Filosofo (Königsberg 1724 - ivi 1804). Di genitori pietisti, K. ricevette, specie dalla madre, una severa educazione etico-religiosa: frequentò il Collegium Fridericianum, diretto dal pastore F. A. Schultz, [...] possibile la coscienza o meglio la sua unità trascendentale. L'unità dell'oggetto rimanda quindi a quest'attività originaria dell'intelletto ("io penso", o "unità sintetica originaria dell'appercezione"). Resta da determinare quali aspetti assuma il ...
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Consapevolezza che il soggetto ha di sé stesso e del mondo esterno con cui è in rapporto, della propria identità e del complesso delle proprie attività interiori.
Diritto
Libertà di c. Diritto di sentire [...] chiaramente coscienti. I. Kant conservò il termine di appercezione come sinonimo di c., distinguendo peraltro tra un’appercezione pura trascendentale ( io penso) e una appercezione empirica. Quest’ultima come c. psicologico-empirica s’identifica ...
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Le ricerche per sapere quando fu sostituito il nome di filosofo e quindi filosofia al termine sofo (o sofista) e sofia, hanno un interesse puramente filologico, poiché quel che importa alla filosofia è [...] dallo stato di percezione a quello di appercezione: l'appercezione essendo universo esplicato. Per il grado oggetto la legge di produzione degli oggetti. Il risultato della dialettica trascendentale è quindi: non si può dimostrare che c'è un'anima; ...
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LOGICA
Guido Calogero
. Il termine di "logica" λογικὴ τέχνη, ἀρετή "arte abilità logica": oppure τὸ λογικόν, sottinteso μέρος τῆς ϕιλοσοϕίας "la sezione logica della filosofia") entrò nell'uso specialmente [...] appariva come garanzia suprema del vero, in quanto appercezione unitaria onde l'intelletto s'adeguava all'intelligibile avvertendone sintesi a priori si costituì quindi quella "logica trascendentale", che ne teorizzava la possibilità mostrando come ...
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PSICOLOGIA
Goffredo COPPOLA
Guido CALOGERO
Antonio ALIOTTA
Raffaele CORSO
. Il termine "psicologia" (dal gr. ψυχή "anima" e λόγος "ragionamento, discorso") significa letteralmente "dottrina dell'anima"; [...] di quella sostanza, da cui essi si distinguono come il trascendentale dall'empirico, l'a priori dall'a posteriori.
Di dell'impressione nel campo visivo della coscienza; 2. il tempo d'appercezione o di entrata nel punto di mira dell'attenzione; 3. il ...
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(lat. anĭma; per l'etimologia, cfr. il greco ἄνεμος "vento, fiato"; fr. âme; sp. alma; ted. Seele; ingl. soul).
Le concezioni dei primitivi. - A prescindere tanto dalle idee dell'anima che troviamo anche [...] empirico); o come di quell'attività sintetica universale dell'appercezione, che è il presupposto gnoseologico perché sia pensabile qualsiasi cosa (Io trascedentale).
Fichte concepì l'Io trascendentale come creatore dell'oggetto (Non-Io). Tale oggetto ...
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È la consapevolezza che il soggetto ha del suo oggetto, e non può separarsi da quella che il soggetto ha di sé come oggetto. Il problema della sua interpretazione filosofica viene in primo piano nella [...] diventa fondamentale dopo Kant, che distingue la coscienza empirica dalla trascendentale, atto dell'io penso, la quale condiziona e unifica alle considerazioni di Leibniz sulla percezione e sull'appercezione per trovare l'inizio sistematico di quelle ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Luigi Catalani
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Il pensiero di Kant si pone come cerniera tra due secoli, non solo nel senso che cerca [...] due numeri nel corso della mia esperienza.
La “filosofia trascendentale” ha il compito di stabilire le condizioni di validità molteplice di tutte le rappresentazioni si armonizza nell’unità della appercezione pura dell’io, in quell’io penso in cui il ...
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Termine che indica, se usato in senso generico, la coscienza che l’io ha di sé stesso. In senso proprio, relativamente cioè al contesto del linguaggio idealistico in cui il termine ha trovato la più larga [...] , usato per indicare la coscienza che ha di sé l’Io puro quale condizione trascendentale del conoscere. Da questo punto di vista l’a. si identifica con l’appercezione (➔), ossia con l’attività dell’Io puro, che «deve poter accompagnare tutte le mie ...
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GIUDIZIO (fr. jugement; sp. juicio; ted. Urteil; ingl. judgment)
Guido Calogero
In generale, nome della funzione logica che connette, affermativamente o negativamente, un soggetto con un predicato.
La [...] , gli si conformò così nell'aspetto di un giudizio che per mezzo delle categorie sintetizzasse, nell'unità trascendentale dell'appercezione, gli elementi di un'esperienza possibile: nelle categorie stesse venendo quindi a tradursi quelle forme dei ...
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appercezione
appercezióne s. f. [dal fr. aperception, der. di apercevoir «percepire» (che a sua volta è der. di percevoir, dal lat. percipĕre «percepire»)]. – In filosofia, termine introdotto da Leibniz per indicare la percezione di una percezione,...