In pochi casi, come in quello dell’italiano moderno, nel fare la storia di una lingua ci si imbatte in un termine cronologico preciso che abbia segnato un cambiamento netto di situazione ambientale generale [...] maggiore celebrità (il classicheggiante Carducci, ➔ Giovanni Verga, Luigi Capuana, Federico De Roberto, ➔ Giovanni Pascoli, il primo ➔ D’Annunzio, una comunicazione reale, parlata e scritta (D’Achille 1990). La novità più consistente nelle pratiche ...
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La norma linguistica può essere definita «come un insieme di regole, che riguardano tutti i livelli della lingua (fonologia, morfologia, sintassi, lessico, testualità), accettato da una comunità di parlanti [...] a cura di I. Korzen & P. D’Achille, Firenze, Cesati, pp. 249-279.
De Mauro, Tullio (19702), Storia linguistica dell’Italia unita difficoltà grammaticali, Roma, A. Signorelli.
Nencioni, Giovanni (2000), Identità linguistica e identità nazionale, in ...
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L’ordine degli elementi di una struttura sintattica (come un sintagma o una frase) è un parametro cruciale negli studi linguistici, principalmente in quelli di tipologia. A partire dalla struttura della [...] a. Mischiate sono a quel cattivo coro [n]
de li angeli genitivo che non furon ribelli
né fur fedeli paruta amara, questa gli parve amarissima (Giovanni Boccaccio, Dec. VIII, 6)
c. di I. Korzen & P. D’Achille, Firenze, Cesati, pp. 249-279.
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La sociolinguistica è il settore delle scienze del linguaggio che si occupa dei rapporti fra lingua e società. Pare che il termine sociolinguistics sia stato usato per la prima volta all’inizio degli anni [...] ’unità d’Italia variano dal 2,5% (De Mauro 1976: 43) al massimo di un 10 dialettologia» 16, pp. 255-281.
D’Achille, Paolo (2004), Aspetti variazionali nell’italiano in Sardegna, Cagliari, CUEC.
Ruffino, Giovanni (2006), L’indialetto ha la faccia ...
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Il Novecento è il secolo dell’immagine e del suono, e la radio ne è una delle espressioni più caratterizzanti. La voce esce per la prima volta dal privato, dallo spazio comunque limitato nel quale da sempre [...] , Napoli, Morano.
Cordoni, Giovanni, Ortoleva, Peppino & radio 1997, pp. 579-589.
D’Achille, Paolo (2003), L’italiano contemporaneo, Bologna (2001), Memoria e cultura per il 2000. Gli anni de L’Approdo, Roma, RAI-ERI.
Simone, Raffaele (1980), ...
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Si intendono per volgari medievali d’Italia le varietà linguistiche diverse dal latino scritte in Italia nel medioevo e nel primo Rinascimento prima dell’imporsi del fiorentino, chiamato ben presto toscano [...] , che a Venezia è già riflesso nell’opera poetica di Giovanni Quirini (1295 - 1333 circa). Nella prima metà del Quattrocento s’ell’è de ben.
A Roma l’emersione del volgare è antichissima (D’Achille & Giovanardi 1984; De Mauro 1989; Trifone ...
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di Christoph Schwarze
I clitici (dal gr. klíno «flettersi») costituiscono una categorie di parole variegata, caratterizzate essenzialmente dal fatto di essere brevi o brevissime (monosillabe o bisillabe); [...] tale valore i tre clitici ne hanno sviluppati altri (D’Achille 2001: 84-86). Il ne dal valore di moto 1991-1997, 3 voll.
Boccaccio, Giovanni (1980), Decameron, a cura di van Riemsdijk, Berlin - New York, Mouton De Gruyter, pp. 1-30.
Rohlfs, Gerhard ...
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La vicenda biografica di Giovanni Boccaccio, nato a Certaldo (o a Firenze) nel 1313 da famiglia benestante del contado fiorentino, e morto nello stesso borgo della Valdelsa nel 1375, è di primaria importanza [...] BH nella biblioteca di Giuliano de’ Medici; con la lingua ., 3, pp. 135-163.
D’Achille, Paolo (1990), Sintassi del parlato e Patrizia (1996-2001), «Lumina dictionum». Interpunzione e prosa in Giovanni Boccaccio, «Studi sul Boccaccio» 24, pp. 59-121 ...
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Assumiamo convenzionalmente che l’età umanistica e rinascimentale coincida con i secoli XV e XVI. È questa l’epoca, in Italia come negli altri paesi dell’Europa occidentale, dell’emergere delle lingue [...] española de la lengua, la Fruchtbringende Gesellschaft (The Fairest Flower 1985).
Arcamone, Maria Giovanna (1994 del Medioevo e del Rinascimento, Casale Monferrato, Marietti.
D’Achille, Paolo (1994), L’italiano dei semicolti, in Serianni & ...
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La parola regola, applicata a una lingua, ha due significati fondamentali: quello di «descrizione di un meccanismo della lingua stessa» e quello di «precetto, ammonizione per parlare o scrivere bene». [...] preposizione, sì come è quando io dico a Giovanni, questo a è la preposizione; avverbio, sì 112-118; cfr. D’Achille 2001).
Nelle più importanti grammatiche che nel singulare finiscono in a, e, o e de i feminini che in e et o vi finiscono, i ...
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