ricerca scientifica e tecnologica
Attività di studio, con intendimenti e metodi scientifici, svolta in modo sistematico e non casuale per l’acquisizione di nuove conoscenze. La r. s. in senso stretto andrebbe distinta da quella t., che è volta alla individuazione e alla messa a punto di tecniche particolari per scopi specifici, ma la distinzione non è netta in quanto la r. si propone non soltanto di allargare le conoscenze scientifiche, ma di consentire anche le loro applicazioni pratiche e di perfezionare, diffondere e valorizzare le tecnologie soprattutto nei settori dell’industria, dell’agricoltura e dei servizi.
La r. di base (o fondamentale) è l’attività sperimentale o teorica avente come scopo l’ampliamento delle conoscenze, di cui non si prevede una specifica applicazione o utilizzazione. La r. applicata è invece quella che consente di ampliare le conoscenze con apporti originali, ma avendo anche e principalmente ricadute pratiche e specifiche applicazioni. La r. s. e t. riguarda anche lo sviluppo sperimentale, che consiste nella acquisizione, combinazione, strutturazione e utilizzo delle conoscenze e capacità esistenti di natura scientifica, tecnologica, commerciale e altro, allo scopo di produrre piani, progetti o disegni per prodotti, processi o servizi nuovi, modificati o migliorati. Rientra nello sviluppo sperimentale anche la realizzazione di prototipi utilizzabili per scopi commerciali e di progetti pilota destinati a esperimenti tecnologici e/o commerciali per perfezionare materiali, prodotti e processi produttivi, sistemi e servizi, attraverso l’applicazione e l’utilizzazione dei risultati della r. e dell’esperienza pratica.
Un altro aspetto della r. s. e t. concerne la r. industriale, ossia l’indagine pianificata mirante ad acquisire nuove conoscenze, da utilizzare per mettere a punto nuovi prodotti, processi o servizi o permettere un notevole miglioramento di quelli già esistenti. Si parla invece di sviluppo precompetitivo con riferimento alla r. s. e t. diretta alla progettazione, alla sperimentazione, allo sviluppo e alla preindustrializzazione di nuovi prodotti, processi o servizi, ovvero di modifiche sostanziali a prodotti, linee di produzione e processi produttivi, che comportino sensibili miglioramenti delle tecnologie esistenti. Tali attività si concretizzano nella realizzazione di progetti pilota e dimostrativi, nonché di prototipi non commercializzabili, mentre non comprendono l’apporto di modifiche di routine o periodiche a quanto già esistente, anche se tali modifiche possono rappresentare miglioramenti. Rientrano nella r. s. e t. anche quei settori di r. il cui compito è favorire l’accesso a nuovi sviluppi teorici o a scoperte empiriche. Si definisce, infatti, procedimento euristico, un metodo di approccio alla soluzione dei problemi che non segue un chiaro percorso, ma che si affida all’intuito e allo stato temporaneo delle circostanze, al fine di generare nuova conoscenza collegata al miglioramento dei risultati raggiungibili in un contesto di problem solving. La r. euristica è un criterio, un metodo, o un principio per decidere quale tra diverse azioni alternative promette di essere la più efficiente al fine di raggiungere un certo obiettivo.
Nel corso del 20° sec. il problema principale con cui ha dovuto confrontarsi il governo della r. s. e t. è stato quello di conciliare la libertà e l’autonomia della r. (open science), con le esigenze della collettività. La crescita delle risorse necessarie alla r., che va richiedendo mezzi finanziari sempre più consistenti, ha infatti sollevato interrogativi e riflessioni circa il ritorno in termini di sviluppo economico, o di benessere anche sociale, di tali investimenti. Negli anni 2000 si è infine assistito al fenomeno dell’internazionalizzazione delle attività di r. s. e t., anche attraverso forme di cooperazione tra istituzioni universitarie ed enti di ricerca, in collaborazione con imprese, istituzioni finanziarie ed enti locali.