Alessandro Manzoni nacque a Milano nel 1785 dalla figlia di Cesare Beccaria, Giulia, moglie presto separata del ricco possidente Pietro Manzoni. Dopo un decennio trascorso in collegio dai padri somaschi [...] e usuale, sostituendo le forme troppo letterarie con quelle più correnti negli usi scritti ottocenteschi. Tale drastica riduzione dei tratti più letterari è evidente anche negli altri scritti manzoniani posteriori al 1840 (in cui si può osservare, ad ...
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Il testo prescrittivo (detto anche regolativo o istruzionale) è un tipo di testo (➔ testo, tipi di) che ha come fine la regolamentazione di un comportamento immediato o futuro dell’emittente e/o di altri [...] persona, singolare e plurale (fatto salvo per usi occasionali e non rappresentativi);
(b) espressioni deittiche deve notificare la proposta di alienazione, indicandone il prezzo, agli altri coeredi, i quali hanno diritto di prelazione. Questo diritto ...
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Vicino Oriente antico. Liste lessicali e tassonomie
Hermann Hunger
Alfonso Archi
Liste lessicali e tassonomie
Mesopotamia
di Hermann Hunge
Evoluzione delle liste lessicali
Le liste costituiscono un [...] un verbo all'infinito, seguito da un elenco di suoi usi specifici e da vocaboli affini che possono esservi associati; media lunghezza e non elegante, che completa la recensione e include altri lessemi proseguendo fino al n. 1457. B è la versione ...
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Assumiamo convenzionalmente che l’età umanistica e rinascimentale coincida con i secoli XV e XVI. È questa l’epoca, in Italia come negli altri paesi dell’Europa occidentale, dell’emergere delle lingue [...] anche italianista, che auspicava un conguaglio fondato sugli usi della conversazione civile nelle varie corti italiane; le riscontrabile nella prosa di Leon Battista Alberti e di altri umanisti volgari, prevale tuttavia il modello dell’ampio e ...
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Per variazione linguistica si intende l’importante carattere delle lingue di essere mutevoli e presentarsi sotto forme diverse nei comportamenti dei parlanti. La proprietà di un’entità di assumere diverse [...] avere diversa distribuzione sociale, cioè tendere a comparire in usi, contesti, parlanti, ecc. diversi. Un insieme solidale che si ha nella pronuncia regionale piemontese e in altri italiani regionali settentrionali.
Una variabile morfologica è, per ...
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L’acquisizione dell’italiano come lingua seconda (L2) è un processo graduale che si innesta sul processo di acquisizione, avviato in tenera età, di un’altra lingua (detta lingua prima o L1). L’italiano [...] nativi di italiano, che lo parlano come L1, sia con altri parlanti non nativi, che lo parlano come L2. La capacità e i nostri padri quando io ero bambino»). Oltre che per gli usi temporali, il ➔ futuro è usato per esprimere la modalità non-reale ...
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Con la locuzione lingua cortigiana (o cortegiana o cortesiana) ci si riferisce a un’espressione usata nel dibattito di primo Cinquecento in relazione agli usi linguistici delle corti italiane (Milano, [...] si possino usare li termini che usano adesso li toscani et ancor gli altri italiani, perché sì come li greci hanno cinque lingue et in tutte , è spia di un diffuso affioramento di usi linguistici spontanei che dovevano trovare sostegno nella varietà ...
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Per lingua delle cancellerie o cancelleresca può intendersi, in senso stretto, quella della corrispondenza ufficiale delle cancellerie tardomedioevali e rinascimentali e, in senso lato, quella di statuti, [...] una vera e propria politica linguistica in favore del volgare negli usi civili e giudiziari. Con l’editto di Rivoli del 1561 ( la defensione de lo prefato Regno che per li turchi né altri de la fede [...] Cristiana de li quali se sentono grandi ...
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Le preposizioni sono ➔ parti del discorso invariabili, che hanno la funzione di mettere in relazione un costituente della frase con altri costituenti della stessa frase (metti il libro sul tavolo; la macchina [...] avverbio o un aggettivo, si determina una relazione fra esso e altri costituenti della frase:
(1) Gli attori si muovono con una quali de + ab > da (oppure, come sembra essere il caso per alcuni usi, de + ad > da); ab + ante > avanti; de + ...
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L’infinito è un modo non finito del verbo (➔ coniugazione verbale; ➔ modi del verbo), che nella tradizione grammaticale è considerato forma di base del verbo stesso ed è, di conseguenza, usato come forma [...] capace (Calvino, I racconti, p. 32)
Con altri aggettivi la scelta della preposizione segnala una differenza di . 126)
Nella lingua antica (come nella maggior parte degli usi attuali), la costruzione più comune è quella in cui l’infinito ...
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tirare
v. tr. e intr. [lat. *tirare, di etimo incerto]. – 1. tr. a. Applicare una forza a un oggetto per metterlo in movimento o per spostarlo, per modificarne la forma, ecc.: t. su, giù (v. anche oltre, al n. 3 b); t. la tenda, con movimento...
sopra
sópra (ant. e letter., o region., sóvra) prep. e avv. [lat. sŭpra, sincopato da sŭpĕrā (parte), propr. «nella parte superiore, più alta», ablativo femm. dell’agg. supĕrus «che sta sopra»] (radd. sint., come prep.). – Equivale genericam....