Uno dei sacramenti della Chiesa, in cui sotto le specie del pane e vino si contengono il corpo, sangue, anima e divinità di Gesù Cristo.
Il dogma e la sua teologia. - Il nome. - I vocaboli con cui si designò [...] "frazione del pane" (fractio panis, κλᾶσις τοῦ ἄρτου); oblazione"; "sacrificio"; "calice di benedizione" (I Cor., X, 16); anafora"; "liturgia", "eulogia" o "benedizione"; "agape"; "sinassi", ecc. Prevalse, non però sul principio, ma nei secoli III e ...
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Complesso dei riti e delle cerimonie propri di un culto religioso. La formazione della l. è determinata da due motivi: la necessità di fissare in forme adatte la vita e la professione della religione, [...] Si distingue il tipo liturgico romano, che conserva un nucleo invariato, ossia il canone, per contenuto e forma analogo all’anafora orientale e la cui redazione definitiva si ritiene compiuta da s. Gregorio Magno. Vi è poi il tipo liturgico gallicano ...
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I pronomi personali, come tutti i ➔ pronomi, sono una sottoclasse della categoria più generale delle cosiddette pro-forme, parole semanticamente vuote (o quasi) che servono a sostituire altre unità linguistiche [...] pronomi di prima e seconda persona ammettono solo un uso deittico, quelli di terza possono avere uso sia deittico sia anaforico.
I pronomi personali italiani si flettono in base alle categorie di ➔ genere e ➔ numero, anche se in modo non simmetrico ...
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La paraipotassi è un fenomeno sintattico tipico dell’italiano delle origini (➔ sintassi; ➔ origini, lingua delle), che consiste in una combinazione tra il meccanismo sintattico della coordinazione (➔ paratassi) [...] , svolgendo il ruolo di anticipatore cataforico (➔ catafora), mentre il secondo connettore lo ribadisce, assumendo la funzione di ripresa anaforica (➔ anafora). Ecco un es.:
(1) S’ê·lla [= se nella] sua cucina (ch’e’ vende dando l’utile propietade ...
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GIACOBBE Baradeo (Ya‛qōbh Būrde'ānā, cioè "il portatore di feltro", dal mantello che soleva portare)
Giuseppe Furlani
È da riguardare come il vero fondatore e organizzatore della chiesa monofisitica [...] (578 d. C.) durante un viaggio d'ufficio al confine con l'Egitto. Di G. si hanno soltanto alcune lettere, un'anafora e qualche altro opuscolo.
Bibl.: H. G. Kleyn, Jacobus Baradaëus, de stichter der syrische monophys. kerk, Leida 1882; R. Duval, La ...
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I pronomi sono un insieme di forme o classi di parole (➔ parti del discorso) accomunate sul piano funzionale dal fatto che, pur avendo valore referenziale, sono prive di capacità di referenza (➔ definizione [...] ci sono delle forbici: me le prendi per favore? [le = le forbici di cui ho appena parlato, evocate nel contesto discorsivo: rinvio anaforico]
(3) [l’ascoltatore ha in mano un paio di forbici] me le passi per favore? [le = le forbici che hai in mano ...
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I possessivi (aggettivi e pronomi) indicano una relazione tra un’entità e un possessore (reale o figurato). In particolare, essi rinviano a colui che instaura una relazione (per lo più di possesso, ma [...] 63) Matteo crede che Carlo abbia visto il proprio vicino
(64) Matteo crede che Carlo abbia visto il suo vicino
Mentre l’anafora proprio in (63) può riferirsi solo al soggetto della frase in cui occorre (per es., al soggetto di abbia visto, cioè Carlo ...
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Tradizionalmente l’articolo è considerato una parte del discorso (➔ parti del discorso). In termini moderni, fa parte di quella classe di parole che operano come modificatori del nome (o del sintagma nominale; [...] Ferraù fu lungamente invano (Ariosto, Orl. Fur. I, 26, 2-4)
Renzi (1988: 398) segnala anche il caso della referenza anaforica implicita, che prevede, cioè, un «aggancio più vago al contesto precedente»:
(12) a. È stata premiata una scultura. L’autore ...
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rivedere [al fut. rivedrai e rivederà; cong. pres. I singol. riveggia]
Riccardo Ambrosini
Attestato in 11 luoghi della Commedia, r. indica l'azione di " tornare a vedere ", " vedere di nuovo ". Oltre [...] più lucente; Pd XXXI 68 se riguardi sù nel terzo giro / ... tu la [Beatrice] rivedrai / nel trono: vi si noti l'anafora con riguardi), anche perché impedito a vedere (Pg XVII 8 veder com'io rividi / lo sole [al dileguarsi del fummo che avvolge il ...
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, Metropolita di tutta la Russia (1354-1378). Nacque tra il 1293 e il 1298, e fu figlio del bojarin Fedor Bjakont di Cernigov, trasferitosi a Mosca alla fine del sec. XIII. Fin dall'adolescenza mostrò [...] 1378. Nel 1448-49 fu posto dalla Chiesa russa nel numero dei suoi santi; il nome di A. figura nell'anafora della Messa russa.
Bibl.: V. Ključevskij, Drevne-russija žitija svatych kak istoričeskij istočnik (Le antiche vite dei santi come fonte ...
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anafora
anàfora s. f. [dal lat. tardo anaphŏra, gr. ἀναϕορά «offerta» e «ripetizione»]. – 1. In origine, il pane offerto per la celebrazione eucaristica; quindi, nelle liturgie orientali, la parte principale della celebrazione stessa, cui...
anaforico
anafòrico agg. [dal lat. tardo anaphorĭcus, gr. ἀναϕορικός, der. di ἀναϕορά «anafora»] (pl. m. -ci). – 1. Di anafora, come termine della retorica: costrutto a., quello in cui le proposizioni o i versi incominciano con una o più parole...