Teologo domenicano (n. Aquara - m. Napoli 1591). Fu lettore di metafisica allo Studio di Napoli (1571-1574 e dal 1587) e maestro di teologia alla Sapienza di Roma (1582-87). Nelle sue opere, tra le quali [...] le Additiones alle Quaestiones di Francesco Silvestri alla Fisica e al De anima di Aristotele (1576), si rivela fedele seguace di s. Tommaso, ma anche bene informato sulle discussioni cui i problemi più scottanti avevano via via dato luogo. ...
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Carmelitano (Perpignan 1270 circa - Avignone 1342), allievo di Goffredo di Fontaines a Parigi, vi rimase come maestro reggente della scuola carmelitana (1313-18); fu poi generale dell'ordine (1318), vescovo [...] ) e di Elna (1322, con sede a Perpignan). Autore di Quodlibet, Quaestiones ordinariae, Quaestiones disputatae e commenti ad Aristotele, propose intorno all'analogia una dottrina originale sostenendo l'unicità ma non l'univocità dell'essere; in molte ...
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Teologo domenicano (sec. 15º-16º). Professore, sembra, in Budapest, e autore (1504-05) di un importante Liber de divina sapientia, ove riprende i motivi della mistica di H. Suso e della scuola albertina [...] di Colonia. L'opera, scritta in stile umanistico fuori dei consueti schemi scolastici, attinge largamente alla filosofia greca (Platone e Aristotele) e alla scolastica medievale (in partic. Ugo di S. Vittore, Alberto Magno e Tommaso d'Aquino). ...
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CASTELLANI, Grazia (Graziano)
Paolo Orvieto
Nacque, probabilmente a Firenze, intorno alla metà del sec. XIV. Del C. possediamo dati biografici intermittenti, che non permettono di ricostruire organicamente [...] biografia: frate agostiniano nel convento di S. Spirito di Firenze, fu celebrato maestro di teologia, studioso di Platone e di Aristotele e ministro provinciale di Pisa dal 1391 al 1394. Nel 1394 (o, secondo altri, nel 1382) ottenne, grazie alla sua ...
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Esegeta dell'Antico Testamento, talmudista e medico ebreo (Cesena 1475 - Bologna 1550). I suoi commenti alla Bibbia eccellono per buon metodo filologico, e ciò gli procurò grande stima tra gli studiosi [...] cattolici. J. Reuchlin prese da lui lezioni di ebraico. È autore, tra l'altro, di un'opera intitolata Luce delle nazioni (1537), nella quale polemizzò contro Aristotele e Maimonide. ...
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Giovanni Antonio Facchinetti (Bologna 1519 - Roma 1591), di famiglia veronese, vescovo di Nicastro (1560), partecipò al Concilio di Trento e fu poi nunzio a Venezia (1566); divenne cardinale nel 1583. [...] Successo a Gregorio XIV (1591), nonostante la salute malferma svolse una notevole attività, soprattutto a Roma, curandone l'edilizia e la sicurezza. Scrisse un commento alla Politica di Aristotele e un Antimachiavelli. ...
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TOMMASO d'Aquino, Santo
E. Simi Varanelli
Filosofo e teologo, nato a Roccasecca (prov. Frosinone) intorno al 1224-1225 dalla famiglia dei conti di Aquino e morto nel 1274.
T. entrò come oblato nel monastero [...] del quale è certo abbia seguito le lezioni sul De divinis nominibus dello pseudoDionigi e sull'Etica a Nicomaco di Aristotele, perché se ne sono conservati gli appunti - e, in qualità di baccelliere biblico di Alberto, dare inizio al suo insegnamento ...
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Letteratura
Discorso di tono solenne, tenuto in pubblico o in un’adunanza, oppure scritto a tale scopo, anche come esercitazione retorica; soprattutto con riferimento all’epoca classica.
L’o. nell’antichità [...] che prese il nome di retorica. Grazie all’opera di Protagora di Abdera, Gorgia da Lentini, Platone, Isocrate, Zenone e soprattutto Aristotele e, più tardi, Ermagora di Temno, la civiltà greca lasciò in eredità a quella romana un tesoro di analisi, di ...
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Nella teologia cattolica, una delle quattro virtù cardinali, quella capace di dirigere l’intelletto nelle singole attività in modo da discernere ciò che è giusto e che conduce al fine ultimo dell’uomo. [...] Questo concetto morale della p. corrisponde a quello greco della ϕρόνησις che, considerata già da Platone la virtù propria dei capi della polis, fu definita da Aristotele come il retto discernimento intorno al bene e al male. ...
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Teologo francescano (n. 1249 circa - m. tra il 1300 e il 1308), di origine inglese (o francese); studiò a Oxford e a Parigi, ove fu maestro di teologia tra il 1284 e il 1287; nel 1295 fu eletto a Metz [...] della provincia di Francia. Fedele seguace di s. Bonaventura, sia in teologia sia rispetto alla filosofia di Aristotele, del quale rigetta o profondamente modifica le dottrine (affermazione dell'impossibilità della creazione ab aeterno, ilemorfismo ...
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aristotelia
aristotèlia s. f. [lat. scient. Aristotelia, dal nome del filosofo Aristotele]. – Genere di piante della famiglia eleocarpacee, con una decina di specie dell’emisfero australe. La specie Aristotelia macqui, arbusto del Cile, dà...
aristotelico
aristotèlico agg. (pl. m. -ci). – Del filosofo greco Aristotele (384 o 383 - 322 a. C.), che si riferisce alla filosofia di Aristotele: le opere a.; la dottrina a.; l’etica, la politica a.; seguace della filosofia di Aristotele:...