In filosofia, termine usato specialmente da I. Kant per indicare ciò che non dipende dall’esperienza, opposto a ciò che si definisce a posteriori. Ha origine in Aristotele, che aveva distinto l’universale [...] al condizionante, dall’effetto alla causa, dal particolare all’universale. Sul significato logico e metodologico dei termini apriori e a posteriori è prevalso nella filosofia moderna quello gnoseologico. Kant distingue nell’esperienza gli elementi ...
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In senso ampio, quel ramo della filosofia che si occupa di qualsiasi forma di comportamento (gr. ἦθος) umano, politico, giuridico o morale; in senso stretto, invece, l’e. va distinta sia dalla politica [...] sua universalità, del suo carattere apriori. Dall’apriorismo e dal rigorismo, che veniva a porre l’uomo in perenne conflitto lo sforzo con cui R. M. Hare si è impegnato a rielaborare l’utilitarismo in una forma di moralità maggiormente in grado ...
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spazio Sostantivo polisenso che designa in generale un’estensione compresa tra due o più punti di riferimento. Può essere variamente interpretato a seconda che lo si consideri dal punto di vista filosofico, [...] . Per Riemann lo s. è una struttura tridimensionale, ma il sistema di assiomi della sua geometria non è dato apriori. Riuscendo a scoprire altri tipi di s. prima non previsti, il metodo analitico di Riemann si è mostrato più fecondo dei metodi ...
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Attività di pensiero che attinge ciò che è costante e uniforme al di là del variare dei fenomeni, con l’ambizione di definire le strutture permanenti della realtà e di indicare norme universali di comportamento.
Definizioni
La [...] dice egualmente che il filosofo non deve ricercare principi primi, né enunciare giudizi apriori intorno alla validità delle nostre credenze empiriche, ma limitarsi a lavori di chiarificazione e di analisi.
Il dibattito attuale
Un rinnovato modo di ...
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Filosofo (Königsberg 1724 - ivi 1804). Di genitori pietisti, K. ricevette, specie dalla madre, una severa educazione etico-religiosa: frequentò il Collegium Fridericianum, diretto dal pastore F. A. Schultz, [...] ; non altrettanto agevole si presenta invece la fondazione d'una scienza fisica. Se spazio e tempo infatti sono le condizioni apriori del nostro modo di "ricevere" gli oggetti, e in questo senso li condizionano, è problematico ammettere che anche il ...
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Per I. si intende sia l’età della storia d’Europa compresa tra la conclusione delle guerre di religione del 17° sec. o la rivoluzione inglese del 1688 da un lato e la Rivoluzione francese del 1789 dall’altro, [...] , non più sulle basi irrecuperabili della metafisica razionalista, ma radicandoli nelle strutture apriori della sensibilità e dell’intelletto, così da sottrarli a ogni relativismo scettico. Tempo e spazio assoluti e le leggi della meccanica ...
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Filosofo e teologo (Roccasecca 1225 o 1226 - Fossanova 1274). Fanciullo, oblato nel monastero di Montecassino, studiò poi a Napoli ove ebbe maestri (la notizia è di G. Tocco) Martino di Dacia e Pietro [...] (1277) e J. Peckham (1284).▭ La metafisica si corona nella dottrina di Dio. L'esistenza di Dio non è dimostrabile apriori (con l'argomento di s. Anselmo, detto poi ontologico) perché tale argomento comporterebbe un illecito passaggio dall'ordine del ...
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Filosofia
Nella logica kantiana, giudizio a. è quello nel quale il concetto del predicato è implicitamente contenuto nel concetto del soggetto, e in cui quindi basta analizzare il soggetto per ricavarne [...] il predicato (per es. i corpi sono estesi). Il giudizio a., fondato sul principio d’identità e di non contraddizione, è apriori, cioè vero necessariamente e universalmente, ma è infruttuoso, perché non estende la conoscenza, ma la chiarisce soltanto ...
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Indirizzo filosofico che pone nell’esperienza la fonte della conoscenza. Si oppone a ‘innatismo’ e a ‘razionalismo’, che fanno derivare la conoscenza per deduzione da principi razionali evidenti apriori, [...] dell’esperienza pura’), affermatosi nella seconda metà del 19° sec. nell’ambito del positivismo, di cui è espressione e critica a un tempo. Si presenta come un e. radicale (che coglie cioè il fatto nella sua immediatezza, fuori da ogni sovrastruttura ...
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Filosofo (Düsseldorf 1922 - Niedernhausen 2017), docente nelle univ. di Kiel (1962-69), Saarbrücken (1969-72) e Francoforte s. M. (1972-90), di cui è professore emerito. Concentratosi sulla nozione di [...] linguaggio nella tradizione umanistica, ha individuato in esso l'apriori kantiano ponendo lo sviluppo della libera comunicazione come il compito etico fondamentale. Tra i suoi scritti: Die Idee der Sprache in der Tradition des Humanismus von Dante ...
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a priori
‹a priòri› locuz. lat. mediev. («da ciò che [logicamente] è prima»). – Termine della filosofia (opposto al termine a posteriori), usato, con valore avv. o aggettivale, in riferimento ad argomentazioni, affermazioni, giudizî non ricavati...
priore
prïóre s. m. [dal lat. prior -oris «precedente», compar. dell’avv. e prep. pri «davanti», da cui anche il superl. primus «primo»]. – 1. (f. -a, ant. -essa) Superiore di una comunità religiosa, e in partic. di una comunità monastica:...