alfabetizzazione
La scrittura alfabetica è già attestata a metà del 2° millennio a.C. (alfabeto ugaritico, poi alfabeto protocananaico), e fu diffusa dai fenici (a partire dal sec. 11° a.C.) nel Mediterraneo, [...] arcaica si deve ammettere già tra il 5° e il 3° sec. a.C. (a cui risalgono anche le più antiche tracce di scrittura alfabetica in India) e ancor più nei secoli successivi. Ma è l’impero che si mostra come l’epoca di maggiore diffusione dell’a. in ...
Leggi Tutto
csi
csi (o xi) [s.m. o f.] [LSF] Nome della 14a lettera dell'alfabeto greco: minusc. ξ, maiusc. Ξ. ◆ [FSN] (a) Ξ è il simb. di una classe di barioni, detti anche iperoni, con stranezza S=-2 e spin isotopico [...] I=1/2 (v. adroni: I 54 d e particelle strane: IV 490 c), comprendente, come capostipite, il doppietto Ξ0, Ξ- e poi risonanze adroniche di massa maggiore, come la Ξ(1530), ecc. (il numero tra parentesi ...
Leggi Tutto
binario
binàrio [agg. Der. del lat. binarius, da bini "a due a due", e quindi "composto di due unità, di due elementi"] [ELT] [INF] Alfabeto, o codice, b.: codice basato sul sistema di numerazione b. [...] (v. oltre). ◆ [FSD] Asse b.: lo stesso che asse cristallografico di giro: → cristallografia. ◆ [ALG] Cifra b.: cifra del sistema b. di numerazione, lo stesso che bit. ◆ [ELT] Dispositivo b.: dispositivo ...
Leggi Tutto
rho
rho (o ro) 〈rò〉 [Lat. rho, dal gr. ro; s.m., raro f., invar.] [LSF] Nome della lettera greca ρ (maiusc. P), corrispondente alla r dell'alfabeto latino. ◆ [FSN] Nella forma min., ρ, indica una classe [...] di mesoni leggeri, di spin isotopico I=1 e numero quantico di spin J≥1; comprende mesoni carichi (ρ±) e neutri (ρ0), nonché altre particelle di massa maggiore: v. App. II: VI 677 e sgg. La nomenclatura ...
Leggi Tutto
Lingua indoeuropea appartenente al gruppo italico o protolatino, lo stesso di cui fanno parte quelle di altri popoli (Ausoni, Opici, Enotri e Siculi) che, insieme ai Latini, si insediarono nella parte [...] come iniziale di alcuni nomi propri, come Kalendae, Kaeso) e il Q fu limitato all’impiego davanti a u seguito da vocale (quantus). Al tempo di Cicerone l’alfabeto l. si presentava formato di 21 lettere:
A B C D E F G H I K L M N O P Q R S T V (= u ...
Leggi Tutto
La scienza in Cina: l'epoca Song-Yuan. Lo studio della lingua: la fonologia
Edwin G. Pulleyblank
Lo studio della lingua: la fonologia
La Cina generò il proprio sistema di scrittura nel secondo millennio [...] (fricative velari e laringali) e infine le due liquide. La posizione delle sibilanti e delle laringali sembra rifarsi al modello dell'alfabeto sanscrito (che non contiene affricate), dove le lettere ô, õ, s e h sono poste alla fine, dopo i cinque ...
Leggi Tutto
Markov Andrej Andreevic junior
Markov 〈màrkëf〉 Andrej Andreevič junior [STF] (Pietroburgo 1903 - Mosca 1979) Figlio di Andrej Andreevič; prof. di matematica nell'univ. di Leningrado (1935). ◆ [INF] Algoritmo [...] normale, introdotto da M. nel 1954, che, applicato a una parola di un dato alfabeto, dà luogo a una parola nello stesso alfabeto (eventualmente coincidente con quella di partenza); tale sostituzione si effettua secondo regole che precisano l ...
Leggi Tutto
Automi e linguaggi formali
Dominique Perrin
La teoria degli automi e dei linguaggi formali ha lo scopo di descrivere le proprietà delle successioni di simboli. Tali successioni si presentano in situazioni [...] , sono spesso chiamate serie formali e denotate come somma
[5] ∑(S,w)w
di parole w con un coefficiente (S,w). Una serie su un alfabeto A si dice razionale se esiste un morfismo μ da A* nel monoide delle matrici n×n tale che (S,w)=λμ(w)γ per opportuni ...
Leggi Tutto
Tecnica di rappresentazione di un messaggio in una forma tale che l’informazione in esso contenuta possa essere recepita solo dal destinatario; ciò si può ottenere con due diversi metodi: celando l’esistenza [...] di cifra che consisteva nel sostituire ciascuna lettera con quella che la segue di un numero fisso di posizioni nell’alfabeto ( cifrario di Cesare). Un sistema di questo tipo si dice monoalfabetico, in quanto ciascun simbolo del testo in chiaro è ...
Leggi Tutto
variabile
variàbile [agg. e s.f. Der. del lat. variabilis, da variare "variare"] [ANM] Di una quantità che può assumere valori in un certo insieme numerico, o, più in generale, di un simb. che rappresenta [...] successiv. tutti gli elementi di un dato insieme; si denota, di solito, con una delle ultime lettere dell'alfabeto (x, y, z, t,...). ◆ [ASF] Lo stesso che stella v., stella la cui magnitudine apparente varia, in genere periodicamente: v. stelle ...
Leggi Tutto
alfabeto
alfabèto s. m. [dal lat. tardo alphabetum, gr. tardo ἀλϕάβητος, comp. dei nomi delle due prime lettere ἄλϕα e βῆτα]. – Complesso di segni, ciascuno dei quali indica un suono consonantico o vocalico di una lingua determinata o di un...
alfabeta
alfabèta agg. e s. m. e f. [tratto da analfabeta, cui è contrapposto] (pl. m. -i), burocr. o letter. – Chi sa leggere e scrivere, chi non è analfabeta: o tribù di lettori fino a un certo segno alfabeti, ascolta (Carducci).