cielo
Andrea Mariani
Ideale Capasso - Giorgio Tabarroni **
. Termine dalle moltissime occorrenze, compare nell'opera dantesca 349 volte (e 2 nel Fiore). Più spesso è usato nel Convivio, ma anche nelle [...] (II V 5 e XI 7), nei due passi cioè in cui si cita l'esordio della canzone Amor, che movi (cfr. Rime XC 1). In apocope, frequentissima in poesia, compare in prosa solo in Cv II III 9 (divinissimo ciel quieto è l'Empireo).
Il significato più comune è ...
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Il termine deriva dal gr. apóstrophos «rivolto altrove, indietro», da apostrépho «volgo indietro o in senso contrario». Apóstrophos (o -us) compare nel latino tardo, con significato unicamente grammaticale. [...] Serianni 19912: 81), sta’, da’, va’, fa’ e pochi altri termini (pie’, be’, po’, mo’). Non vanno dimenticate le forme apocopate delle preposizioni articolate, diffuse per secoli soprattutto in poesia, e i termini be’ (bei) e que’ (quei). In passato, l ...
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Il termine sandhi indica i processi fonetici che intervengono tra segmenti contigui al confine di morfema o di parola: nel primo caso, si tratta di sandhi interno (alla parola) o sandhi morfologico (per [...] si verifica in contesto postvocalico (per es., toscano bei figlioli → be’ figlioli, coi bimbi → co’ bimbi; Marotta 1995). L’apocope può essere interpretata come soluzione dello iato di partenza, dal momento che la vocale che cade deve essere atona e ...
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di Sergio Bozzola
La sinalefe (gr. synaliphé, comp. di syn- «insieme» e aléiphein «ungere, rendere scorrevole») è il fenomeno metrico (➔ metrica e lingua) per cui la ➔ sillaba finale a uscita vocalica [...] al visco in ramo (Canz. CCLVII, 8)
Alcune correzioni autografe del poeta introducono in questi contesti l’apocope, che dunque doveva essere avvertita proprio per questo fenomeno fonicamente differente dalla sinalefe. Menichetti (1993: 326) documenta ...
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Per secoli l’italiano, fuori di Toscana, è stato imparato sui libri: per questo si è sottratto ai processi di trasformazione caratteristici delle lingue che si sono sviluppate dall’alto medioevo a oggi [...] [ˈsento], [ˈzente]; [ˈdiːze] < dicit, [ˈlεːze] legit);
(d) la tendenza a desonorizzare le consonanti sonore finali per l’apocope delle vocali atone finali diverse da -a (af < ave < apem; grant < grandem).
La palatalizzazione del nesso -ct ...
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onore
Sebastiano Aglianò
Di largo uso in tutte le opere di D.; costantemente in rima nelle liriche della Vita Nuova, con molto minor frequenza nelle Rime, soprattutto della maturità (complessivamente [...] , adottato dagli editori e attestato anche altrove (ad es. Guittone Ahi lasso, or è stagion 57; comunque è normale l'apocope nei plurali in liquida e nasale), la maggior parte dei manoscritti ha onori, che comporterebbe un non dimostrato uso dantesco ...
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Si definisce posizione post-tonica (o postonica), in particolare in una parola parossitona (➔ accento; ➔ parola italiana, struttura della), la posizione occupata da segmenti che seguono la sillaba in cui [...] essendo sede di distinzioni di genere, numero e/o caso, siano talvolta soggette a cancellazione (➔ indebolimento).
Sebbene casi di apocope si siano verificati anche in varietà gallo-italiche e in italiano, che ha oggi città < civitāte o virtù < ...
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sapere (savere)
Alessandro Niccoli
Le presenze di s. nell'opera, canonica o no, di D. assommano a 541 (Rime 43, Rime dubbie 20, Vita Nuova 46, Convivio 159, Inferno 71, Purgatorio 73, Paradiso 44, Fiore [...] e il ricorso a formule e moduli espressivi, talora ripetuti in modo addirittura ossessivo. La stessa presenza di forme con apocope della vocale finale, con enclisi di particelle pronominali o con epitesi di -e, nella misura in cui sembra suggerita da ...
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Una delle funzioni dell’➔accento grafico è quella di indicare quale tra le sillabe di una parola sia accentata, cioè abbia prominenza rispetto alle altre. L’accento può essere distintivo coi monosillabi: [...] invariabili in -tà: felicità, libertà e in -tù: gioventù, servitù (hanno comune origine da forme latine ‘tagliate’ per apocope: felicitatem, servitutem);
(b) molti esotismi adattati: scimpanzé, colibrì;
(c) le forme di prima e terza persona singolare ...
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volere
Alessandro Niccoli
Le presenze di v. nell'opera dantesca assommano a 694 (Vita Nuova 60; Rime 53; Rime dubbie 13; Convivio 182; Inferno 79, Purgatorio 84, Paradiso 75; Fiore 131; Detto 17), distribuite [...] ; l'adozione di vari tipi flessionali per uno stesso tempo e modo; vi contribuisce inoltre la presenza di forme con apocope della vocale finale e con enclisi di particelle pronominali o avverbiali.
Le forme attestate con maggior frequenza sono quelle ...
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apocope
apòcope s. f. [dal lat. tardo apocŏpe, gr. ἀποκοπή «troncamento», der. di ἀποκόπτω «tagliar via»]. – 1. In linguistica, caduta di una vocale finale e in generale di uno o più fonemi al termine d’una parola, come in ital. son per sono,...