GUIDI
Antonio Falce
. Conti palatini di Toscana. Ebbero un vasto stato patrimoniale, e dominarono su gran parte della Romagna, Toscana ed Emilia. I castelli principali, da cui presero nome varî rami [...] , e contemporaneamente trescando col feudalismo; di poi, fallito questo tentativo, dovettero nuovamente ritirarsi nei castelli dell'Appennino tosco-romagnolo; più tardi ancora, si buttarono a capo fitto nella secolare lotta contro città come Firenze ...
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Periodo (e sistema) più recente dell'era secondaria o mesozoica. Il nome deriva da creta (v.); sedimento marino che in Francia, Inghilterra e Germania ha grande sviluppo in estensione, costituendo una [...] Giulie, con predominio in Istria e Dalmazia. Altrettanto può dirsi del Gargano e delle Puglie e per gran parte dell'Appennino Centrale, dei Lepini e Ausoni; dovunque influendo, coi prevalenti calcari compatti, o con la scaglia, o con le arenarie, a ...
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Geografo, nato a Roma il 12 aprile 1872, morto a Milano il 20 novembre 1950. Autodidatta, cominciò giovanissimo a collaborare alle principali riviste di geografia; dal 1911 al 1918 fu a Novara presso l'Istituto [...] al 1942 fu titolare di geografia alla facoltà di Lettere dell'università di Milano.
Si è occupato principalmente dell'Appennino centrale e della Lombardia; dal 1899 al 1903 ha curato la Bibliografia geografica della Regione Italiana ed ha riassunto ...
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UMBRIA
L. Bonomi Ponzi
D. Manconi
È la Regio VI della suddivisione augustea dell'Italia antica (Plin., Nat. hist., XI, 112) che comprendeva un territorio corrispondente solo in parte all'U. attuale. [...] erano considerate di origine umbra sia Cortona (Dion. Hal., I, 26) sia Perugia (Serv., Aen., X, 201) e i due versanti dell'Appennino, mentre a E si spingeva fino alle coste dell'Adriatico, e a O confinava con gli Etruschi (Strab., V, 2,10). Gli Umbri ...
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MELEGARI, Luigi Amedeo
Gian Savino Pene Vidari
– Nacque il 19 febbr. 1805 a Meletole, frazione di Castelnovo di Sotto, nell’attuale provincia di Reggio Emilia, da Pietro e Maria Simonazzi, contadini [...] belle lettere a Parma. Dopo la repressione dei moti liberali del febbraio 1831, ai quali aveva partecipato, passò l’Appennino, probabilmente per imbarcarsi dalla costa tirrenica verso la Francia. Arrestato nel Granducato di Toscana il 30 aprile, fu ...
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Regione dell’Italia meridionale (10.073 km2 con 553.254 ab. nel 2020; densità di 55 ab./km2), compresa tra Puglia, Campania e Calabria, bagnata per breve tratto dal Tirreno, a SO (tra Sapri e Scalea) e [...] Nella parte settentrionale isolato è il Vulture (1326 m), vulcano spento, l’unico situato sul versante orientale dell’arco appenninico peninsulare, con i laghetti craterici di Monticchio. I bacini della regione sono limitati e di scarsa estensione; i ...
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Astronomo e geofisico (Modena 1838 - Spilamberto 1905); direttore dell'osservatorio di Modena (1859), astronomo all'osservatorio di Palermo (1863), successe (1879) ad A. Secchi nella direzione dell'osservatorio [...] italiana, che diresse per 10 anni. Alla sua iniziativa si debbono pure l'osservatorio meteorologico del M. Cimone, nell'Appennino Tosco-Emiliano (2160 m), e quello astronomico sull'Etna (2950 m), costruito nel 1880. Socio nazionale dei Lincei (1894 ...
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Nome col quale s'indicano alcuni alberi della famiglia delle Pinacee, assai conosciuti per il loro legname che trova larghi e svariati usi? Furono certamente noti sino dalle epoche più remote, e i Romani [...] perciò dalla pianta tutt'intero.
L'abete rosso prevale da noi sulle Alpi tra i 1000 e 2000 m. di altitudine; sull'Appennino è scarso e soltanto coltivato; è poi molto diffuso nell'Europa centrale, in Scandinavia, in Russia e in Siberia, paesi dei ...
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Genere della famiglia Borraginee comprendente piante erbacee a fusto eretto, ramoso, foglie alterne, fiori in racemi terminali pentameri e frutto di 4 achenî liberi, arrotondato-depressi, muniti di aculei [...] : sette ne nascono in Italia, la più frequente è il C. officinale L. cui erano in passato attribuite proprietà terapeutiche. I C. apenninum L. e C. magellense Ten. della zona montuosa dell'Appennino centrale e meridionale sono specie endemiche. ...
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RADESCA, Enrico Antonio
Marco Giuliani
RADESCA, Enrico Antonio. – Compositore e organista. Nato verso il 1574, si firmò sempre «il Radesca di Foggia», senza nome di battesimo, nella dozzina di libri [...] e congetture sono state formulate circa l’origine della famiglia (oggi il cognome è diffuso soprattutto tra Montesano, nell’Appennino lucano, e Pisticci nella valle del Basento), la formazione (a Napoli? a Roma?), l’attività militare al servizio ...
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appennino
(letter. apennino) agg. e s. m. [dal lat. Ap(p)enninus]. – 1. Nome proprio della catena montuosa (detta anche gli Appennini) che, riallacciandosi alle Alpi, a nord di Genova, forma la spina dorsale della penisola italiana fino allo...
appenninico
appennìnico agg. (pl. m. -ci). – Della catena montuosa dell’Appennino; che è proprio o tipico dell’Appennino: sistema a.; flora, fauna appenninica. Civiltà a., cultura a., aspetto culturale della civiltà del bronzo italiana, diffuso...