Scrittore gallego (n. Mondoñedo, Lugo, 1869 - m. 1947). Fu con Cabanillas uno degli iniziatori del movimento di rinnovamento della lirica gallega; le sue opere (De ruada, 1895; Montañesas, 1904; Do ermo, [...] 1920) hanno esercitato notevole influsso sulle generazioni posteriori ...
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Poeta brasiliano (Rio de Janeiro 1841 - Niterói 1875). Celebrò la sua nazione e spesso la sua lirica raggiunse toni epici, come nel poema Anchieta ou o Evangelho nas selvas (1875). Seguì l'estetica parnassiana [...] e scrisse Nocturnas (1861), O estandarte auriverde (1863), Vozes da América (1864), Cantos e fantasias (1865), Cantos meridionais (1869) e Cantos do ermo e da cidale (1869). ...
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VAZ de CARVALHO, Maria Amalia
José Pereira Tavares
Scrittrice portoghese, nata nel 1847 a Lisbona, dove morì nel 1918. Sposò il poeta Gonçalves Crespo. Svolse un'attività letteraria assai varia e notevole: [...] .
Fra le sue opere si ricordano: Uma primavera de mulher (poema, 1867); Cartas a uma noiva (1871); Vozes no êrmo (versi, 1876); Serões no campo (1877); Arabescos (1880); Contos e fantasios (1880); Mulheres e crianças (1890); Contos para nossos ...
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L’epifrasi (dal gr. epíphrasis, formato da epí «su, sopra» e phrásis «parola, locuzione», nel senso di «parola aggiunta») è una figura retorica di tipo sintattico e di pensiero, che consiste nello spostare [...] prevedere tutti gli elementi distinti dello schema di base della frase lineare:
(a) Epifrasi del soggetto
Sempre caro mi fu quest’ermo colle
e questa siepe …
(Giacomo Leopardi, “L’infinito”, in Canti, vv. 1-2; l’epifrasi è messa in rilievo dal fatto ...
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Giacomo Leopardi: Opere, Tomo I – Introduzione
Sergio Solmi
Per cercar di spiegarci le origini della poesia di Leopardi, è indispensabile prospettare i grandi termini della situazione storica in cui [...] come reali e vedute, pur così spoglie di metafora e di colore, in virtù del loro semplice enunciato. E basterà l’«ermo colle» e la siepe che oblitera il paesaggio retrostante a giustificare l’aprirsi dell’animo del poeta agli spazi e silenzi de ...
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Giacomo Leopardi (Recanati 1798 - Napoli 1837) ricevette nell’infanzia un’educazione tradizionale, affidata a istruttori ecclesiastici. L’analisi linguistica degli scritti del periodo 1809-1810 non a caso [...] Placida notte, e verecondo raggio / della cadente luna», «D’in su la vetta della torre antica», «Sempre caro mi fu quest’ermo colle», «E il naufragar m’è dolce in questo mare», ecc.), come ne ha impresso nella memoria la scansione ritmica, classica e ...
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Torquato Tasso: Poesie - Introduzione
Francesco Flora
Alla poesia di Torquato Tasso, qualunque genere abbia egli trattato, dalle rime d'amore o di vario tema al canto pastorale dimesso, fino a quei [...] alcune voci frequenti delle sue ottave: ignoto, incognito, inconosciuto, infinito, innumerabile, immenso, ruina, solitudine, ermo, solitario, solingo, deserto, antico (nude solitudini, ignoti abitatori, ignote isole, ignoto polo, immense solitudini ...
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ermo
érmo (o èrmo) agg. e s. m. [forma sincopata di eremo], poet. – 1. agg. Solitario, deserto, abbandonato, detto di luogo: Cercai per poggi solitari et e. (Petrarca); l’erme Torri degli avi nostri (Leopardi); Sempre caro mi fu quest’e. colle...
eremo
èremo (poet. érmo o èrmo) s. m. [dal lat. tardo erēmus s. m. o f., gr. ἔρημος o ἐρῆμος agg. «solitario, deserto»]. – 1. Luogo solitario, dove una o più persone si ritirano a far vita religiosa (v. eremita); il termine, riferito con questo...