose nello stile del [...] gli studi, l'A. viaggiò, pare, nell'Italia settentrionale e fu a Genova, lettore dell'etica e della poetica di Aristotele; scrisse, a proposito di questo suo soggiorno, l'inedito Dialogo dell'Accademico Sforzato N. degli A. sopra le vaghezze di ...
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FACINO, Galeazzo, detto il Pontico
Gino Pistilli
Nacque a Padova da Conte intorno al 1458, come si desume da un carme latino scritto nel 1478-80, in cui dice di aver appena raggiunto i vent'anni.
Il [...] nel 1474 e in utroque iure nel 1477, e aveva cominciato a tenere corsi di lettura e interpretazione dei testi aristotelici.
La posizione del patrizio veneziano era rigorosamente antiaverroista, come quella dell'amico Girolamo Donà: essi erano i più ...
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Umanista, medico e filosofo (n. Verona 1476 0 1478 - m. Incaffi 1553). Studiò a Padova con Giovanni Aquila, Gabriele Zerbo, Pietro Trampolino e con Girolamo e Marcantonio della Torre. Negli anni [...] nel 1538, è una di scussione critica dell'astronomia di Tolomeo che, facendo leva su una tradizione filosofica aristotelica rivisitata, propone un'organizzazione del cosmo in accordo con una più generale concezione armonica della natura. Il De ...
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Dante Alighieri, Opere minori: Convivio - Introduzione
Cesare Vasoli
I. - L'opera che si ripresenta in questo volume, a conclusione dell'edizione ricciardiana dell'Alighieri, è forse quella che, nel [...] linguistica di Dante che la fa derivare dal verbo latino «auieo» o da «autentin») «atto degno di fede e d'obedienza»; e certo Aristotele ne è degnissimo, giacché è il «maestro e l'artefice» che indica il vero fine dell'uomo, il «maestro e duca de la ...
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CAMPANILE, Giuseppe
Gaspare De Caro
Scarse notizie biografiche rimangono di questo poligrafo salernitano del sec. XVII, prevalentemente derivate dalla Biblioteca napoletana del contemporaneo Nicolò [...] l'officio del vero principe, acciocché le repubbliche felicemente siano governate" ripete fedelmente la distinzione delle forme politiche aristoteliche, optando con ovvia puntualità di suddito per la monarchia ("l'imperio di un solo non resta luogo ...
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Scrittore francese (Besançon 1802 - Parigi 1885), figlio di Joseph-Léopold-Sigisbert (v.), che egli seguì da bambino nei suoi spostamenti (Corsica, Calabria, Spagna). Già nel 1818 e nel 1819 fu premiato [...] rispetto a tutte le regole codificate dal classicismo; concezione di una drammatica sciolta dai vincoli delle unità pseudo-aristoteliche; sia nel teatro, sia nel romanzo, una visione fantastica e passionale della vita, in un alternarsi e confondersi ...
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GIORGIO da Trebisonda (Giorgio Trapezunzio)
Paolo Viti
Nacque a Creta il 3 apr. 1395 da Costantino, in una famiglia emigrata da tempo da Trebisonda, sul Mar Nero, città che a G. rimase di fatto sconosciuta [...] -99; Id., Notiziola sulla famiglia di G. da T., ibid., XI (1945), pp. 227 s.; E. Garin, Le traduzioni umanistiche di Aristotele nel secolo XV, in Atti e memorie dell'Accademia fiorentina di scienze morali "La Colombaria", XVI (1947-50), pp. 75-80; N ...
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MALATESTA (Bastiani, de' Bastiani), Giuseppe
Giuseppe Gullino
Nacque a L'Aquila, attorno al 1545, da Sebastiano (donde forse deriva l'uso prevalente della forma patronimica Bastiani nelle edizioni delle [...] corso di una conversazione letteraria, l'abate veneziano Andrea Lippomano accusa l'Ariosto di aver ignorato le unità aristoteliche, al punto che il Furioso non può considerarsi poema, non rientrando compiutamente in uno dei generi letterari definiti ...
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CASTELVETRO, Ludovico
Valerio Marchetti
Giorgio Patrizi
Nacque a Modena nel 1505 circa. Era figlio di Giacomo, ricco mercante dell'arte della lana e banchiere, e di Bartolomea Della Porta.
Fece i suoi [...] 1859; T. Tasso, Del poema eroico e dell'arte poetica, Bari 1964; F. Buonamici, Discorsi poetici nell'Accad. fiorentina in difesa d'Aristotele, Firenze 1567; G. B. Vico, La scienza nuova, in Opere, a cura di P. Rossi, Milano 1959, pp. 419 s.; G. B ...
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aristotelia
aristotèlia s. f. [lat. scient. Aristotelia, dal nome del filosofo Aristotele]. – Genere di piante della famiglia eleocarpacee, con una decina di specie dell’emisfero australe. La specie Aristotelia macqui, arbusto del Cile, dà...
aristotelico
aristotèlico agg. (pl. m. -ci). – Del filosofo greco Aristotele (384 o 383 - 322 a. C.), che si riferisce alla filosofia di Aristotele: le opere a.; la dottrina a.; l’etica, la politica a.; seguace della filosofia di Aristotele:...