. Termine filosofico, significante in generale tutto ciò che non ha bisogno, per essere conosciuto, di fondarsi sull'esperienza, non dipendendone, ma anzi costituendo un presupposto essenziale per la stessa [...] suoi aspetti formali, e soprattutto di quello su cui, in ultima analisi, ogni altro si basava: cioè l'appercezionetrascendentale, altrimenti significata da Kant con la formula dell'"Io penso", come l'invalicabile soggettività della coscienza, a cui ...
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essere
L’uso del termine essere, come sostantivazione del verbo εἶναι (τὸ ὄν; τὸ εἶναι), è presente nel poema di Parmenide indicato come Sulla natura (περὶ φύσηως). Per quanto si possa sostenere che [...] e. ed esistenza. Il problema dell’e. non trova collocazione nell’Analitica trascendentale e nell’unità sintetica di appercezionetrascendentale, mentre viene tematizzato nella Dialettica trascendentale (II, cap. 3, sez. 4), ove si stabilisce che l ...
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È con il Discorso sul metodo (➔) di Descartes (1637) che l’Io entra in filosofia, come fondamento del filosofare.
Cogito ergo sum è «il primo principio della filosofia che cercavo» (Discorso, parte IV) [...] e permanenza all’Io, in virtù di una sintesi originaria del molteplice dell’esperienza. La coscienza di sé dell’appercezionetrascendentale va però distinta dalla conoscenza di sé: un conto è l’Io come dato del senso interno, oggetto mutevole ...
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Concezione che considera l’uomo in possesso fin dalla nascita di determinate conoscenze, anteriori quindi all’esperienza. A questo signifi- cato se ne affianca talvolta un altro, che rinvia all’esistenza [...] accanto alle tradizionali funzioni della logica classica – una serie di funzioni logiche trascendentali di unificazione dei dati sensibili, ossia le categorie, considerate articolazioni di un’unica funzione, l’Io penso o appercezionetrascendentale. ...
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Concetto presente nella Critica della ragion pura (➔) (1781) di Kant. Il termine, desunto dal linguaggio giuridico, viene adoperato allo scopo di spiegare con quale pretesa di legittimità i concetti puri [...] senso forte ‘conoscenza mediante la connessione di percezioni’, le categorie, quali articolazioni dell’Io penso o appercezionetrascendentale, risultano condizioni della possibilità dell’esperienza, e valgono pertanto a priori per tutti gli oggetti d ...
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uno
Termine utilizzato (sia come sostantivo sia come aggettivo) in ambito logico per classificare l’elemento di un insieme o di una classe qualsiasi; in relazione alla serie dei numeri naturali, per [...] la rende possibile». L’unità «necessaria» del soggetto con il predicato origina dunque dall’«unità necessaria dell’appercezionetrascendentale»; essa va infatti cercata in ciò che contiene il fondamento stesso dell’unità di diversi concetti nei ...
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soggetto
Termine il cui uso copre un’ampia gamma di significati che rinviano sia all’esser sottoposto o all’essere sostrato (➔) di determinati accidenti che concorrono all’identificazione di una data [...] materiale, che evolve verso la teoria della ‘cosa in sé’ o noumeno, e la riflessione intorno all’unità sintetica di appercezionetrascendentale o ‘Io penso’. Nei Prolegomeni, Kant intende infatti il s., nel primo senso, come «ciò che rimane tolti gli ...
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CAPONE BRAGA, Gaetano
Sergio Chiogna
Nacque a Giulianova (prov. di Teramo) il 4 maggio del 1889 da Gaetano e da Elisa Di Giacinto. Laureatosi in filosofia nel 1912 presso l'istituto di studi superiori [...] 'atto stesso in cui questi le confronta tra loro. Come si vede il C. travisa anche il concetto kantiano dell'appercezionetrascendentale. Quindi la sua polemica contro l'attualismo e contro l'idealismo - egli vedeva un unico indirizzo di pensiero da ...
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trascendentale Nel linguaggio della filosofia scolastica, attributo di proprietà o attributi, che sono al di sopra di tutte le categorie, sorpassando in estensione tutti quanti i generi. In I. Kant il [...] dell’esperienza. In particolare, in Kant, principi t. sono le leggi del pensiero, in quanto regole della conoscenza; appercezione t., o pura, o originaria, è la rappresentazione ‘io penso’ (l’autocoscienza), la quale, mentre condiziona e accompagna ...
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Termine filosofico introdotto da G. Leibniz per indicare l’atto riflessivo attraverso cui l’uomo diviene consapevole delle sue percezioni, che di per sé possono anche rimanere inavvertite; l’a. è dunque [...] a. pura (o originaria) quell’‘Io penso’ che «deve poter accompagnare tutte le mie rappresentazioni», costituendo «l’unità trascendentale dell’autocoscienza». L’a. pura si distingue dall’a. empirica, che è la coscienza nella totalità del suo contenuto ...
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appercezione
appercezióne s. f. [dal fr. aperception, der. di apercevoir «percepire» (che a sua volta è der. di percevoir, dal lat. percipĕre «percepire»)]. – In filosofia, termine introdotto da Leibniz per indicare la percezione di una percezione,...