Vittorio Alfieri (Asti 1749 - Firenze 1803) è il maggior scrittore italiano di tragedie. Nacque nel Piemonte sabaudo, da nobile famiglia e studiò alla Reale Accademia di Torino, dove compì, come dice egli [...] afflitto, e mal sicuro;
privo di chi il più bel fior ne cogliea
(sonetto CLXIII, vv. 1-4).
Anche se Alfieri fa esplicita professione di fede filotoscana e antifrancese, la lingua d’oltralpe lascia qualche involontaria traccia nei suoi scritti. Nelle ...
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La produzione in prosa e in poesia del XVII secolo è concepita all’insegna del barocco, ispirata cioè all’abnorme e tendente all’iperbole e alla ‘maraviglia’. Il senso dispregiativo del termine si estese [...] d’autore col moderno uso vivo, vale a dire il fiorentino colto, unica alternativa all’italiano malcerto delle altre regioni.
Alfieri, Gabriella (1998), La ‘lingua d’Italia’: ambiti e usi di una definizione, in La ‘lingua d’Italia’: usi pubblici e ...
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Filologo e critico letterario italiano (Lizzano in Belvedere 1924 - Bologna 2014). Indagatore inquieto e acuto dell'opera letteraria (Petrarca, Alfieri, Machiavelli, Tasso, ecc.) nelle sue radici culturali, [...] nei suoi movimenti sperimentali, nelle sue cellule e strutture tecniche e retoriche, interprete così elegante come flessibile, consapevole della mobilità e molteplicità dei problemi e delle prospettive, ...
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RIFLETTEI O RIFLESSI?
Il verbo riflettere ha due forme per la prima persona singolare del ➔passato remoto indicativo, che corrispondono a significati diversi.
• La forma cosiddetta “debole” riflettei [...] significato di ‘considerare’
Io, benché riflessivo per impeto, non riflettei nel prendere quella risoluzione (V. Alfieri, Vita di Vittorio Alfieri scritta da esso)
• La forma “forte” riflessi – oggi poco usata – esprime il significato di ‘mandare ...
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MAGGINI, Francesco
Filologo, nato a Empoli il 3 agosto 1886; prof. universitario dal 1936, dapprima a Milano, passò subito dopo all'università di Firenze, dove ha insegnato fino al 1956.
Ha curato un'edizione [...] delle Opere e in particolare delle Rime di V. Alfieri (Firenze 1933, n. ed. Asti 1954) e, continuando l'opera di M. Barbi, l'ediz. delle Rime della Vita Nuova e della giovinezza di Dante (ivi 1956). Tra i suoi studî più significativi si ricordano: ...
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Filologo e critico letterario, nato a Savona il 9 luglio 1913; dapprima prof. nei licei classici, poi (1950-52) prof. di letteratura italiana nell'univ. di Catania, indi (dal 1952) di Padova; condirettore [...] numerose opere di critica letteraria (Linee di una storia della critica al Decameron, Genova 1939; E. De Marchi, Brescia 1946; Alfieri e la ricerca dello stile, 1ª ed., Firenze 1947) ha pubblicato, con sicuro metodo e vasta esplorazione del materiale ...
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Tra tutti i tipi di comunicazione audiovisiva e trasmessa (➔ lingua e media), il più rappresentativo è quello televisivo, per la numerosità degli utenti, gli investimenti che comporta e la ricaduta sulla [...] ed. Migliorini, Bruno, Tagliavini, Carlo & Fiorelli, Piero, DOP. Dizionario di ortografia e pronuncia, Torino, ERI, 1969).
Alfieri, Gabriella & Bonomi, Ilaria (2008) (a cura di), Gli italiani del piccolo schermo. Lingua e stili comunicativi ...
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Paleografo e filologo (Saluzzo 1860 - Bari 1942), per molti anni bibliotecario e poi direttore della Laurenziana di Firenze, e anche (dal 1902) prof. di paleografia greca nell'univ. di Firenze; socio corrispondente [...] già appartenuto a F. Petrarca, e di varî altri cimelî laurenziani. Tra i molti studî filologici di R. (Tolomeo; Corpus Caesarianum; Solino; antiche rime italiane; Boccaccio; Guicciardini; Alfieri) emerge l'edizione della Monarchia di Dante (1921). ...
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GIACCHE O GIA CHE?
La grafia corrente nell’italiano contemporaneo è quella con ➔univerbazione giacché.
La resa separata già che, con l’accento tonico su già, è comune nel linguaggio familiare (e nella [...] davanti
Perché non ci va Luca, già che è così interessato?
Storia
La grafia separata già che era diffusa nell’italiano dei secoli scorsi
Comunque sia, già che non lo avete fatto prima, vi prego caldissimamente di farlo dopo (V. Alfieri, Vita). ...
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Il melodramma è un genere teatrale nato in Italia a cavallo tra Cinquecento e Seicento che, sulla base della riflessione teorica sulla musica (e sul suo rapporto con la poesia) svolta nel tardo Rinascimento, [...] a Da Ponte a Leopardi); «ardente affetto» (Un giorno di regno, Nabucco, Luisa Miller e altrove, da Dante a Tasso, da Alfieri a Praga); «caro accento» (Ernani, I due Foscari, I masnadieri, Rigoletto, I vespri siciliani, Aida e altrove, soprattutto in ...
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alfieriano
agg. – Del poeta e tragediografo Vittorio Alfieri (1749-1803): il verso a., le tragedie a.; l’antitesi a. tra l’eroe e il tiranno; lo stile a., caratterizzato da una stringatezza secca e spesso aspra; anche, che imita i caratteri...
cognatismo s. m. Forma di nepotismo caratterizzata dal fatto che chi favorisce e chi è favorita o favorito sono, tra di loro, cognati. ♦ Il potere personale di cui godeva Olimpia [Maidalchini, cognata di papa Innocenzo X] venne stigmatizzato...