Slavista italiano (Alessandria 1923 - New Haven, Connecticut, 2011). Formatosi alla scuola di G. Maver, dopo aver insegnato a Firenze e Pisa è stato ordinario di filologia slava e letteratura polacca all'Università di Roma "La Sapienza" (1961), poi prof. di letterature slave alla Yale University (1971) e, dal 1985, di letteratura russa, slavo-ecclesiastica e bulgara all'Istituto orientale di Napoli. Per lunghi anni è stato collaboratore di Maver nella redazione di Ricerche slavistiche. Studioso della civiltà letteraria degli Slavi, di cui riscopre le origini nell'area della "Slavia ortodossa" e della "Slavia romana", si è occupato sia di letteratura paleobulgara e antico-russa sia di letteratura polacca, ucraina e russa. Ha dato significativi contributi sulla questione della lingua, connessa alla formazione degli idiomi slavi moderni, e degli influssi della letteratura italiana nelle letterature slave e nell'ambito della letteratura barocca in area slava. Fra le sue opere: La letteratura russa antica (1959), Études littéraires slavo-romanes (1978), Letteratura della Slavia ortodossa (1991). Insieme a M. Colucci ha curato la Storia della civiltà letteraria russa (2 voll., 1997). Del 2007 è I segni di dedalo, raccolta di poesie che risalgono per lo più agli anni 1976-80.