Si indicano come intercalari quelle sequenze (di varia natura, costituite come sono da parole o espressioni) che il parlante inserisce qua e là nel discorso, come personali forme di routine e in modo per [...] a un uso ricorrente d’altro segno.
Tale uso interessa particolarmente i senza un ordine scritto del Re non la farà la guerra con le armi, no … e l’altro amico nostro che l’intercalare dialettale pota, comune in area bresciana e bergamasca (e non ...
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Gli insulti sono parole ed espressioni cui si ricorre entro atti linguistici destinati a colpire e offendere l’interlocutore. Nel conflitto verbale, in cui rappresentano normalmente un punto di massima [...] forma di apostrofe e allora l’epiteto insultante è usato con funzione vocativa, per es.:
(1) deficiente, piantala gli insulti siano parole di segno negativo (brutto, cattivo, cosa recente, e anche solo per l’area italiana sono innumerevoli i testi e i ...
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Betacismo (dal greco bētakusmós, all’incirca «il parlare usando il suono corrispondente alla lettera beta») è il processo fonetico in cui un suono fricativo labio-dentale sonoro /v/ o vocale alta posteriore [...] segno ‹v› sia per [u] che per [w] semivocale e di conseguenza per [v], sicché la lettera ‹v› latina risultava equivalente al suono [w] con presto ma il fenomeno non ebbe uguale espansione nell’area romanza. Comunque, anche il suono [b] soprattutto ...
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Il termine graffiti si riferisce tanto a immagini quanto a parole, dato che fa riferimento piuttosto alla tecnica che sta alla base della realizzazione del risultato (si ‘graffia’ la parete o la pietra [...] di due fenomeni tipici del volgare dell’area, trascritti con piena fedeltà al parlato: il raddoppiamento fonosintattico 41-79.
Desideri, Paola (a cura di) (1998), Il segno in scena. Scritte murali e graffiti come pratiche semio-linguistiche, Ancona ...
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Scevà (adattamento italiano di Schwa, trascrizione tedesca del termine grammaticale ebraico shĕvā /ʃəˈwa/, che può essere tradotto con «insignificante», «zero» o «nulla») è il nome di un simbolo grafico [...] (meglio, di un segno paragrafematico) ebraico costituito da «il (pezzo di) vetro», mentre [o ˈbːriːtɘ] con raddoppiamento di /v/ e rafforzamento in [bː] è «il vetro degli esiti metafonici nei dialetti dell’area Lausberg: un’introspezione sulla natura ...
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Ogni lettera dell’➔alfabeto ha un nome, non sempre coincidente con il suono che essa rappresenta. Per giunta, il nome delle lettere può cambiare nel tempo o risentire dell’influsso di altre lingue. Per [...] l’alternativa vi [vi] è frequente, per lo più in area settentrionale. Questa denominazione si fa sentire in alcune sigle che si con richiamo all’aspetto del segno che è sentito come risultante dalla parziale sovrapposizione di due ‹v›. Questo segno ...
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significato Il contenuto espressivo di qualsiasi mezzo di comunicazione (parole o frasi, gesti, segni grafici ecc.).
In linguistica, ciò che si vuol dire pronunciando una frase o una parola, il messaggio [...] tra la denotazione o riferimento (Bedeutung) di un segno, che sarebbe l’oggetto designato, e il tanto che, per es., l’area che il latino articola in cui ogni termine riceve il suo per contrasto con gli altri. Alla semantica strutturale si rifanno in ...
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Lingua indoeuropea appartenente al gruppo italico o protolatino, lo stesso di cui fanno parte quelle di altri popoli (Ausoni, Opici, Enotri e Siculi) che, insieme ai Latini, si insediarono nella parte [...] l., alcune delle quali eventualmente modificate consegni diacritici per esprimere suoni particolari. L’ Tivoli, una dedica da Satrico e diversi frammenti di iscrizione dell’area del Foro Romano, del Palatino e del Campidoglio. Assai rare sono ...
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Sesta lettera dell’alfabeto greco comune più antico, indica la semivocale u̯ e ha la forma o [. Dapprima denominata con il nome dell’originaria lettera fenicia u̯àu, fu poi, considerato il suo aspetto [...] , detta digamma. Si trova in molte iscrizioni dialettali fino al 2° sec. a.C., ma nella maggior parte dell’area della lingua greca sopravvive solo come segno del numero 6 (nella forma [ e più tardi ς). Gli alfabeti italici conservano generalmente il ...
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VENEZIE, TRE
Roberto ALMAGIA
Claudia MERLO
Giuseppe CARACI
Raffaello BATTAGLIA
Giuseppe FIOCCU
Carlo BATTISTI
Arnaldo FERRIGUTTO
Alfredo BONACCORSI
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M. T. D.
. L'espressione Tre Venezie è [...] sboccano nella valle dell'Adige le due già ricordate comunicazioni laterali segnate dalle valli del Sarca e del Brenta; Rovereto (11.602 della segale. Il grano occupa un'area superiore a 13.000 ettari (1929) e, con un rendimento medio di 14-15 ...
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spazio
spàzio s. m. [dal lat. spatium, forse der. di patēre «essere aperto»]. – 1. Con valore assol., il luogo indefinito e illimitato in cui si pensano contenute tutte le cose materiali, le quali, in quanto hanno un’estensione, ne occupano...
punto2
punto2 s. m. [lat. pŭnctum, lat. tardo pŭnctus, der. di pŭngĕre «pungere»: propr. «puntura, forellino»]. – 1. a. Nel cucito e nel ricamo, l’atto del passare il filo attraverso la stoffa e ripassarlo a breve distanza, e il risultato...