Fu nell'età degli Achemenidi provincia dell'impero persiano (ant. pers. bāχtriè: Dar. Bis. 6, Pers. e 2). Alessandro la conquistò nel 329 scacciandone Besso che;:. dopo aver assassinato l'ultimo degli Achemenidi, se n'era proclamato re (330). Fece parte come satrapia dell'impero seleucide sino a che il satrapo Diodoto nella metà del sec. III, con l'aiuto delle colonie greche ivi stabilitesi già sotto ...
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. Forma neopersiana del nome avestico Vurthraghna (V. è nell'Avestā la divinità della vittoria da ricollegare con Indra Vṛtrahan, cioè "Indra uccisore di Vrtra", del pantheon indiano) che nell'età sāsānidica (medio-persiano Vahrām) è portato da numerosi personaggi, fra i quali alcuni di notevole importanza nella storia della Persia.
Bahrām I. - Successe al fratello Ormazd I sul trono di Persia nel ...
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. Il libro di Artāk Virāz è un testo pahlavico in cui si racconta la visione dell'oltretomba di un pio zarathustriano di questo nome. Il nome dell'autore, certamente un sacerdote, è ignoto; la data di composizione, non meglio precisabile, è da porre verosimilmente nel sec. VI. Vi si racconta come dopo l'invasione di Alessandro e la distruzione dei libri sacri ad opera di lui, i sacerdoti e gli uomini ...
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N Anticamente Bagastāna cioè "sede degli dei"; gr. Βαγίστανον ὄρος (Diod., XVII, 110), nei geografi arabi del Medioevo Behistūn, è il nome moderno di un contrafforte roccioso della catena che si stende a oriente della pianura di Kirmānshāh, famoso per il monumento che Dario I d'Istaspe (322-486) vi ha lasciato a memoria delle sue gesta. Sulla roccia che scende a picco all'altezza di circa centoventi ...
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Orientalista francese, cui si deve la prima traduzione europea dei testi canonici dello Zoroastrismo. Nacque a Parigi il 7 dicembre 1731 e morì ivi il 17 gennaio 1805. L'A. aveva già una certa dimestichezza con gli studî orientali, quando, avuta per caso visione della copia d'un manoscritto proveniente dall'India che nessuno era riuscito a decifrare, desideroso di svelarne il mistero, decise di recarsi ...
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Sovrano della dinastia dei Ṣafawidi, nato nel 1557 (965 èg.), morto nel 1628 (1037 èg.). Succeduto sul trono al padre Muḥammad Khudābandah in un momento in cui il regno persiano per il disordine interno e sotto la minaccia straniera sembrava dovesse andare in rovina, riuscì in quarantatré anni di governo a rinsaldare l'unità dello stato e a portare la Persia ad un alto grado di potenza politica. Riordinato ...
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Fu primo ministro di Akbar, il terzo imperatore tīmūride dell'India, e storico dell'opera di lui. Nato ad Āgra nel 1551 (958 dell'ègira), dopo varî studî ed esperienze spirituali, dominate dal dissidio profondo fra bisogni di ordine religioso e la vita attiva, conobbe nel 1574 Akbar, che era nel diciannovesimo anno del suo regno. Entrato nelle grazie di lui, ebbe varî comandi militari, e nel Dekkan ...
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Mistico e poeta persiano nato a Maihanah nel Khorāsān il 967 (357 dell'ègira) e morto ivi il 1049 (440 dell'ègira). Nella storia del ṣūfismo (v.) egli occupa un posto notevole come spiccato rappresentante delle tendenze panteistiche che differenziano la corrente persiana da quella araba, benché l'ortodosso al-Ghazzālī lo rammenti con lode. Nella storia della poesia che a questa dottrina s'ispirò, è ...
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. È la forma medio-persiana e moderna del nome d'un piccolo fascio di ramoscelli usato nelle cerimonie della religione mazdaica (v. zoroastrismo). La forma avestica è baresman ed è da collegare con il vedico barhiṣ che indica "l'erba, lo strame apprestato per il sacrifizio". Il termine tecnico con cui si indica il legare insieme varî ramoscelli è star "stendere" e questo termine usato anche in vedico ...
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Figlio cadetto di Dario II, per intercessione della madre aveva ottenuto il comando delle truppe di Asia Minore. Avuta nuova della malattia del padre, egli, nell'intento di impadronirsi del trono, spettante di diritto al fratello maggiore Arsace, si recò a Babilonia, dopo aver ceduto il comando delle truppe allo spartano Lisandro. Ma Dario era già defunto ed Arsace era stato assunto al trono con il ...
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