Movimento la cui fondazione è tradizionalmente attribuita al mitico cantore Orfeo. La questione dell’o. è apparsa complessa fin dall’antichità, e sembra che Aristotele esprimesse dubbi perfino sull’esistenza di Orfeo (Sulla filosofia, framm. 7 Ross). Tale circostanza si riflette sulle tendenze della critica moderna, che è passata da una fase di acritica accettazione della tradizione, che vedeva presenze ...
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Filosofo francese (Parigi 1715 - ivi 1771). Discendente da una famiglia di medici, il cui nome originale era Schweitzer (latinizzato in Helvetius), ottenne, giovane, la lucrosa carica di fermier général, che gli consentì di accumulare in un decennio un notevole patrimonio. Ritiratosi nel 1748 a vita privata, H. poté dedicarsi alla stesura di un ampio trattato filosofico, De l’esprit, che comparve a ...
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Concezione che considera l’uomo in possesso fin dalla nascita di determinate conoscenze, anteriori quindi all’esperienza. A questo signifi- cato se ne affianca talvolta un altro, che rinvia all’esistenza nella mente dell’uomo di capacità ordinatrici e regole di conoscenza non derivate dall’esperienza e precedenti rispetto a essa. La forma classica di i. è quella di Platone, secondo la quale l’uomo ...
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Concetto filosofico opposto a quello dell’essere ( ➔), quando quest’ultimo sia concepito come eternamente immobile e sottratto a ogni mutazione. A tale concezione dell’essere, sostenuta già nella prima fase evolutiva del pensiero greco dalla scuola eleatica, che avvertiva nel d. una contraddizione logica, e quindi ne negava la realtà, si contrappone la dottrina della scuola eraclitea, secondo la quale ...
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Filosofo (214-129 a.C.). Scolarca dell’Accademia platonica (precisamente la Nuova Accademia), fu uno dei maggiori filosofi del suo tempo. Essendosi limitato all’insegnamento orale, le sue dottrine gli sopravvissero solo attraverso gli appunti dei suoi scolari Clitomaco di Cartagine e Zenone di Alessandria. Gran parte delle sue dottrine ci sono note soprattutto grazie a Cicerone e Sesto Empirico. Cicerone, ...
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Termine usato nella filosofia aristotelico-scolastica per indicare una determinazione o qualità che non appartiene all’essenza di un oggetto. Si distingue in a. casuale, se il suo rapporto con l’oggetto è fortuito (secondo la definizione che ne dà Aristotele, Topici, I, 5, 102 b 6-7, esso è ciò che può appartenere o non appartenere a un solo e medesimo oggetto), e a. per sé, se, pur non appartenendo ...
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Filosofo italiano (Roma 1924 - Venturina, Livorno, 2001). Insegnò filosofia della storia nell’univ. di Salerno e dal 1972 filosofia teoretica nell’univ. di Roma. È autore di numerosi lavori sul marxismo teorico (Il marxismo e Hegel, 1969; Ideologia e società, 1969). Rifacendosi alle indicazioni metodiche di Della Volpe, ha svolto un’interpretazione di Marx che vede nella sua opera essenzialmente una ...
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Ciò che non ha bisogno di dimostrazione. Aristotele chiama a. le premesse immediate del sillogismo, ma non il sillogismo nel suo complesso. A. viene definito tradizionalmente l’«assioma connesso» della logica proposizionale stoica, basato sull’operatore «se… allora». Secondo la testimonianza di Sesto Empirico (Contro i matematici, VIII 113) sono possibili solo quattro tipi di connessioni. Un assioma ...
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Il termine criticismo, o filosofia critica, designa la teoria della conoscenza (➔) sostenuta da Kant nella Critica della ragion pura. La tesi fondamentale esposta da Kant in tale opera è che la nostra attività conoscitiva, il cui organo principale è l’intelletto, ha dei limiti insormontabili rappresentati dal materiale offerto dall’intuizione sensibile, oltre il quale non si può andare senza produrre ...
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Termine introdotto da Leibniz per indicare l’atto riflessivo attraverso cui l’uomo (del quale tale atto è proprio) diviene consapevole delle sue percezioni, che di per sé possono anche rimanere inavvertite. La percezione della luce e del calore, per es., di cui abbiamo l’a., è composta di molte piccole percezioni di cui non abbiamo l’appercezione. Un rumore che noi percepiamo ma a cui non facciamo ...
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albanese
albanése agg. e s. m. e f. – 1. a. Della Repubblica di Albania; come sost., abitante, nativo, originario dell’Albania (v. anche schipetaro). Il nome è esteso anche agli abitanti di colonie albanesi in Turchia, Grecia, Dalmazia, e,...
ghego
ghègo agg. [adattam. dell’albanese gégë «albanese del nord»] (pl. -ghi). – Dialetti gheghi: gruppo di dialetti albanesi settentrionali, che sono alla base della lingua nazionale e letteraria albanese, sviluppatasi soltanto agli inizî...