Naturalista e filosofo (Cosenza 1509 - ivi 1588). Figura di rilievo nel quadro del pensiero filosofico del suo tempo, T. elaborò un naturalismo ilozoistico (cioè una concezione della natura come un tutto [...] le cose. La realtà naturale è così dotata di movimento (il principio motore è interno, non esterno come il motore della fisica aristotelica) a causa del calore che tutto pervade come spiritus, e che ha la sua sede nei cieli (soprattutto nel sole: si ...
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ZOOLOGIA (dal gr. ζῷον "animale" e λόγος "scienza"; in tedesco anche Tierkunde)
Giuseppe Montalenti
È quel ramo delle scienze biologiche (v. biologia) che ha come oggetto di studio la vita nel mondo [...] lungo tempo raccolte e anche elaborate da varî scrittori, alcuni dei quali egli cita. Per le sue opere zoologiche (v. aristotele) egli ha dunque utilizzato, oltre che le proprie osservazioni, quelle di varî autori che lo precedettero - di cui il più ...
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Politica, scienza della
Angelo Panebianco
(v. politologia, App. V, iv, p. 166)
Genesi e definizioni
È impossibile stabilire la 'data di nascita' della s. della politica. Il nome - politiké epistéme [...] postindustriale, le domande cruciali e preliminari che si pone la s. della p. sono dunque sempre le stesse, dai tempi di Aristotele.
Democrazia e scienza della politica
Si è già detto che la s. della p. contemporanea è segnata, più di ogni altra ...
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Nato forse a S. Severina di Calabria, arcidiacono di Catania (1156), consigliere e, dopo la tragica morte del grande ammiraglio Maione, primo ministro di Guglielmo I (nov. 1160-1162), fu tra i migliori [...] , tradusse almeno (e si conserva) il IV libro della Metereologia, che in Occidente iniziò la conoscenza della fisica aristotelica, e fu il primo divulgatore dei due dialoghi platonici, il Menone e il Fedone, cominciati a tradurre durante l'assedio ...
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Il concetto filosofico di ente nacque nella filosofia greca per opera di Parmenide, che, vedendo nell'"essere" (εἶναι) la forma comune e universale d'ogni asserzione di realtà, la considerò senz'altro [...] eleatico di ὄν insieme con quello, che gli era coessenziale, di ἕν ("uno"). Il Medioevo, barcamenandosi tra platonismo e aristotelismo, estese da una parte il nome di entia a tutte le realtà (suddividendo però quelli, allora, in molte classi: enti ...
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Insigne filologo tedesco, operosissimo in molti campi della filologia classica e in particolar modo nello studio dell'oratoria greca. Nato a Osnabrück il 22 gennaio 1843, libero docente a Königsberg nel [...] , 3ª ed. 1894), Antifonte (1871), Dinarco (1871), Andocide (1871, 2ª ed. 1880), Eschine (1896), Licurgo (1899); inoltre l'aristotelica Repubblica degli Ateniesi (1892, 4ª ed. 1904) e Bacchilide (1898, 3ª ed. 1904). Il suo lavoro Sulla pronuncia del ...
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PRIMARIE, QUALITÀ
Guido CALOGERO
. Espressione del linguaggio filosofico, messa in uso dal Locke. Tra le "qualità" delle cose, e cioè tra le singole determinazioni onde esse si presentano caratterizzate [...] anch'essi oggettivi: e si riafferma bensì nell'età moderna per la prima volta col Galilei, che attraverso la critica aristotelica della tesi democritea torna senz'altro a quest'ultima. Dopo il Locke, la distinzione delle due specie di "qualità" è ...
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PARASTASI (παράστασις, parastăsis)
Ugo Enrico Paoli
È un istituto di diritto attico, imperfettamente conosciuto a causa della scarsità di dati informativi. Per la maggior parte delle azioni pubbliche [...] diritto di ripeterla dal soccombente. Quali fossero le azioni per cui era prescritta la parastasi lo apprendiamo da un passo di Aristotele (Const. Ath. 59,3), che è per noi unica fonte d'informazione: uso abusivo del diritto di cittadinanza e reati ...
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GENTILE da Cingoli
Sonia Gentili
Ignoriamo l'anno di nascita, che potrebbe essere collocato intorno alla seconda metà del XIII secolo, mentre la città d'origine di G. è unanimemente espressa, in sintagma [...] le stesse argomentazioni tomistiche: l'impossibilità, cioè, di un medio tra sostanza e accidente; tuttavia l'interpretazione del principio aristotelico citato in partenza è affidata da G. a un argomento diverso da quello di Tommaso. La posizione di G ...
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ARRIGHI, Ludovico, detto il Vicentino (Ludovicus Vicentinus, Ludovicus Henricus, de Henricis, degli Arrighi)
Alessandro Pratesi
Nativo di Cornedo Vicentino (e non di Tarquinia, come ha creduto il Wardrop, [...] parte del trattato dell'Arrighi. Ad ogni modo era certamente a Roma nel 1517: infatti il codice dell'Etica aristotelica in latino, conservato nella Universiteits-Bibliotheek di Amsterdam (II A 19) e scritto probabilmente per Vittoria Colonna, reca il ...
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aristotelia
aristotèlia s. f. [lat. scient. Aristotelia, dal nome del filosofo Aristotele]. – Genere di piante della famiglia eleocarpacee, con una decina di specie dell’emisfero australe. La specie Aristotelia macqui, arbusto del Cile, dà...
aristotelico
aristotèlico agg. (pl. m. -ci). – Del filosofo greco Aristotele (384 o 383 - 322 a. C.), che si riferisce alla filosofia di Aristotele: le opere a.; la dottrina a.; l’etica, la politica a.; seguace della filosofia di Aristotele:...