Linguistica
Figura retorica che consiste nel ripetere, in principio di verso o di proposizione, una o più parole con cui ha inizio il verso o la proposizione precedente: «Per me si va nella città dolente, /Per me si va nell’eterno dolore, /Per me si va tra la perduta gente» (Dante).
Religione
In origine il pane offerto per la celebrazione eucaristica; poi, nelle liturgie orientali, la parte principale ...
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Nel linguaggio ecclesiastico delle chiese orientali, anafora venne a significare la parte centrale della Messa, dal Prefazio alla Comunione e al rendimento di grazie, corrispondente perciò esattamente [...] e di ordine nelle preghiere, ma non di sostanza.
Secondo le conclusioni degli studî storico-liturgici recenti, tutte le anafore conosciute si possono ridurre più o meno a due tipi fondamentali. Al siro (di Gerusalemme o di Antiochia) apparterrebbero ...
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anafora
Francesco Tateo
. Figura retorica appartenente al genere della repetitio, e designata appunto in latino col nome di repetitio, o anche di iteratio e relatio: consiste nel ripetere la medesima [...] et excelsus. Così l'enunciazione di una serie di condizioni o di fatti analoghi si organizza preferibilmente attraverso la simmetria anaforica: cfr. in II X 4 la quadruplice ripetizione del si, e nel capitolo successivo la quadruplice ripetizione di ...
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Il termine anafora ha più significati, di cui i più rilevanti sono quello testuale e quello retorico. In campo testuale, l’anafora è il fenomeno per cui per interpretare alcuni sintagmi del testo occorre [...] ] detto di nuovo «Buon anno nuovo a tutti!» (Andrea De Carlo, Uto, Bompiani, 2007, p. 41)
Abbiamo anzitutto una brevissima catena anaforica [2] costituita da il pane tagliato a fette e lo, che si esaurisce nella prima frase. Accanto a questa vi è una ...
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Espressioni anaforiche sono quelle forme linguistiche con cui «il parlante fa riferimento ad un referente al quale egli, nel suo discorso, ha già fatto riferimento con un’espressione antecedente» (Conte [...] una bambina (Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli, Milano, Mondadori, 1945, p. 19)
Si tratta di un tipo di anafora molto diffuso in italiano, che – a differenza per esempio del francese o del tedesco – accetta il cosiddetto soggetto zero, vale a ...
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replicazione
Francesco Tateo
. Designa la ripetizione di una parola o di una locuzione, senza lo studio di una particolare collocazione, come avviene nel caso dell'anafora, della conversio, dell'anadiplosi, [...] espressivo e la varietà degli esiti della replicazione. A parte i vidi, che si susseguono talora entro lo schema dell'anafora, talora in posizione più varia in If IV 121 ss., sottolineando lo stupore sollevato dai numerosi incontri, e i drammatici ...
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Il pronome questi «questo qui», che designa una persona al maschile singolare che sia già stata espressa in precedenza (➔ anafora), circola in testi d’italiano sorvegliato (1) e nella prosa di tradizione [...] toscana (2):
(1) [...] procedimenti penali di cui il contribuente abbia formale conoscenza. Infatti, se questi ha già ricevuto solleciti per un certo anno fiscale («Corriere della sera» 30 novembre 2009)
(2) ...
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TE DEUM
. Sono le due prime parole di un inno liturgico in prosa ritmica latina. Nella liturgia cattolica il Te Deum (il titolo più lungo ed esatto è Te Deum laudamus) chiude l'ufficiatura del Mattutino, [...] di A. E. Burn e di G. Morin) ne fa una dossologia dello stesso genere del Gloria in excelsis, ma ispirata all'anafora antica e che contiene tutti gli elementi di una formula di fede. Latino d'origine, il Te Deum sarebbe stato redatto, sotto influenze ...
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Il termine deittici indica un insieme eterogeneo di forme linguistiche – avverbi, pronomi, verbi – per interpretare le quali occorre necessariamente fare riferimento ad alcune componenti della situazione [...] co-testo precedente, ovvero la frase pronunciata da EMA. In (2) il pronome lei funge dunque piuttosto da anafora (➔ anafora; ➔ anaforiche, espressioni):
(2) EMA: a parte / anche la tu’ mamma ...
LID: lei / faceva l’infermiera! (adattato da E. Cresti ...
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anafora
anàfora s. f. [dal lat. tardo anaphŏra, gr. ἀναϕορά «offerta» e «ripetizione»]. – 1. In origine, il pane offerto per la celebrazione eucaristica; quindi, nelle liturgie orientali, la parte principale della celebrazione stessa, cui...
anaforico
anafòrico agg. [dal lat. tardo anaphorĭcus, gr. ἀναϕορικός, der. di ἀναϕορά «anafora»] (pl. m. -ci). – 1. Di anafora, come termine della retorica: costrutto a., quello in cui le proposizioni o i versi incominciano con una o più parole...