Pittore francese, nato il 3 ottobre 1867 a Fontenay-aux-Roses; allievo dell'accademia Jullian insieme con Maurice Denis, Vuillard, Sérusier, Piot. Benché ammesso alla Scuola delle belle arti, non la frequentò. [...] . Vi si può discernere l'influenza del Gauguin e specialmente delle stampe giapponesi, accentuata dall'importanza conferita all'arabesco nella composizione (Femme assise au lapin, 1891; La partie de croquet, 1892). Poi i toni della sua tavolozza ...
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Scrittrice danese (n. Rungsted, Copenaghen, 1885 - m. presso Rungsted 1962); figlia dell'ufficiale e scrittore Wilhelm Dinesen, sposò (1914) il cugino barone Bror B.-F., da cui divorziò nel 1921. Stabilitasi [...] e stilemi del Romanticismo tedesco, B.-F. unì all'estrema perizia tecnica della scrittura, che tende spesso a risolversi in arabesco, la ricerca di intrecci e svolgimenti bizzarri, l'amore per il raffinato gioco narrativo e il gusto del primitivo ...
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Incisore e scrittore, nato a Cupramontana (Ancona) l'8 febbraio 1892. Frequentò da giovane, con le accademie di belle arti, a Roma, a Siena, a Firenze, i corsi universitarî di lettere e di medicina. Combattente [...] in "interni" e "nature morte", in delicati racconti, dove a quell'improvviso dell'impaginazione d'un valore talvolta di puro arabesco, si lega un sentimento del chiaroscuro e una finezza d'indagine che fanno originali e patetiche invenzioni d'accento ...
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GOGH, Vincent van
Louis Gillet
Pittore, disegnatore e incisore, nato a Zundert (Brabante) il 30 marzo 1853, morto a Auvers-sur-Oise (Oise) il 29 luglio 1890. Per sette anni, prima a L'Aia (1869), poi [...] gruppo, ma nello stesso tempo ne fu anche urtato perché contrarie ai suoi principî: al gusto intransigente dell'arabesco e della forma decorativa, alla passione per la sintesi, così completamente opposti all'analisi dell'atmosfera e alla divisione ...
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CAPRIN, Giulio
Francesco Del Beccaro
Nacque a Trieste il 22 marzo 1880 da Enrico, impiegato, e da Emilia Maffei. Emigrata la famiglia in Toscana, e rimasto poco dopo orfano del padre e in precarie condizioni [...] cara.
Si era già messo in luce con Il fantasma di Pierrot (Firenze 1905), un atto unico, sorta di arabesco, rappresentato al teatro dei Filodrammatici di Milano. In quel periodo pubblicò Trieste (Bergamo 1906), Carlo Goldoni (Milano 1907), una ...
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JACOBSEN, Jens Peter
Giuseppe Gabetti
Poeta e romanziere danese, nato il 7 aprile 1847 a Thisted, ove morì il 30 aprile 1885. Era il quinto dei figli, e il padre, Christen Jacobsen, poco si curò della [...] l'angosciata domanda del perché della vita ispirava a J. anche la severa e grandiosa poesia dell'ultima parte dell'Arabesco. Nel 1877 il progetto venne ripreso. Ma la composizione riuscì, anche questa volta, lentissima. L'intuito del poeta andò al ...
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NANNINI, Mario Ferdinando Attilio
Francesca Franco
– Nacque a Buriano, frazione del comune di Quarrata, nel Pistoiese, il 13 maggio 1895 da Cesare, proprietario terriero, e Giulia Buti.
Dopo la morte [...] intinta di primitivismo, riscontrabile nel rigore stereometrico della prima figura, immersa in uno spazio irreale dominato dall’arabesco dell’enorme poltrona; caratterizza invece una carica espressiva la seconda immagine, che si staglia nera contro ...
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Bass, Saul
Bruno Roberti
Disegnatore, grafico e autore di titoli di testa statunitense, nato a New York l'8 maggio 1920 e morto a Los Angeles il 25 aprile 1996. Le sue intuizioni sull'elaborazione grafica [...] colori alterati di un'immagine psichedelica, da The age of innocence (1993; L'età dell'innocenza), ove l'intrico e l'arabesco del merletto e della calligrafia si intersecano con il motivo tipico di B. del fiore che sboccia come in un'esplosione, fino ...
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PITTURA
Carlo Alberto PETRUCCI
Ranuccio BIANCHI BANDINELLI
Raffaello BATTAGLIA
. Nel concretare il fantasma pittorico che in lui è venuto elaborandosi, il pittore, per mezzo di linee, di masse di [...] Olandesi del Seicento non sono più che minima parte per l'estrema importanza assunta dalle ombre. La tendenza più frequente dell'arabesco è la piramidale, che, stando al Lomazzo, fu data come regola da Michelangelo a Marco da Siena, e durò molto a ...
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. È la piccola città, fortezza e palazzo insieme, che gli ultimi principi musulmani della Spagna, i Naṣridi o Banū 'l-Aḥmar (1232-1491), costruirono fra il secolo XIII e il XIV sul colle che domina da [...] combinar poi questi frammenti in modo da farne risultare stelle, losanghe, trapezi, un ornato insomma molto simile a quello dell'arabesco geometrico che si è già avuto occasione di segnalare per lo stucco. I colori preferiti sono il verde, l'azzurro ...
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arabesco
arabésco agg. e s. m. [der. di arabo] (pl. m. -chi). – 1. agg. Degli Arabi, conforme allo stile e alle abitudini degli Arabi: costume a.; architettura a.; maniera a.; Avendo in dosso l’abito a. (Ariosto). 2. s. m. a. Sorta di ornamentazione...
arabescare
v. tr. [der. di arabesco] (io arabésco, tu arabéschi, ecc.). – Disegnare con arabeschi, ornare, abbellire con arabeschi. Fig., ricoprire di disegni bizzarri, di figure strane, di ghirigori: il fogliame dei castagni arabescava d’ombre...