Storico e filosofo ebreo (Cordova 1110 circa - Toledo tra il 1170 e il 1180); scrisse una storia del giudaismo e dei suoi dottori Sēfer sēder ha-qabbālāh ("Il libro dell'ordine della tradizione"), di scarso [...] valore critico, ma che è stata per secoli la base della storiografia giudaica, e un'opera filosofica in arabo al-῾Aqīda ar-rafī ῾a ("La credenza elevata"), nella quale cerca di amalgamare la filosofia di Aristotele col pensiero religioso del ...
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Costruzione a sviluppo verticale dalla quale il muezzin invita alla preghiera i credenti musulmani. Il m., posto generalmente in prossimità della moschea, ha avuto forme diverse secondo i luoghi e i periodi [...] possono averne anche più di uno. I m. più antichi costruiti in tutti i paesi sottoposti alla dominazione arabo-musulmana erano di forma quadrata, coperti a terrazza e sormontati da una torretta centrale più sottile corrispondente alla scala ...
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ī Pseudonimo del poeta e mistico turco 'Imād ad-Dīn (m. Aleppo 1404-05). Dapprima seguace della scuola mistica dello shaykh Shiblī, seguì poi le idee di Fazlullāh, fondatore della confraternita ḥurufiyya. [...] le sue idee mistiche, che, considerate eretiche, gli costarono la vita. Ha lasciato un dīwān in turco, uno in persiano e delle poesie in arabo. Il suo linguaggio erotico-mistico cela l'ammirazione per la bellezza terrena, riflesso di quella divina. ...
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Nono mese dell'anno lunare musulmano. Una prescrizione coranica stabilisce che in questo mese, nel quale avvenne la prima rivelazione, i musulmani debbano quotidianamente osservare, dall'aurora al tramonto, [...] (più tardi anche dal fumare). Le notti sono dedicate a pratiche devozionali e a festeggiamenti. La festività del piccolo bairam (in arabo al-‛īd aṣ-ṣaghīr "la festa piccola" o ‛īd al-fiṭr "la festa della rottura del digiuno"), ricorrente nel primo ...
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Il complesso delle discipline linguistiche, filologiche, archeologiche, storiche e religiose, rivolte allo studio scientifico delle antiche e moderne civiltà dell’Oriente, includendo in questo termine [...] dall’Asia Anteriore al Giappone.
Lo studio di alcune fra queste lingue e civiltà orientali risale al Medioevo: ebraico e arabo furono studiati fin dal 13° sec. sia per motivi pratici sia per interessi teologici, esegetici e missionari. Al 1311 risale ...
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Poeta e pensatore ebreo (n. a Toledo o a Tudela nel 1075 circa); esercitò la medicina in Spagna; ormai vecchio volle trasferirsi in Palestina, ma morì (circa 1141) durante il viaggio. Di lui si hanno circa [...] (tra le quali l'Himno a la Creación che è stato tradotto in spagnolo da Menéndez y Pelayo) e 400 profane; scrisse in arabo il trattato al-Ḥazarī di contenuto filosofico-religioso in cui, sotto la forma di dialogo fra il re dei Chazari e un saggio ...
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Scrittore (n. Bracara, od. Braga, in Portogallo, sec. 4º - m. sec. 5º). Discepolo in Palestina di s. Girolamo, partecipò (415) al Concilio di Gerusalemme, difendendosi dall'accusa di pelagianesimo. La [...] , Giordane, Gregorio di Tours, Beda, Paolo Diacono; fatta tradurre e adattare da re Alfredo il Grande; tradotta anche in arabo - fu certamente uno dei testi di storia antica più accreditati nel Medioevo.
Vita e opere
Nulla sappiamo della sua vita ...
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Denominazione dei cristiani di Spagna sotto il dominio musulmano (8°-11° sec.). Essi assunsero numerosi elementi della civiltà araba e in primo luogo la lingua, introdotta anche nella liturgia. Questo [...] in lingua romanza, con cui il poeta si congedava. In seguito, la muwashshaḥa si diffuse nel resto dei paesi di lingua araba e fu ripresa anche in epoca moderna.
Lingua
La lingua dei M., largamente differenziata in dialetti per regione (Léon, Cordova ...
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VACCARI, Alberto
Biblista, nato a Bastida dei Dossi (Pavia) il 4 marzo 1875. Entrò nella Compagnia di Gesù; ha insegnato lingue classiche e, dopo essersi perfezionato nelle semitiche, anche con viaggi [...] testi originali, e alla direzione della rivista Biblica; collabora all'Enciclopedia Italiana.
Tra gli scritti principali: L'arabo scritto e l'arabo parlato m Tripolitania, Torino 1912, 2a ed. 1921; Un commento a Giobbe, di Giuliano di Eclana, Roma ...
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Dotto ebreo spagnolo (n. Huesca 1062 - m. 1140), battezzato a Huesca nel 1106 il giorno di s. Pietro, padrino re Alfonso: di qui il nome, in sostituzione del precedente nome Mosè. Dopo la conversione scrisse [...] avviato agli studî), preziosa raccolta di novelle, leggende, favole, di origine orientale, che si fingono narrate da un vecchio arabo al figlio, come esempî che l'ammoniscano a ben vivere. Essa ebbe immensa diffusione, tradotta e ridotta in versi e ...
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arabo
àrabo agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. Arăbus]. – 1. Dell’Arabia, penisola dell’Asia sud-occid.; relativo o appartenente agli Arabi, denominazione che designa in senso stretto gli abitanti musulmani dell’Arabia e più comunem. tutti gli...
arabano
s. m. [der. di arab(inosio), col suff. -ano]. – Composto organico, poliosio del tipo delle emicellulose, costituente della parete cellulare di molte piante; si presenta come una massa bianca gommosa che, per idrolisi, dà arabinosio.