Famiglia di comici italiani, di cui forse fu capostipite l'umanista Antonio (v.). Il primo attore noto della famiglia è un altro Antonio (n. Venezia - m. 1696 circa), celebre Pantalone. Il figlio, Luigi Andrea (Modena 1676 - Parigi 1753), detto Lelio, dal nome del personaggio, formò (1705-15) compagnia con la seconda moglie Elena Belletti, famosa Flaminia. Lottando contro l'ostilità del pubblico che ai comici chiedeva solo farse volgari, pur senza rinnegare la lezione della commedia dell'arte, si propose di riformare il teatro italiano e rinnovarne il repertorio: scrisse scenarî di ispirazione molieriana, tradusse e adattò la tragedia francese (Corneille, Racine), mise in scena tragedie italiane antiche e recenti (Sofonisba di Trissino, Torrismondo di Tasso, Merope di Maffei). Chiamato a Parigi dal duca d'Orléans, si insediò all'Hôtel de Bourgogne. Come capocomico stabilì rapporti fra spettacolo e letteratura, chiamando a collaborare autori di valore, fra cui Marivaux, che per la compagnia di R. scrisse fra l'altro La surprise de l'amour (1722) e Le jeu de l'amour et du hasard (1730). Abbandonate le scene, si dedicò alla scrittura; fra i suoi libri si ricordano Histoire du Théâtre Italien (1728), di grande interesse storiografico, e Dell'arte rappresentativa (1738), notevole sforzo riflessivo sulla recitazione, che R. voleva fondata sulla naturalezza. Il figlio, Francesco Antonio Valentino (Mantova 1701 - Parigi 1772), noto come Lélio fils, fu attore, autore di commedie, coreografo e critico; la sua Art du théâtre (1750) ispirò a D. Diderot il Paradoxe sur le comédien. Sua moglie, Marie-Jeanne de Laboras (Parigi 1713 - ivi 1792), nota come Mme R., fu autrice di molti e fortunati romanzi.