Scrittore latino di origine africana (Madaura 125 d. C. circa - Cartagine 180 d. C. circa). Narratore abilissimo, è una delle figure più singolari della letteratura latina; il suo stile, ricco di accorgimenti retorici ma personalissimo, esercitò notevole influsso sulla letteratura successiva. Capolavoro di A. è il romanzo Metamorfosi, conosciuto anche come L'asino d'oro, che per i toni realistici si ...
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Uno dei poetae novi latini, più giovane di Catullo (1º sec. a. C.); secondo Apuleio cantò una Metella con lo pseudonimo di Perilla. Se ne hanno solo 3 versi. ...
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Personaggio letterario, protagonista del romanzo noto con i titoli Asino d'oro e Metamorfosi dello scrittore latino Apuleio (125 d. C. circa - 180 d. C. circa); è un giovane il quale, trasformato in asino [...] che sente e ragiona come un essere umano, ha modo, sotto le nuove spoglie, di conoscere qual è, fuori d'ogni ritegno o ipocrisia, la vera natura degli uomini. Restituito, quindi, alla forma umana, egli ...
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Mitologia
Nome che gli antichi Romani davano agli spiriti errabondi dei morti che in vita erano stati malvagi; Apuleio la considera una categoria particolare di Lemuri, dai quali, però, le l. si distinguono [...] perché emergono improvvisamente a terrorizzare i viventi al di fuori di qualsiasi regola festivo-calendariale. L’incontrollabilità delle l. si manifesta negli effetti psichici deleteri subiti dalla vittima: ...
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Favola mitologica comune a molti popoli, adombrante il destino di due innamorati, la cui felicità è subordinata a vincoli o divieti. In Apuleio (Metamorfosi), Amore ama la fanciulla Psiche ma pone come [...] condizione che ella non cerchi mai di vedere il suo volto; Psiche manca al patto; il dio s’invola; infine Psiche, dopo una serie di ‘prove iniziatiche’, è perdonata e accolta tra gli dei. Della favola ...
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(lat. Asinus aureus) Titolo, che secondo s. Agostino risalirebbe all'autore stesso, con cui si suol designare il romanzo Metamorfosi (Metamorphoseon libri XI) dello scrittore latino Apuleio (125 d. C. [...] e Psiche.
G. Boccaccio trasse dall'Asino d'oro ispirazione per alcune novelle, ma la prima traduzione italiana, col titolo di Apuleio volgîre (1519), è propriamente di M. M. Boiardo. Lo stesso titolo Asino d'oro ha il volgarizzamento, o piuttosto ...
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Umanista (Bologna 1453 - ivi 1505). Insegnò a Bologna, a Parma, a Parigi, di nuovo a Bologna dal 1479. Fecondo ed eruditissimo, commentò, con frequenti digressioni, molti autori latini (specialmente Apuleio) [...] e di altri curò l'edizione; inoltre compose orazioni ...
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Umanista (Scutari 1468 circa - Padova 1526). Rettore delle scuole della Repubblica di Ragusa, prof. a Brescia dal 1502 e a Padova dal 1517. Lasciò tra l'altro orazioni e commenti a Plinio il Vecchio e [...] il Giovane, Apuleio, Vittorino, Cicerone. ...
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Letterato (Firenze 1493 - Prato 1543). Fu rappresentante tipico del ceto medio del Rinascimento, gareggiante con l'aristocratico nell'amore del bello e nel pieno godimento della vita. Sue opere principali [...] nel quale apertamente polemizza con le posizioni del Trissino. Sue opere maggiori sono due traduzioni: dell'Asino d'oro di Apuleio e di una riduzione spagnola del Pañcatantra indiano, ch'egli abbellì di novelle e favole satiriche e intitolò La prima ...
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Scrittore ellenistico, forse del 2º sec. a. C., autore di una raccolta di racconti (Favole milesie), di cui abbiamo un solo frammento, e che furono tradotti in latino, o rielaborati, dall'annalista L. [...] Cornelio Sisenna (1º sec. a. C.), imitato poi da Apuleio. ...
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romanzo2
romanżo2 s. m. [dal fr. ant. romanz, uso sostantivato dell’agg. precedente]. – 1. a. Nel periodo delle origini delle letterature moderne, ampio scritto in lingua volgare, in prosa e in versi, diretto a dilettare il lettore col racconto...
-astro
– Suffisso già presente nel latino classico e tardo, nelle forme -aster o -astra o -astrum per i sost. e -aster per gli agg., di incerta origine ma prob. mediterranea (cfr. anche gr. κήλαστρος o κήλαστρον o κηλάστρα «celastro, agrifoglio»),...