TARGŪM (aramaico e neoebraico targūm: plurale neoebraico targūmīm "traduzione", poi la "traduzione" per eccellenza)
Umberto Cassuto
Questo nome designa le traduzioni della Bibbia in aramaico giudaico.
A [...] Targūm palestinese, e che, essendo noto il nome di Yōnātān ben ‛Uzzī'ēl come quello di un traduttore dei Prafeti in aramaico, fu erroneamente intesa come Targūm Yōnātān.
Fu stampato per la prima volta nella Bibbia di Venezia 1590-1591, e molte volte ...
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Canaan
Il paese di C. è attestato già nel 2° millennio a.C. (come Kinahnu, nome forse derivato da quello hurrita della porpora, con etimo analogo a quello dei fenici) per designare la Palestina o l’intero [...] in iscrizioni fenicie fino in età ellenistica. Oggi, la linguistica semitica definisce dialetti cananei quelli semitici occidentali non aramaici (fenicio, ebraico e altri), mentre gli storici chiamano cananei i semiti del Levante del 2° millennio a.C ...
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- È la quarta lettera dell'alfabeto romano, donde proviene il suo nome (di in italiano, de in quasi tutte le altre lingue europee; in latino esso sonava de) e la sua forma in tutte le scritture derivate [...] in vocaboli d'origine straniera. Un fenomeno analogo al greco moderno ha luogo, tra le lingue semitiche, nell'ebraico e nell'aramaico; l'arabo possiede una d spirante accanto alla d esplosiva e, a quanto sembra, i due suoni sono indipendenti fino ...
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L'architettura: caratteri e modelli. Vicino Oriente
Francesca Baffi Guardata
Stefania Mazzoni
Paolo Matthiae
Rita Dolce
Lorenzo Nigro
Caratteri generali
di Francesca Baffi Guardata
L'attività archeologica [...] e luvia che, tra la fine dell'XI e l'inizio del X sec. a.C., diedero vita alla maggiore parte dei regni luvii e aramaici; in essi si realizzarono le strutture palatine del bīt ḫilāni, di cui si è detto sopra, e quelle sacre che, come documenta il ...
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Lingua degli Ebrei ashkenaziti, nata intorno al 10° sec., quando Ebrei provenienti dalla Francia e dall’Italia settentrionale si stabilirono in Renania. Il termine deriva dal ted. jiddish, alterazione [...] caratteri ebraici, conformandosi all’uso semitico (omissione delle vocali), per le molte parole derivate dall’ebraico e dall’aramaico, mentre adotta con poche eccezioni un sistema fonetico di modello europeo (con indicazione di consonanti e di vocali ...
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KARKEMĪSH
. Antica città della Siria settentrionale (oggi Giarāblus), sulla riva destra dell'alto Eufrate. La sua fondazione risale al terzo millennio a. C., ma la sua particolare importanza nella storia [...] . È in parte tornata in luce la poderosa cinta di mura, con porte e vestiboli; inoltre numerosi rilievi hittito-aramaici, e iscrizioni geroglifiche hittite, ancora non decifrate.
Bibl.: C. L. Woolley e T. E. Lawrence, Carchemish, voll. 2, Londra ...
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OSTRAKA
V. Bartoletti
L. Guerrini
Red.
Con la parola ὄστρακον i Greci indicavano il guscio della testuggine e le conchiglie, ed anche, per estensione, altri oggetti di forma incavata e rotonda come [...] è la massa degli o. con scritture demotiche e greche, particolarmente frequenti dal sec. III a. C.; né mancano gli o. in aramaico: si ha l'impressione, com'è stato rilevato dal Wilcken, che l'uso di scrivere sui cocci sia divenuto in quest'epoca ...
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È la seconda lettera dell'alfabeto romano, donde proviene il suo nome (bi in italiano, be in quasi tutte le altre lingue europee: in latino esso sonava be) e la sua forma in tutte le scritture derivate [...] parole d'importazione straniera, introdurre il nesso μπ (p. es. μπάρμπας, barbas "zio"). Un fenomeno analogo si osserva nell'aramaico e nell'ebraico. Dal passaggio fonetico del greco si spiega il valore di v assunto dalla B nell'alfabeto cirillico e ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Il tramonto della cultura babilonese in eta ellenistica
Michael Jursa
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, Antichità, edizione in 75 ebook
Il babilonese, la scrittura [...] in scrittura alfabetica). In effetti i testi babilonesi del V o IV secolo a.C. contengono più riferimenti a documenti scritti in aramaico dei loro predecessori del VII o VI secolo a.C. (ma si noti che anche nella documentazione più antica si parla di ...
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PAHLAVĪ
Antonino Pagliaro
. In conformità all'uso persiano, che applica il nome di pahlavī alla lingua della Persia prima della conquista musulmana, si suole designare con questo nome la lingua di carattere [...] 'alfabeto pahlavīk e dell'alfabeto pārsīk delle iscrizioni, e nella quale permangono in considerevole numero gli eterogrammi aramaici. La presenza di questi eterogrammi, che è tratto caratteristico anche della grafia delle iscrizioni, è variamente ...
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aramaico
aramàico agg. e s. m. (pl. m. -ci). – Del popolo arameo, degli Aramei: lingua a. (o, come s. m., l’aramaico), lingua appartenente al gruppo occidentale delle lingue semitiche, parlata all’inizio dell’era volgare in Mesopotamia, Siria,...
yiddishofono
s. m. e agg. Chi o che si esprime in yiddish, lingua propria delle comunità degli ebrei ashkenaziti, che si caratterizza per la fusione di elementi tedeschi, ebraico-aramaici, neolatini e slavi. ◆ Secondo le ultimissime rilevazioni,...