Wlassics, Tibor
Studioso, nato a Budapest nel 1936, ha studiato nell'università di Genova e poi alla Columbia University di New York; insegna nell'università di Pittsburgh, Pennsylvania (dal 1967).
Accanto [...] di D. alla Commedia, in " Studi d. " XLIX (1972) 115-128; Coreografie dantesche, in " Nuova Antol. " CVIII (1973) 326-337; Antropomorfismo dantesco, in " Lettere Italiane " XXV (1973) 149-161.
Bibl. - S. Vazzana, in " L'Alighieri " XV (1974) 45-49. ...
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Statua femminile, oppure busto di donna terminato inferiormente in erma, o colonna, o prisma e usato a sorreggere architravi, o mensole, o altri membri di architettura. È termine impropriamente adoperato [...] così care agli autori ellenistici. È piuttosto da vedere, col Wölfflin, in tale disposizione quella tendenza all'antropomorfismo che così spesso accomuna forme e proporzioni architettoniche a quelle umane. In qualche caso speciale l'adozione delle ...
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. Sono i seguaci di Audio (o Udo), nato in Mesopotamia, morto nel 372. Costui, rigido nel suo ascetismo e nel deplorare vivacemente qualunque traccia di rilassatezza del costume ecclesiastico, finì con [...] IV, 9; Haer. Fab. Comp., IV, 10) in Oriente, e ad Arnobio il giovine (Praedest., I, 50) in Occidente.
Non mancarono antropomorfiti fra gli asceti d'Egitto, alla fine el sec. IV: ne propugnarono i principî i "quattro grandi fratelli" Ammonio, Dioscoro ...
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Scrittore francese (Parigi 1619 - Sannois 1655). Nato da una famiglia di piccola nobiltà, condusse vita dissipata, di autentico libertino. Intrapresa la carriera delle armi, si distinse come formidabile [...] ou Histoire comique des états et empires du Soleil (1662), che combattono ogni forma di credo religioso, l'antropomorfismo, il geocentrismo, ecc., annunciando, anche per lo stile, Voltaire. Interessanti anche le sue Lettres (Amoureuses, Diverses). La ...
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Edificio sacro, luogo consacrato al culto di una divinità e concepito per lo più come dimora, permanente o temporanea, della divinità stessa, che vi può essere rappresentata da un’immagine o da un simulacro.
Archeologia
Il [...] , in grotte, li conservarono per tutto il periodo classico. La presenza divina, presupposta già dai luoghi sacri naturali, nell’antropomorfismo del politeismo classico portò all’idea che il t. è la ‘casa’ della divinità (gr. ναός «tempio», ναίω ...
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POLIDEMONISMO (dal gr. πολύς "molto" e δαίμων "demone")
Raffaele Pettazzoni
Sarebbe, nello svolgimento della religione quale è concepito dalla teoria evoluzionistica, una fase intermedia fra l'animismo [...] come è quello del dio, bensì comune a tutti gl'individui divini della stessa classe, e la personalità non sarebbe umana (antropomorfismo; v.) ma animale o ibrida e per lo più mostruosa. Anche il mito sarebbe estraneo al polidemonismo, perché il mito ...
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STATUA DI CULΤO (v. vol. VII, p. 476, s.v. Statua)
S. De Angeli
Mondo classico. - Con questa definizione si indica la più importante rappresentazione di divinità in un santuario, oggetto e centro di [...] » (Paribeni). Di qui, la frequente scelta della scultura a tutto tondo, quale mezzo il più efficace e idoneo per la resa antropomorfica di una figura divina, e dunque per immagini di culto, di fronte al più raro, anche se significativo, impiego del ...
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politeismo
Adriano Favole
Quando cielo e Terra sono abitati da molte divinità
Nella storia dell’umanità molte religioni sono state o sono tuttora politeistiche: sono cioè caratterizzate dalla credenza [...] là dell’esperienza e della realtà quotidiana. Essi, tuttavia, sono rappresentati in una forma simile agli esseri umani (antropomorfismo), nell’aspetto e nella personalità: hanno una loro volontà e un loro carattere e provano sentimenti.
Le divinità ...
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Urbanistica e architettura
Marco Bussagli
di Marco Bussagli
Urbanistica e architettura
In tutte le epoche e in tutte le culture la forma con cui sono concepiti abitazioni, templi, città e villaggi [...] se si pensa che il tempio è il luogo che palesa la divinità, la quale a sua volta ha aspetto antropomorfo. Vitruvio, quindi, scegliendo nell'immagine dell'uomo quella che più si avvicina alla rappresentazione degli dei, e stabilendo una relazione ...
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Poeta e filosofo greco (1a metà sec. 6º - 1a metà sec. 5º a. C.). Lasciò presto la nativa città dell'Asia Minore e passò la maggior parte della vita errando per il mondo greco e recitando versi, secondo [...] dei momenti tipici del pensiero senofaneo. Motivo fondamentale della concezione religiosa di S. è l'avversione a quell'antropomorfismo, di cui l'immoralità di certe rappresentazioni mitologiche e poetiche non è che una conseguenza: s'intende quindi ...
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antropomorfismo
s. m. [der. di antropomorfo]. – Tendenza ad attribuire aspetto, facoltà e destini umani a figure immaginarie, animali e cose, presente pressoché universalmente tra i popoli primitivi e nel folclore e nel pensiero dei popoli...
antropomorfico
antropomòrfico agg. [der. di antropomorfo] (pl. m. -ci). – Relativo all’antropomorfismo: tendenze a.; concezione a. della divinità. ◆ Avv. antropomorficaménte, sotto l’aspetto umano (in relazione alle concezioni dell’antropomorfismo):...