Titolo assunto da alcuni sovrani dell'Algeria e della Tunisia durante alcuni periodi dell'età posteriore alla conquista turca del sec. XVI. È la pronunzia arabo-algerina del vocabolo turco dāyī "zio materno" [...] (indi anche "compare" e "capo"), titolo che dapprima era stato dato ai capi dei reparti della milizia dei giannizzeri, costituente la guarnigione turca di quei paesi. Questi capi andarono assumendo sempre ...
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ZISA (dall'arabo al-‛azīz "il [castello] glorioso")
Francesco Gabrieli
Nome di un palazzo di Palermo, cominciato a costruire dal re normanno Guglielmo I il Malo (1154-1166) e compiuto dal figlio Guglielmo [...] stucco e musaico e di una sorgente d'acqua che dall'alto scende in un canale sul pavimento. Un'iscrizione in grandi caratteri arabi su stucco, posta ai lati dell'arco interno d'ingresso e per la prima volta interpretata esattamente da M. Amari (1870 ...
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Dinastia musulmana di califfi (750-1258), la più duratura del mondo medievale islamico; governò infatti dal 750, quando gli A. strapparono il potere agli Omayyadi, fino al 1258, quando Baghdad fu conquistata [...] dai Mongoli. I cinque secoli della dinastia abbaside nell'Iraq coincidono con la maggior fioritura della civiltà arabo-musulmana.
Discendenti da al-῾Abbās zio di Maometto, aspirarono al califfato insieme ai loro cugini Alidi sotto il dominio dei ...
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Cittadina dell'alto Egitto, in provincia di Aswān, posta sulla riva sinistra del Nilo, a mezza strada tra Luksor e Aswān, da cui dista un centinaio di km., e a 780 km. di ferrovia a S. del Cairo. Trae [...] nome dall'antico egiziano Ṣbŏ', d'ignoto significato, in copto s. Tbŏ, b. Tbô (Atbô è influenzato dall'arabo). Unica industria è la fabbricazione di ceramiche che trovano smercio in tutto l'Egitto. Nei dintorni affiorano largamente gli "scisti di ...
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. Poeta arabo dell'epoca preislamica (secolo VI d. C.). La tradizione lo descrive come proveniente dalla tribù sudarabica degli Azd, ma ceduto o venduto da piccolo a un'altra tribù, e vissuto poì di una [...] carattere indomito, sdegnoso e selvaggio. Essa è stata tradotta in numerose lingue europee (se ne veda, ad es., l'edizione del testo arabo, e la versione in prosa, di G. Jacob, in Sitzb. d. bayr. Akad. d. Wiss., 1914-15, e la versione metrica dello ...
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H È nome proprio di persona già usato nell'Arabia preislamica lsi chiamava cosi anche il padre di Maometto) e poi straordinariamente diffuso presso tutti i popoli musulmani, mentre meno frequente è tra [...] è pronunciato per lo più ‛Abdálla; i Persiani, i Turchi e gl'Indiani sogliono pronunciarlo ‛Abdullā́h. In qualche paese arabo s'incontra talvolta la forma ‛Abdílla, la quale tuttavia è considerata come un nome distinto da ‛Abdálla. Il nome ‛Abd Allāh ...
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MUKHTĀR
Francesco Gabrieli
. Avventuriero arabo del secolo I dell'ègira (VII d. C.), che nel 66/685, approfittando della guerra civile scoppiata fra i califfi omayyadi di Siria e l'anticaliffo ‛Abd [...] importanza in quanto vi si è veduta una prima manifestazione di reazione, per allora prematura, dell'elemento iranico contro gli Arabi conquistatori.
Bibl.: A. Müller, Der Islam in Morgen- und Abendland, I, Berlino 1885, pp. 378-382; H. D. van Gelder ...
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arabo
àrabo agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. Arăbus]. – 1. Dell’Arabia, penisola dell’Asia sud-occid.; relativo o appartenente agli Arabi, denominazione che designa in senso stretto gli abitanti musulmani dell’Arabia e più comunem. tutti gli...
arabano
s. m. [der. di arab(inosio), col suff. -ano]. – Composto organico, poliosio del tipo delle emicellulose, costituente della parete cellulare di molte piante; si presenta come una massa bianca gommosa che, per idrolisi, dà arabinosio.