(ebr. Yĕrūshālayim; arabo Ūrushalīm o el-Quds «la città santa») Città della Palestina centrale, proclamata da Israele propria capitale unita e indivisibile nel 1980, sebbene tale status non [...] e cristiana), prevalente nella città vecchia (fig. 1). In base al piano di spartizione della Palestina fra uno Stato arabo e uno ebraico, approvato (1947) dall’Assemblea generale dell’ONU, la zona di G. (comprendente anche Betlemme) doveva costituire ...
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Stato della Transcaucasia, confinante a N e a NE con la Federazione Russa, a SE con l’Azerbaigian, a S con l’Armenia, a SO con la Turchia; a O si affaccia sul Mar Nero con uno sviluppo costiero di 310 [...] la schiavitù. Si praticava l’esogamia, e non erano rari i casi di poligamia, anche fra i cristiani.
La conquista araba, verso la metà del 7° sec., lasciò il potere diretto all’aristocrazia locale e l’indebolimento del califfato permise il graduale ...
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(arabo Khwārizm) Regione dell’Asia centrale che comprende la striscia di terra coltivata intorno al corso inferiore dell’Amudar´ja, importante per le risorse agricole e per la posizione rispetto alle vie [...] uzbeka. Altre città importanti sono state Kāth e Gurgānǵ (oggi Urgenč). La cultura e la lingua fino alla conquista araba furono iraniche, e la religione zoroastriana; la conquista musulmana e poi le invasioni mongole, turche e uzbeka contribuirono a ...
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umma
Termine coranico usato, anche in epoca preislamica, con vari sign., da quello religioso a quello politico-ideologico. «U.» era la prima comunità islamica costituitasi ai tempi del profeta a Medina, [...] Settanta del 20° secolo. Con la nascita degli Stati-nazione anche nell’area mediorientale alcuni movimenti politici hanno utilizzato il termine u. per tradurre il concetto di nazione, da cui ummat al-῾arabiyya («comunità araba»), nel senso di nazione ...
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Nome di tre sovrani persiani, della dinastia dei Sasanidi. Y. I, figlio di Shāpūr III, regnò dal 399 al 420, e condusse una accorta ed energica politica antichiesastica e antifeudale, che gli valse dalla [...] , e perseguitò cristiani ed ebrei. Y. III fu l'ultimo sovrano sasanide; salito sul trono (632), ebbe subito a fronteggiare l'invasione araba; vinti i Persiani (636) a Qādisiyya e occupata Ctesifonte, Y. fuggì nel Khorāsān, ove morì assassinato (651). ...
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Ben-Gurion, David
Politico israeliano (Płońsk 1886-kibbutz Sde Boker 1973), riconosciuto, con H. Weizmann e T. Herzl, fra i fondatori dello Stato di Israele. Nato David Gruen in Polonia sotto il dominio [...] previsto dalla Risoluzione ONU 181, respinto invece dalla comunità araba, il 14 giugno 1948 B.-G. proclamò l’indipendenza insostenibile per il nuovo Stato la permanenza di una forte minoranza araba al suo interno. Alla fine della guerra B.-G. divenne ...
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al-Walid I
Califfo omayyade del ramo marwanide. Figlio di ‛Abd al-Malik ibn Marwan, regnò dal 705 al 715. Il suo califfato rappresenta l’apogeo dell’impero omayyade, che con le conquiste della Transoxiana [...] grandiosa attività edilizia e monumentale; tra l’altro adibì interamente al culto islamico la basilica cristiana di San Giovanni in Damasco, che, secondo una discussa tradizione, era stata fin dalla conquista araba divisa tra cristiani e musulmani. ...
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Camp David, accordi di
Si indicano così gli accordi conclusi al termine dei negoziati segreti svoltisi a Camp David (Maryland), sottoscritti poi alla Casa Bianca dal presidente egiziano Anwar Sadat e [...] dell’allora presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter. Gli accordi condussero al trattato di pace israelo-egiziano del 1979 e al ritiro delle truppe israeliane dal Sinai. In seguito agli accordi, l’Egitto fu sospeso dalla Lega araba dal 1979 al 1989. ...
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(lat. Homeritae) Nome con cui, dopo la spedizione di Elio Gallo (24 a. C.), furono designati nel mondo classico i Ḥimyar, che allora costituivano la popolazione più numerosa dell’Arabia meridionale. Martiri [...] , Ḥārith o Ḥāritha). Su tale persecuzione e martirio abbondano i documenti in molte letterature orientali, dalla siriaca alla greca, all’etiopica e all’araba. Per reazione al martirio degli O., il re dell’Abissinia cristiana, Kaleb, occupò lo Yemen. ...
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Uomo politico siriano, nato a Ḥamāh nel 1914; studiò nell'università St. Joseph di Beirut ed in quella di Damasco. Entrò nella vita politica come simpatizzante del Partito nazionale sociale siriano; fu [...] ; in tale veste fu uno dei maggiori fautori dell'unione della Siria all'Egitto che fu realizzata con la costituzione della Repubblica Araba Unita (febbraio 1958), della quale fu nominato vicepresidente. Si dimise da tale carica nel dicembre 1959. ...
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arabano
s. m. [der. di arab(inosio), col suff. -ano]. – Composto organico, poliosio del tipo delle emicellulose, costituente della parete cellulare di molte piante; si presenta come una massa bianca gommosa che, per idrolisi, dà arabinosio.
arabico
aràbico agg. e s. m. [dal lat. Arabĭcus, gr. ᾿Αραβικός] (pl. m. -ci). – 1. agg. Dell’Arabia, proveniente dall’Arabia, penisola dell’Asia sud-occid.; nell’uso viene spesso sostituito da arabo (lingua araba, numeri arabi, ecc.), ma è...