«Signori all’ascolto, qualunque cosa io ora dicessi stonerebbe di fronte allo spettacolo che sta svolgendosi all’Olimpico, spettacolo che ci porta alla commozione, perché dopo trent’anni… dopo trent’anni [...] palpabile. In preda all’eccitazione, Caressa pronuncia quindi un elogio all’Italia e alla sua resilienza, rievocando – attraverso l’anafora e l’accumulazione, due dei suoi tratti retorici distintivi – i giorni più bui della pandemia: «Per quelli che ...
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anafora
anàfora s. f. [dal lat. tardo anaphŏra, gr. ἀναϕορά «offerta» e «ripetizione»]. – 1. In origine, il pane offerto per la celebrazione eucaristica; quindi, nelle liturgie orientali, la parte principale della celebrazione stessa, cui...
anaforico
anafòrico agg. [dal lat. tardo anaphorĭcus, gr. ἀναϕορικός, der. di ἀναϕορά «anafora»] (pl. m. -ci). – 1. Di anafora, come termine della retorica: costrutto a., quello in cui le proposizioni o i versi incominciano con una o più parole...
Linguistica
Figura retorica che consiste nel ripetere, in principio di verso o di proposizione, una o più parole con cui ha inizio il verso o la proposizione precedente: «Per me si va nella città dolente, /Per me si va nell’eterno dolore, /Per...
Nel linguaggio ecclesiastico delle chiese orientali, anafora venne a significare la parte centrale della Messa, dal Prefazio alla Comunione e al rendimento di grazie, corrispondente perciò esattamente al Canone della liturgia romana. Nelle varie...