FABBRONI, Adamo
Renato Pasta
Nacque il 6 dic. 1748 a Firenze, primogenito di Orazio di Mattia e di Rosalinda di Adamo Werner di Heidelberg. Ricevuti i primi rudimenti d'istruzione nella cerchia familiare, [...] in primo luogo a parroci e coltivatori - piccoli proprietari, fattori o coloni parziari in possesso di un grado minimo di acculturazione - non furono sufficienti a vincere l'apatia di un pubblico, quello dello Stato della Chiesa, e di un'Italia ...
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CARAFA, Antonio
M. Gabriella Cruciani Troncanelli
Nato il 25 marzo 1538 da Rinaldo e Giovannella Carafa, ed imparentato con il pontefice Paolo IV, venne chiamato alla sua corte all'età di 15 anni, col [...] raccomandava di svolgere un controllo dottrinario sottile ed inflessibile, non disgiunto da un graduale tentativo di acculturazione, nello spirito che diverrà classico nella propaganda missionaria ("...Nel notare gli errori procureranno di non fare ...
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LATTES (Lattes Ajò), Dante
Gadi Luzzatto Voghera
Nacque a Pitigliano il 13 sett. 1876 da David e da Emilia Ajò.
Il padre, rimasto vedovo, si era risposato solo secondo il rito ebraico. Pertanto il L. [...] un intero Commento alla Bibbia (in collaborazione con il nipote Amos Luzzatto) che costituirono una fondamentale fonte di acculturazione per la comunità, così duramente provata dalla guerra e dalle persecuzioni.
Nonostante la febbrile attività, negli ...
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Libido
Silvia Vegetti Finzi
Il termine latino libido, "desiderio", è usato in psicoanalisi con accezioni diverse: in Freud, indica una forma di energia vitale che rappresenta l'aspetto psichico della [...] sospese. Non a caso, questo periodo viene utilizzato, in ogni società, per i fondamentali processi di acculturazione delle nuove generazioni. Infine l'ultima fase, ovvero quella della genitalità, corrisponde al riconoscimento della differenza e ...
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GIOSUÈ (Iosue)
Federico Marazzi
Non conosciamo il luogo e la data di nascita di questo monaco, eletto abate del monastero di S. Vincenzo al Volturno il 20 ott. 792, dopo sei giorni di vacanza seguiti [...] 1994, pp. 63, 65, 67; R. Hodges, Riflessioni sull'archeologia dei grandi uomini nell'alto Medioevo, in Acculturazione e mutamenti. Prospettive dell'archeologia medievale nel Mediterraneo, a cura di E. Boldrini - R. Francovich, Firenze 1995, pp ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero - Storia e Politica (2013)
Gaetano De Sanctis
Mario Mazza
Gaetano De Sanctis è stato indubbiamente il più grande storico italiano dell’antichità della prima metà del Novecento. Con profondo senso storico e insieme con grande [...] ingiusta’ supremazia» (Bandelli 1980, p. 97). Colonialismo dunque come opera di colonizzazione, quasi processo ora diremmo di acculturazione, realizzato da civiltà più avanzate nei confronti di civiltà meno progredite; imperialismo invece di opera di ...
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GIBERTI, Gian Matteo
Angelo Turchini
Nato a Palermo il 20 sett. 1495, era figlio naturale del mercante genovese Franco Giberti e di una certa Maddalena. Il padre tornò a Genova e quindi si trasferì [...] le cui case erano frequentate da donne. Alla base vi era un vero e proprio programma pedagogico in cui acculturazione e recupero morale si combinavano in una diversa attenzione al clero e alla popolazione. Proprio dalla lotta al concubinato ebbe ...
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acculturazione
acculturazióne s. f. [der. di cultura, sull’esempio dell’angloamer. acculturation]. – 1. Mutamento (totale o, più frequentemente, parziale) della cultura e dei costumi, usanze, riti, ecc. di un popolo in seguito a contatti con...